GUGLIELMINI, Giovanni Battista

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 60 (2003)

GUGLIELMINI, Giovanni Battista

Luigi Pepe

Nacque a Bologna il 19 nov. 1760 da Pietro Antonio ed Elisabetta Musiani. Giambattista fu il primogenito, dopo di lui nacquero Rosalia e Teresa. Rosalia entrò forse in convento, mentre la più giovane, Teresa, sposata in Franchi e poi in Sibani, e rimasta sua unica erede, si prodigò nel 1836 per ottenere che i resti del fratello e un suo busto in marmo fossero posti nella sala degli uomini illustri del cimitero di Bologna.

Il G. frequentò il seminario di Bologna e poi lo Studio dove si laureò in filosofia il 6 ag. 1787. La famiglia del G. non era povera, ma nemmeno facoltosa, tanto che egli dovette indirizzare all'assunteria di Studio una richiesta di sussidi per potersi laureare e proseguire negli studi di filosofia e matematica. Poco dopo la laurea, presentato dal suo maestro Sebastiano Canterzani, il G. si trasferì a Roma alla fine del novembre 1788, al servizio del cardinale Ignazio Boncompagni Ludovisi, allora segretario di Stato pontificio. Oltre a un parziale impegno nell'anticamera del cardinale, tra i compiti del G. vi era quello di istitutore del pronipote di questo, Marcantonio Cattaneo, nipote del principe Francesco Vincenzo Cattaneo e della sorella del cardinale, Marianna Boncompagni Ludovisi.

Il progetto più importante cui il G. si dedicò fin dall'inizio del suo soggiorno a Roma fu l'ideazione di un esperimento per la dimostrazione del moto diurno della Terra che si basava sulla misurazione della deviazione verso est dalla verticale subita da un grave in caduta libera per effetto della rotazione terrestre. Dopo la pubblicazione dell'Indice di Benedetto XIV, non era più proibito professare il sistema copernicano in opere di contenuto scientifico, ma restava prudente astenervisi, dato che il De revolutionibus di Copernico, l'Epitome di Keplero e il Dialogo di Galileo continuavano a essere all'Indice.

Il progetto del G. era ambizioso: con la pubblicazione delle sue Riflessioni sopra un nuovo esperimento in prova del diurno moto della Terra (Roma 1789) intendeva ottenere il permesso di eseguire effettivamente l'esperimento in S. Pietro e dare così una prova fisica del moto di rotazione terrestre "affinché il planetario sistema Copernicano ritrovi finalmente tra le filosofiche verità un pacifico luogo". L'allontanamento dalla segreteria di Stato del Boncompagni Ludovisi e la sua morte prematura misero termine al progetto e al soggiorno romano del Guglielmini.

Rientrato a Bologna agli inizi del luglio 1790 il G. si rimise subito all'opera per realizzare il suo esperimento per provare la rotazione della Terra. A Bologna poteva contare sui suoi amici e sui colleghi dell'Accademia delle scienze a cominciare dal suo maestro Canterzani.

L'esperimento consisteva nel lasciar cadere dalla cima della torre degli Asinelli sfere di piombo del diametro di un pollice e nel misurare le deviazioni orientale e meridionale delle fosse prodotte al suolo. Purtroppo nella torre degli Asinelli, come nelle costruzioni simili, si aprivano i numerosi fori lasciati dalle impalcature di costruzione, che, lasciando penetrare il vento, fecero fallire molte prove e prolungarono a dismisura la durata dell'esperimento, estremamente delicato poiché si trattava di misurare deviazioni di pochi millimetri. Tra le condizioni necessarie alla corretta esecuzione dell'esperimento vi era infatti la perfetta immobilità delle sfere prima del lancio e del filo a piombo che doveva indicare il piede della verticale. Alla fine del 1792 il G. raccolse i risultati delle sue ricerche in un famoso opuscolo De diurno Terrae motu (Bononiae 1792), questa volta in lingua latina per consentire al lavoro una più ampia diffusione, e forse anche per riportare la questione in un ambito puramente scientifico: cose dotte per i dotti. I risultati del G. furono accolti con grande interesse nel mondo scientifico italiano ed ebbero favorevoli recensioni sulle Efemeridi letterarie di Roma e sul Giornale de' letterati di Pisa.

Napoleone Bonaparte entrò a Bologna il 20 giugno 1796, licenziò il legato pontificio e affidò il governo della città al Senato, cioè ai nobili, che cercarono di scaricare il peso delle contribuzioni sui beni ecclesiastici e videro un'occasione per vendicarsi del centralismo del governo di Pio VI e del Boncompagni Ludovisi. Seguirono la costituzione di Bologna, la Repubblica Cispadana e la Repubblica Cisalpina che videro un crescente coinvolgimento politico del Guglielmini. I mesi tra dicembre 1797 e agosto 1798 costituirono per la Repubblica Cisalpina un breve periodo di relativa tranquillità in cui i governanti e i parlamentari dovettero, sulla base della costituzione modellata su quella francese redatta da P.-C.-F. Daunou, cimentarsi nella creazione di un primo Stato moderno. Anche per la finanza, come membro di una commissione autorevole costituita tra gli altri da Adeodato Ressi, professore nell'Università di Pavia, il G. si mise al lavoro con alacrità elaborando un Piano non semplicemente ricalcato su quello francese.

Il 19 nov. 1800 presso l'Università di Bologna gli fu conferita la titolarità di matematica sublime. Egli era noto fino ad allora come studioso di astronomia, ma in concomitanza alla nuova nomina diede alle stampe una memoria di calcolo integrale: Integrazione generale delle equazioni del primo ordine a due variabili (Bologna 1800). Passato poco dopo alla cattedra di astronomia, ebbe modo di legare il suo nome al principale avvenimento a Bologna nel tormentato periodo della seconda Cisalpina: l'inaugurazione il 26 ott. 1801 dell'illuminazione pubblica. L'impianto di illuminazione a olio di Bologna funzionò, con alcune modifiche e miglioramenti, per quasi mezzo secolo.

La costituzione della Repubblica Italiana (1802) segnò anche un momento decisivo per la creazione dell'Istituto nazionale, incaricato di "raccogliere le scoperte e perfezionare le scienze e le arti". L'8 genn. 1803 i membri dell'Istituto furono convocati a Bologna per indicare sessanta nominativi tra i quali Bonaparte il 6 aprile seguente scelse i trenta nuovi membri. Il nuovo elenco comprendeva lo stesso Bonaparte e il vice presidente della Repubblica Francesco Melzi d'Eril, Paolo Delanges, Vincenzo Brunacci, Giuseppe Avanzini, Simone Stratico, Mariano Fontana, Giuseppe Piazzi, Paolo Ruffini e il Guglielmini.

Con la proclamazione della Repubblica Italiana, la successiva trasformazione in Regno d'Italia e l'annessione dei territori veneti, si trovò unita in un unico Stato buona parte della pianura padana che, nonostante fosse una delle zone più fertili d'Europa, aveva necessità di risolvere numerosi problemi idraulici, quali la regolazione del Reno, la bonifica delle valli veronesi, la sistemazione del corso del Brenta, problemi che attendevano da secoli una soluzione. Essi erano stati affrontati in modo insufficiente e in un'ottica regionalistica dai vari Stati interessati. I progetti di regolazione delle acque e di bonifica furono elaborati dalle commissioni idrauliche istituite a Modena nel 1803 e poi a Padova nel 1806. Il G. fu membro di entrambe e rimase perciò completamente assorbito dai lavori idraulici per un lungo arco di tempo: dai primi di agosto 1803 alla fine di dicembre 1807. Probabilmente a causa di questi impegni lasciò il 25 nov. 1803 la cattedra di astronomia all'Università per quella più compatibile di introduzione al calcolo sublime e si trasferì a Padova. Il G. fu coinvolto direttamente in alcune delle principali questioni che le commissioni erano chiamate a risolvere: il progetto di immissione del Reno in Po, accolto dal decreto napoleonico, la regolazione del sistema idraulico che gravitava attorno al Reno e la ristrutturazione globale del sistema fluviale formato dai fiumi Brenta e Bacchiglione. Ritornato a Bologna il G. riprese i suoi studi di matematica pura.

Nella memoria del G., Risoluzione generale delle numeriche equazioni per approssimazione (Bologna 1811) è citato solo J.-L. Lagrange, in cui risolveva all'inizio il problema "Trovare il limite intero più prossimo al giusto ed esatto della massima radice positiva numerica reale". L'orizzonte culturale del G. non sembra andare oltre Lagrange e Ruffini: altri autori come Budan e Lotteri erano visti soprattutto come competitori.

L'Elogio di Lionardo [Fibonacci] Pisano (Bologna 1815) è con il De diurno Terrae motu l'opera più importante e originale del Guglielmini. Essa nacque come componimento d'occasione per essere recitato nell'Università di Bologna nel novembre 1812 all'apertura dei corsi e fu poi pubblicato, sempre a Bologna, l'anno dopo in un volume in 8° di 240 pagine. La mole del lavoro evidenzia già che non si trattò della semplice stampa della conferenza e in effetti l'Elogio è arricchito da ben duecento pagine di note erudite che permettono di ricostruire, sia pure in modo asistematico, il punto di vista del G. relativo a questioni fondamentali della storia delle matematiche nel Medioevo.

L'8 maggio 1814 s'insediava il governo austriaco di Bologna. Nell'Università veniva ricostituita la facoltà di teologia; tale governo durò fino al 2 apr. 1815, quando Gioacchino Murat rioccupò Bologna con le truppe napoletane nella sua campagna indipendentista. Il secondo periodo murattiano durò fino al 16 apr. 1815; a Bologna trovò la collaborazione di Pellegrino Rossi. Il 3 maggio Murat fu sconfitto a Tolentino e il 18 luglio 1815 venne restaurata definitivamente l'autorità pontificia a Bologna.

Il G., ormai malandato di salute e lontano da ogni carica politica, era ormai uno dei più anziani professori dell'Università, cosicché, nonostante i suoi trascorsi napoleonici, poté essere nominato reggente (cioè rettore) per l'anno accademico 1814-15 durante l'occupazione austriaca e mantenne la sua carica anche nel periodo murattiano.

Nell'ultimo periodo della sua vita il G., i cui interessi principali si rivolgevano all'algebra e alla storia delle matematiche, fu anche coinvolto in un grossa polemica, che animava allora l'opinione pubblica bolognese, concernente le risaie e i loro effetti negativi sulla salute.

Il G. morì a Bologna il 17 dic. 1817.

Nonostante i sui incarichi politici e amministrativi e la sua carriera universitaria lasciava pochi beni materiali alla sorella Teresa, ma anche una splendida biblioteca in cui aveva investito la maggior parte dei suoi introiti.

Fonti e Bibl.: La fonte più importante di notizie sul G. e la sua attività scientifica è costituita dal suo carteggio, conservato in gran parte in tre volumi cartacei alla Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna (Mss., B.4021-23): essa comprende più di 260 tra lettere e documenti, di cui i primi due volumi contengono lettere di corrispondenti bolognesi, in ordine alfabetico, e l'ultimo di corrispondenti "esteri", pure in ordine alfabetico. I tre volumi appartennero a Francesco Tognetti, che vi appose i titoli e li corredò degli indici. Una nota apposta all'indice del volume III ci informa che fu il G. stesso a destinare al Tognetti la raccolta di lettere. La stessa Biblioteca dell'Archiginnasio possiede F. Tognetti, Biografia di G. con trascrizione di alcuni documenti riguardanti la vita di lui (Biografie, cart. IV, 8). Un altro importante gruppo di lettere del G. a G. Canterzani (27 lettere e 24 minute di Canterzani) si trova alla Biblioteca universitaria di Bologna (Mss., 2096, b. IV); le lettere a Teodoro Bonati sono presso la Biblioteca comunale Ariostea di Ferrara (Mss., Classe Ia, 103, vol. XXIV: undici lettere a Bonati, una a Luigi Bevilacqua e due minute di Bonati). Un carteggio tra il G. e P. Ruffini riguardante la risoluzione per approssimazione delle equazioni numeriche e il metodo di Budan, su cui il G. pubblicò una memoria nel 1811 e progettava una nuova pubblicazione mai uscita, si trova presso l'Accademia delle scienze di Modena (Archivio Ruffini, filza 16; cinque lettere del G. a Ruffini, datate 23 ottobre e 8 nov. 1809, 16 e 20 febbr. 1811).

S. Mazzetti, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni della famosa Università, e del celebre Istituto delle scienze di Bologna, Bologna 1847 (2ª ed. aumentata, ibid. 1848), ad vocem; Ph. Gilbert, Les preuves mécaniques de la rotation de la Terre, in Bulletin des sciences mathématiques et astronomiques, s. 2, VI (1882), pp. 189-213; J.G. Hagen, La rotation de la Terre. Ses preuves mécaniques anciennes et nouvelles, Città del Vaticano 1911; P. Aclocque, Histoire des expériences pour la mise en évidence du mouvement de la Terre, in Cahiers d'histoire et de philosophie des sciences, n.s., 1982, n. 4, pp. 1-141; G. Tabarroni, G.B. G. e la prima verifica sperimentale della rotazione terrestre (1790), in Angelicum, LX (1983), pp. 462-486; G. Grandi Venturi, Il fondo Biografie dell'Archiginnasio e il suo compilatore F. Tognetti, in L'Archiginnasio, LXXVIII (1983), pp. 81-90; J. Gapaillard, Le mouvement de la Terre. La détection de sa rotation par la chute des corps, in Cahiers d'histoire et de philosophie des sciences, n.s., 1988, n. 25, pp. 1-179; T. Bonati, Carteggio scientifico. Lorgna, Canterzani, Frisi, Saladini, Calandrelli, Venturi, a cura di M.T. Borgato - A. Fiocca - L. Pepe, Firenze 1992, passim; D. Bertoloni-Meli, St. Peter and the rotation of the Earth. The problem of fall around 1800, in The investigation of difficult things. Essays on Newton and the history of exact sciences, a cura di P.M. Harman - A.E. Shapiro, Cambridge 1992, pp. 421-447; Copernico e la questione copernicana: opere della Pubblica Biblioteca di Ferrara, a cura di L. Pepe, Ferrara 1993; G.B. Guglielmini, Carteggio De diurno Terrae motu. Canterzani, Isolani, Matteucci, Bonfioli Malvezzi, Caldani, Calandrelli, Bonati, a cura di M.T. Borgato - A. Fiocca, Firenze 1994; E. Baiada - F. Bonoli - A. Braccesi, Museo della Specola, Bologna 1995, ad nomen; M.T. Borgato, La prova fisica della rotazione della Terra e l'esperimento di G., in Copernico e la questione copernicana in Italia dal XVI al XIX secolo, a cura di L. Pepe, Firenze 1996, pp. 201-261; L. Pepe, L'Istituto nazionale in Italia, in Boll. dell'Unione matematica italiana, s. 7, 1996, n. 10-A, pp. 249-278; A. Fiocca, The southern deviation of freely falling bodies: from R. Hoohe's hypothesis to E.H. Hall's experiment (1669-1902), in Physis, XXXV (1998), 1, pp. 51-83; M.T. Borgato, I progetti di Lorgna e le commissioni idrauliche del periodo napoleonico, in A.M. Lorgna, scienziato e accademico del XVIII sec. tra conservazione e novità, Roma 1998, pp. 245-273; M.T. Borgato - L. Pepe, G. G.: la biblioteca di uno scienziato nell'Italia napoleonica, Ferrara 1999; Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, CV, pp. 56 ss.

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