GRILLO, Giovanni Battista

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 59 (2002)

GRILLO, Giovanni Battista

Selina Lacedelli

Non si conoscono il luogo e la data di nascita di questo organista e compositore attivo a Venezia nei primi decenni del XVII secolo. Se ne ignora anche la formazione musicale; potrebbe aver cominciato la sua pratica come cantore nella cappella ducale della basilica di S. Marco, ed essere stato allievo di C. Monteverdi o di Giovanni Gabrieli. La prima notizia certa è che il 28 ag. 1612, succedendo a quest'ultimo, venne nominato organista della Scuola grande di S. Rocco, confraternita religiosa con la quale era già legato da sporadici rapporti di lavoro sin dal 1608. La nomina scatenò però l'opposizione del rivale G. Picchi; il 17 marzo 1613 l'incarico venne comunque confermato al G., che conservò l'impiego sino al 1622. Nel 1615 divenne organista anche presso la chiesa veneziana della Madonna dell'Orto. Il 30 dic. 1619 ottenne il prestigioso incarico di primo organista nella cappella musicale di S. Marco, con la paga di 120 ducati annui, subentrando a G.P. Savi. In occasione delle solenni onoranze funebri per il granduca di Toscana Cosimo II de' Medici (svoltesi a Venezia nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo il 25 maggio 1621), al G. venne affidata la composizione del Kyrie e del Domine Iesu (perduti), mentre altre parti della messa furono affidate a Monteverdi e F. Usper. In seguito il G. rimase infermo e fu costretto a lasciare il posto in S. Marco a Usper, già organista presso la chiesa di S. Salvatore.

Il G. morì nel novembre del 1622 a Venezia.

La notorietà goduta dal G. ai suoi tempi è testimoniata dalle menzioni che di lui fanno alcuni musicisti dell'epoca. Monteverdi, maestro di cappella a S. Marco dal 1613, lo definì "principalissimo sogetto" nella professione di organista (Fabbri, p. 183). Anche A. Kircher, quando elenca nella sua Musurgia universalis gli otto stili "expressi" musicali (ciascuno corredato dai nomi dei compositori in esso specializzati), cita il G. come esempio di "Tetraphonium stylo Ecclesiastico".

Il G. ebbe modo di vedere stampate molte sue composizioni: l'unica pubblicazione interamente dedicata alle sue musiche è Sacri concentus ac symphoniae (6, 7, 8, 12 voci e organo; Venezia 1618; una copia completa si trova a Londra, British Library), contenente mottetti, canzoni e sonate. Il destinatario della dedica è l'arciduca Ferdinando d'Austria; tale circostanza e il fatto che alcune composizioni manoscritte del G. furono donate nel 1613 a Ferdinando da un musicista della corte di Graz inducono a presumere che il G. sia vissuto in Austria per un breve periodo (cfr. Arnold, 2001, p. 420).

Numerose sono le composizioni del G. presenti in antologie dell'epoca, tutte edite a Venezia: tre brani ne Il primo libro delle canzonette a 3 voci (1600) e cinque ne Il secondo libro delle canzonette a 3 voci (1600) di C. Baselli; un capriccio e due canzoni per 4 strumenti nella raccolta Canzoni per sonare con ogni sorte di stromenti a 4, 5 e 8… libro I, di A. Raveri (1608); un pezzo in Musica vaga et artificiosa di R. Micheli (1615); due mottetti in Symbolae diversorum musicorum, a 2, 3, 4 e 5 voci…, di L. Calvi (1620). Dopo la morte del G. vennero stampati, sempre a Venezia, altri due mottetti nella Seconda raccolta de sacri canti a 1, 2, 3 e 4 voci, de diversi eccellentissimi autori, ancora di L. Calvi (1624).

Edizioni moderne: alcune canzoni in Venezianische Canzonen, a cura di H. Mönkemeyer (Mainz 1958); una canzone è pubblicata a cura di P. Winter (Frankfurt 1962); brani in Alessandro Raverij's collection of canzoni per sonare,Venice, 1608, a cura di L.E. Bartholomew (Hays, KS, 1965); Sonatas and canzonas from the Sacri concentus ac symphoniae,Venice 1618, a cura di J. Ladewig (New York-London 1989).

Il G. è uno dei rappresentanti del periodo di transizione corrispondente ai primi decenni del Seicento, in cui si può osservare l'intrecciarsi di stili e linguaggi diversi, e il sovrapporsi sulla tradizione polifonica rinascimentale di nuovi fermenti tecnici ed espressivi. Concorre, come altri musicisti veneziani suoi contemporanei, all'affrancamento dalla musica vocale di quella strumentale, che comincia così ad assumere una propria fisionomia.

Nelle sue composizioni, per la maggior parte di destinazione sacra e di struttura policorale, si ritrovano alcune delle innovazioni stilistiche del primo barocco, come "lo stile concertato", l'uso del basso continuo, la struttura a più sezioni contrastanti nella canzone, e l'abbandono della continuità ritmica in uno stesso brano. Lo stile del G. aderisce evidentemente a quello di G. Gabrieli; I Sacri concentus, per esempio, hanno per modello le più famose Sacraesymphoniae di G. Gabrieli (Venezia 1597): la raccolta del G. contiene anch'essa una Canzon in eco e una Canzon pian e forte per doppio coro, a imitazione della Sonata pian e forte in cui G. Gabrieli ha inserito le prime indicazioni dinamiche. Si possono tuttavia rintracciare aspetti originali nell'arte del G.: in molti brani vi è la tendenza a derivare tutto il materiale tematico da un solo soggetto presentato all'inizio della composizione; sono frequenti i contrasti di altezza e di trama sonora, mentre quelli di tempo e tematici sono meno evidenti che nelle canzoni strumentali di G. Gabrieli; il G. utilizza poi figure numeriche nella pars ad organum con maggiore larghezza dei suoi contemporanei veneziani; i livelli dinamici "piano" e "forte" sono indipendenti dal numero dei cori usati.

Trascurata e ancora non adeguatamente rivalutata, la personalità artistica del G. è senz'altro degna di figurare accanto ad altri famosi musicisti della stessa epoca; di notevole importanza è la presenza di alcuni suoi brani nell'antologia di Raveri, composta complessivamente da 36 brani di diversi autori - tra i quali C. Merulo e G. Frescobaldi - che illustrano tutti i tipi di canzone.

Fonti e Bibl.: A. Kircher, Musurgia universalis, Romae 1650, V, c. 316; F. Caffi, Storia della musica sacra nella già cappella ducale di S. Marco in Venezia (dal 1318 al 1797), Venezia 1854, pp. 38, 191 s.; E. Vogel, C. Monteverdi, in Vierteljahrsschrift für Musikwissenschaft, III (1887), p. 377; M. Bukofzer, Music in the Baroque era, New York 1947, p. 616; D. Arnold, Music at the Scuola di S. Rocco, in Music and letters, XL (1959), pp. 229-241; S. Dalla Libera, Cronologia musicale della basilica di S. Marco in Venezia, in Musica sacra, LXXXV (1961), pp. 88-90; H. Federhofer, Musikpflege und Musiker am Grazer Habsburgerhof der Erzherzöge Karl und Ferdinand von Innerösterreich (1564-1619), Mainz 1967, ad ind.; F. Testi, La musica italiana nel Seicento, II, Milano 1972, pp. 353, 369; E. Selfridge-Field, La musica strumentale a Venezia da Gabrieli a Vivaldi, Torino 1980, pp. 37-41, 274 s.; P. Fabbri, Monteverdi, Torino 1985, p. 183; D. Arnold, G., G.B., in The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), X, pp. 420 s.; H. Riemann, Handbuch der Musikgeschichte (ed. 1904), II, pp. 127-130; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, III, p. 377; Bibliographie der Musik-Sammelwerke des XVI. und XVII. Jahrhunderts, a cura di R. Eitner et al., Hildesheim 1963, p. 246; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 665; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 329.

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