FRANCIOLINI, Giovanni Battista

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 50 (1998)

FRANCIOLINI, Giovanni Battista (Gianni)

Francesco Bono

Nato a Firenze il 1° giugno 1910, il F. si trasferì non ancora ventenne a Parigi, dove si interessò ai movimenti d'avanguardia ed entrò in contatto con il regista E. Deslaw. Dopo avere lavorato come aiuto regista con G. Lacombe, nel 1938 tornò in Italia. Qui collaborò al film di C. Mastrocinque L'orologio a cucù con V. De Sica, e poi con M. Soldati. Nel 1939 esordì nella regia realizzando un documentario su Firenze, in collaborazione con U. Magnaghi, cui seguirono un altro su Roma e un terzo, intitolato Vérités sur l'Italie.

L'anno successivo il F. girò il suo primo lungometraggio, L'ispettore Vargas (1940), film giallo tratto dalla commedia La sbarra di V. Tieri, con protagonisti Mariella Lotti e Giulio Donadio. Ma fu con Fari nella nebbia - sceneggiato, tra gli altri, da C. Alvaro - che il F. si segnalò nel 1942 all'attenzione della critica; il film è ritenuto una delle sue opere più riuscite.

Dramma di un camionista (F. Giachetti) che, abbandonato dalla moglie (Mariella Lotti), perde la testa per una donna (Luisa Ferida) che lo tradisce col suo abituale compagno di guida (A. Centa); il F. vi confermò la propria abilità nella creazione di atmosfere sensuali e cupe, riconducibili a evidenti influenze della scuola verista francese (dei registi J. Renoir e M. Carné in particolare).

Nel quadro della conformistica produzione cinematografica italiana degli anni di guerra, Fari nella nebbia giunse ad assumere un significato indirettamente polemico, e in questa prospettiva - nonostante il moralismo che preme la vicenda - è da considerarsi tra i film che aprirono la strada al neorealismo.

Il F. realizzò poi una commedia, Giorni felici (1943), ispirata all'omonima pièce di C.-A. Puget, che ebbe tra gli interpreti Lilia Salvi, A. Nazzari, Valentina Cortese e P. Stoppa; e il drammatico Addio, amore! (1944), sceneggiato da S. Amidei e G. Gherardini (da due romanzi di Matilde Serao, Addio amore e Castigo), con Jacqueline Laurent, Clara Calamai e R. Lupi.

Nell'immediato dopoguerra il F. ripropose con varia fortuna altri melodrammi, per i quali si rivolse nuovamente a testi teatrali e letterari: Notte di tempesta (1946) tratto da un dramma di Raffaele Viviani e Amanti senza amore (1948) dal romanzo di L. Tolstoj La sonata a Kreutzer. Nel 1950 con Anselmo ha fretta (poi ribattezzato La sposa non può attendere) il F. cambiò con successo toni e atmosfere, e si inserì garbatamente nel filone cosiddetto rosa della corrente neorealistica.

Evidente vi risulta l'apporto di Cesare Zavattini (tra gli sceneggiatori, insieme con Stefano Vanzina [Steno], Mario Monicelli e Antonio Pietrangeli) e stretta è la parentela tra Anselmo ha fretta- lieve favoletta contro l'egoismo - e il clima del precedente Quattro passi tra le nuvole di A. Blasetti.

Da un soggetto di Zavattini - e ancora nell'ambito della commedia neorealista ma con una maggiore accentuazione del tono fiabesco - il F. realizzò nel 1952 Buongiorno, elefante (poi intitolato Sabù, principe ladro), con De Sica nel ruolo di un modesto insegnante, che si ingegna anche come guida turistica abusiva, cui viene donato un elefantino in carne e ossa. Né Anselmo ha fretta Buongiorno, elefante incontrarono successo commerciale, per cui il F. tornò agli abituali mélo con Ultimo incontro (1952) con Alida Valli e Nazzari, e Il mondo le condanna, realizzato lo stesso anno sempre con la coppia Valli - Nazzari.

Seguì un ciclo contrassegnato dalla partecipazione o realizzazione di film a episodi, filone che nella prima metà degli anni Cinquanta si impose nel cinema italiano, non solo di consumo.

Il F. realizzò uno degli sketches- protagonista la Valli - del film inchiesta Siamo donne (1953) e l'anno successivo girò il quarto episodio - con De Sica e Dawn Addams, dal titolo Il divorzio- del Letto (1954), coproduzione italo-francese, firmata inoltre da H. Decoin, J. Delannoy e R. Habib.

Interamente diretto dal F. fu Villa Borghese (1953): sei racconti, scritti da E. Flaiano, G. Bassani, E. Patti e Amidei e condotti sullo sfondo comune del noto parco romano. Scarsamente coeso nelle sue parti, il film resta in primo luogo una passerella di attori: Anna Maria Ferrero, M. Arena, Giovanna Ralli, E. De Filippo e De Sica. Discreto successo commerciale ottennero anche la commedia Le signorine dello 04 (1955), di cui si lascia apprezzare il ritmo spigliato, e il meno soddisfacente Racconti romani, realizzato lo stesso anno.

Sullo spunto degli omonimi racconti di A. Moravia, il film mette in scena una Roma fittizia, "abitata da un popolino vivace, pittoresco, fondamentalmente sano e colorito nel suo linguaggio" (M. D'Amico, p. 84); un'arcadia romanesca che fece da sfondo a molte produzioni commerciali italiane a metà degli anni Cinquanta.

Dopo l'alquanto grossolano Peccato di castità (1956), di cui furono protagonisti la Ralli e A. Cifariello, tornò alla sperimentata formula del film a sketch, girando nel 1959 Racconti d'estate.

In particolare ne vanno ricordati gli episodi con A. Sordi, accompagnatore di una cantante grassissima, e M. Mastroianni, questurino incaricato di ricondurre alla frontiera una bella ricercata francese.

Nel 1959 il F. realizzò il suo ultimo film, Ferdinando I re di Napoli, poco riuscita commedia in costume, scritta da P. Festa Campanile e M. Franciosa, con, tra gli altri, P. De Filippo e R. Rascel.

Il F. morì a Roma il 10 maggio 1960.

Fonti e Bibl.: Sette nuovi registi, in Cinema, 10 maggio 1939, p. 149; C. Bertieri, G. F., in Filmlexicon degli autori e delle opere, II, Roma 1959, p. 808; G.C. Castello, G. F., in Enc. dello spettacolo, V, Roma 1958, col. 658; F. Savio, Ma l'amore no. Realismo, formalismo, propaganda e telefoni bianchi nel cinema italiano di regime (1930-1943), Milano 1975, ad Ind.; L'avventurosa storia del cinema italiano raccontata dai suoi protagonisti 1935-1959, a cura di F. Faldini - G. Fofi, Milano 1979, passim; Cinecittà anni Trenta. Parlano 116 protagonisti del secondo cinema italiano (1930-1943), a cura di F. Savio, I-III, Roma 1979, ad Ind.; G. Brunetta, Storia del cinema italiano, I-II, Roma 1982, ad Ind.; M. D'Amico, La commedia all'italiana. Cinema comico in Italia dal 1945 al 1975, Milano 1985, ad Ind.; M. Landy, Fascism in Film. The Italian Commercial Cinema. 1931-1943, Princeton, NJ, 1986, pp. 285-288.

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