PASSERI, Giovanni Battista

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 81 (2014)

PASSERI, Giovanni Battista

Serenella Rolfi Ožvald

PASSERI, Giovanni Battista (Giambattista). – Nacque a Roma nel 1610 circa da famiglia di origine senese, come si apprende dalla biografia redatta nel 1724 da Nicola Pio (Vite, 1724, 1977), e dalle annotazioni di Giovanni Ludovico Bianconi (Discorso preliminare dell’editore, 1772, p. VI) anteposte all’edizione delle Vite de’ pittori… scritte da Passeri e uscite postume a Roma nel 1772.

Alle poche notizie sulla vita di «Gio. Batt. Passeri Pittore, Poeta e poi Sacerdote» (Pio, 1724, 1977, p. 73), di cui Agostino Masucci tracciò il ritratto a penna per le citate Vite di Pio (Clark, 1967, p. 15 n. 74; Biuström, 1995, p. 122 n. 78), si aggiungono per difetto i generici riferimenti all’attività letteraria contenuti nelle fonti più antiche, verificati e precisati nella tesi di laurea su Passeri discussa da Jacob Hess (avendo come relatore Julius von Schlosser) e pubblicata nel 1928 (Hess, 1928, 1967, pp. 9-12; Die Künstlerbiographien, entro il 1673, 1934, pp. IX-XXXVII). Alla duplice formazione di pittore e letterato accenna lo stesso Passeri in un passo contenuto nel manoscritto (cod. 5993) della Nationalbibliothek di Vienna in cui giustifica il tardo avviamento alla pittura «per cagione dello studio delle lettere esercitato molto tempo nel Collegio Romano» (Hess, 1928, 1967, p. 9 n. 7). L’appartenenza al Collegio gesuitico sarebbe comprovata dalla firma, nel 1674, delle Conclusiones philosophicae indirizzate al cardinale Carlo Barberini. Pio e Bianconi peraltro allusero alla fortuna della sua produzione poetica attribuendo la chiave del successo sociale ed economico di Passeri alla recita in Campidoglio di «un sonetto che scherzava sul proprio nome»; un «bisticcio» poetico che nel 1675, secondo i biografi, procurò a Passeri, «già chierico», un beneficio presso la collegiata di S. Maria in Via Lata tramite i buoni uffici del viceregente, il cardinal Giambattista Altieri (Pio, 1724, 1977, p. 73; Bianconi, Discorso…, 1772, p. VIII; Hess, 1928, 1967, p. 10 n. 9). L’episodio narrato dalle fonti può servire a proiettare l’immagine di Passeri nel parterre aristocratico e curiale che presenziava le cerimonie pubbliche dell’Accademia di S. Luca. Proprio nel 1675 Passeri lesse in Campidoglio l’orazione intitolata La fisionomia overo del’aria naturale delle teste, testo conosciuto tramite la copia manoscritta allegata insieme a un altro suo discorso, la Mensogna veridica, in uno zibaldone di componimenti poetici e orazioni legati insieme a una copia del Trattato di pittura di Pietro Testa (Roma, Biblioteca Casanatense, Mss., 1482: Trattato di Pittura con vari discorsi e poesie), appartenuto al canonico e collezionista spagnolo Vincenzo Vittoria, legato a Nicola Pio (Turner, 1973, p. 234 n. 4). L’indicazione è stata ripresa e precisata poi da Stella Rudolph, che ha chiarito il retroterra culturale della miscellanea e della fortuna settecentesca di Passeri, collegandola all’intento di dare nuovo lustro a quel «capitolo della letteratura artistica d’Italia» esauritosi con Giovanni Baglione e Giovanni Pietro Bellori (Rudolph, 1988-89, pp. 223, 226).

A Nicholas Turner, sulla scorta delle indicazioni di Hess, dobbiamo la messa a fuoco dell’attività di teorico e scrittore di Passeri che si scala tra il 1644 e il 1676 con la raccolta di versi per La dichiaratione fatta da N.S. Innocenzo X del 1644 e Il Tebro festante per le nozze di Lorenzo Onofrio Colonna e Maria Mancini (1667, entrambi conservati nella Biblioteca apostolica Vaticana), cui si affiancano vari discorsi accademici: Il Silenzio, recitato nel 1670 dinanzi a un folto pubblico «di Virtuosi […] dell’Eminentissimo Signore card. Francesco Barberini protettore d’altri Signori cardinali, di molti Prelati, e d’alcuni Cavalieri» (Il Silenzio, p. 5; Turner, 1973, p. 234 n. 20); La Fantasia, orazione per il concorso del 15 ottobre 1673 «per li giovani studiosi del disegno», che venne edita, con dedica al cardinal Giacomo Rospigliosi, nello stesso anno in cui Passeri risulta incaricato dell’invenzione dei soggetti per i giovani (Roma, Archivio storico dell’Accademia di S. Luca, Registri delle Congregazioni, vol. 44, c. 93; Turner, 1973, p. 234 n. 22).

La stampa de Il Silenzio del 1670, recitato sotto il principato di Pier Francesco Mola, appare corredata inoltre da un programma decorativo che celebra la «Muta poesia» e la città di Roma «in atto di presentare alla Fama un Libro nel quale sono scritti li Nomi delli più celebri artisti», da consegnare «al Tempio della Gloria» (Il Silenzio, p. 17), identificabile nel progetto per la sala dell’edificio annesso alla chiesa dei Ss. Luca e Martina, e abbattuto nella sistemazione dei Fori del 1934 cui si fa cenno nella Congregazione accademica del 12 ottobre 1670 (Noehles, 1969, pp. 113 s.).

Ai citati componimenti si aggiunge la paternità della commedia in musica La forza del destino, rappresentata a Roma durante il carnevale del 1662 su spartito dei maestri di cappella Orazio Benevoli e Paolo Olivieri, messa in scena in casa del genealogista Gaspare Alveri, autore della Roma in ogni stato (1664; Mori, 2003, pp. 173, 179 n. 6). L’episodio corrobora gli accenni alla frequentazione di eventi teatrali e le digressioni sui generi pittorici e letterari contenute nelle Vite degli artisti che trovano campo applicativo anche nella produzione di Passeri pittore, autore di scene d’ambientazione erudita e aristocratica, ricostruita intorno al dipinto firmato della National gallery of Ireland di Dublino, il Festino galante (Zeri, 1985, p. 42 fig. 49). Allo stesso Passeri dobbiamo i brevi cenni sugli inizi della sua attività di pittore inseriti nella Vita di Domenico Zampieri, a proposito dei lavori intrapresi nel 1634 nella cappella della villa Aldobrandini di Frascati, cui Passeri partecipò come aiuto di Giovan Angelo Canini, coinvoltovi da Domenichino: «venne da me ch’ero in età di venticinque anni, ed ero nelli principj del dipingere» (Die Künstlerbiographien, 1934, p. 62; Montanari, in Bellori, II, 1672, 2009, p. 670). Le notizie sulla produzione pittorica di genere sacro di Passeri citate dalle fonti sono state verificate nel Novecento (Hess, 1928, 1967, pp. 11 s.; Crookshank, 1964; Sutherland Harris, 1964; Spike, 1980; Zeri, 1985; Brogi, 1987), avviando il riesame del corpus pittorico di genere sacro e da cavalletto cui ultimamente sono stati accostati alcuni ritratti (Petrucci, II, 2008, pp. 368-370, III, 2008, figg. 567, 569). A lato della sua attività per Ascanio Costaguti, per i Mattei e per il palazzo Pamphilj al Collegio romano (1661), di cui resta spesso solo traccia documentaria (Sutherland Harris, 1964; Hess, 1928, 1967, p. 11 n. 10), dovranno verificarsi le indicazioni su disegni a lui attribuiti (Parigi, Louvre inv. 3437, 3439, 3441) e aggiungersi qualche notizia sull’attività d’illustratore di antiporte di tesi (firma l’antiporta per i Lilia mariana di Ippolito Marracci, Roma 1651).

A supporto dell’attività di Passeri nel campo delle arti figurative si affiancano i documenti dell’Accademia di S. Luca che lo attestano accademico dal 12 giugno 1638, sotto il principato di Giovan Francesco Romanelli (Roma, Archivio storico dell’Accademia di S. Luca, Registri delle Congregazioni, vol. 43, c. 23v; Hess, 1928, 1967, p. 10 n. 4), e sotto il principato di Carlo Maratti, dal primo gennaio del 1664, primo rettore dell’Accademia con i voti di Carlo Cesio, Giovanni Pietro Bellori, Giuseppe Maria Baratta, Giovanni Battista Gaulli, Melchiorre Caffà e Paolo Naldini (Roma, Archivio storico dell’Accademia di S. Luca, Registri delle Congregazioni, voll. 43, c. 154r, 44, c. 1r). Membro attivo dell’istituzione, unì all’impegno didattico quello teorico, attestato dai citati discorsi tenuti in occasione dei concorsi accademici nuovamente in auge dalla metà del XVII secolo (Turner, 1973, pp. 231-247; Pietrangeli, 1974, pp. 334-336). Giovan Pietro Bellori, ricordando le celebrazioni per la morte di Domenichino nel 1641, riferì dell’orazione funebre affidata a Passeri e recitata da quest’ultimo davanti al «ritratto di Domenico dipinto di mia mano, cavato da alcuni disegni venutimi da Napoli» (Die Künstlerbiographien, 1934, p. 69; Lanzi, I, 1809, 1968, p. 363; Bellori, I, 1672, 2009, p. 357; per l’esemplare dell’Accademia di S. Luca, accostabile all’incisione utilizzata da Bellori nella vita di Domenichino, v. Lanzi, I, 1809, 1968, p. 363; Petrucci, III, 2008, fig. 569). Circa quegli anni, l’8 settembre 1641, è inoltre documentata la sua ascrizione tra i membri del sodalizio dei Virtuosi al Pantheon sotto il camerlengato di Giovanni Baglione, in cui nel 1662 avrebbe rivestito l’incarico di «Reggente», e nel 1663 di «Camerlengo» (Tiberia, 2005, pp. 121, 209 s., 298, 304).

È nel contesto dell’impegno accademico di Passeri che va collocata la stesura delle biografie di artisti dedicate «al Santo Evangelista Luca Protettore dell’Accademia romana degli studi del disegno» e poi a Luigi XIV, e scritte «seguitando dove lasciò il Cavaliere Giovanni Baglioni, che unissi al Vasari» (Die Künstlerbiographien, 1934, pp. 3, 6). La stesura delle trentasei vite scalate tra il 1641 (anno di morte del Domenichino) e il 1678 (anno di morte di Salvator Rosa) dovette collocarsi alla metà del XVII secolo scrivendo Passeri in uno dei Proemi datato al 1678: «ho in questo impiego consumati ventidue anni intieri» (Napoli, Biblioteca Nazionale, cod. XIV.B.20; Die Künstlerbiographien, 1934, pp. XI, 16).

La fama di Passeri rimane legata all’ampia circolazione della raccolta di Vite di artisti (Comolli, 1788), la cui stampa curata da Giovannni Gaetano Bottari e Bianconi, che ebbe anche una traduzione in tedesco (Leipzig-Dresden 1786), venne anticipata dall’inserimento della vita di Salvator Rosa scritta da Passeri nell’edizione napoletana delle Vite di Giovanni Baglione (1733). Nell’editare il manoscritto delle Vite posseduto dal pittore Benedetto Luti, legato a Pio e al pittore Giuseppe Passeri, nipote di Giovanni Battista, gli editori settecenteschi intervennero con giunte e soppressioni che riguardarono anche i prologhi di matrice vasariana (Bianconi, Discorso preliminare…, 1772, p. X), reintegrati nell’edizione che Jacob Hess approntò nel 1934, collazionando i vari manoscritti conosciuti (Die Künstlerbiographien, 1934, pp. XI-XV). Sull’edizione lo studioso ebbe modo di tornare nel 1957 in occasione del ritrovamento di un nuovo manoscritto alla Laurenziana di Firenze, appartenuto a Pierre-Jean Mariette che lo aveva copiato nel 1752 da un esemplare posseduto dal banchiere e collezionista Pierre Crozat (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Ashburnham, 1796; Hess, 1957, p. 263 n. 4; Id., 1928, 1967, pp. 327, 330; Bottari, All’editore…, 1772, p. XIII).

I debiti contratti dai biografi romani del primo Settecento (Pio e Lione Pascoli) dal testo inedito di Passeri, sono stati rilevati negli studi d’inizio Novecento (Sobotka, 1922; Hess, 1928, 1967, pp. 65-70; Grassi, 1994; Connors, 1998; Frangenberg, 2007-2008). L’opera di «uno degl’istorici più accreditati che conti l’italiana pittura», come scrisse Lanzi (I, 1808 o 1809?, 1968, p. 363), venne intesa, da lettori settecenteschi come Bottari, un’operazione sia contro Gian Lorenzo Bernini, di cui non scrisse la vita, che «contro il Bellori» di cui non citò le Vite del 1672 (All’editore…, 1772, p. XII; Haskell, 1985, p. 73). Sullo scrittore di «vite di molti pittori morti a suo tempo» (Lanzi, I, 1809, 1968, p. 364), gli studi recenti hanno focalizzato l’attiva dialettica con le contemporanee vite di Bellori, insistendo sull’equilibrio tra decoro, convenienza e modello vasariano che intese rispettare, come scrisse Passeri, l’«ordine […] istesso dei tempi» e le «diversità de Genij» (Die Künstlerbiographien, 1934, pp. 5, 10 s.; Nardmann-Stoffel, 1998; Montanari, in Bellori, II, 1672, 2009, p. 702). Le vite di Passeri sono state chiamate in causa, nel dibattito storiografico del Novecento sui generi e il ruolo del classicismo di marca emiliana, a bilanciare i rilievi sulla «verità schietta» dei dipinti di Pieter van Laer detto il Bamboccio, che «parevano una finestra aperta, per la quale si fossero veduti quelli suoi successi senza alcun divario ed alterazione» (Die Künstlerbiographien, 1934, p. 74; Bodart, 1971; Briganti, 1983, p. 6; Haskell, 1985, pp. 216, 222, 233; Zeri, 1985, p. 45; Montanari, 2013, p. 239; Witte, 2014).

Vissuto durante la giovinezza nei pressi di S. Giuliano ai Cesarini, Passeri si trasferì poi «nelle Case di S. Martina, spettanti all’Accademia de’ Pittori, sotto la parrocchia di San Lorenzo in Miranda […] senza nessuno che lo servisse, per la qual cosa credette opportuno il farsi trasportare […] sotto la parrocchia di S. Tommaso in Parione» (Bianconi, Discorso…, 1772, pp. VIII, dove si spense il 22 aprile 1679, e fu poi tumulato in S. Maria in Via Lata.

Opere. Per la dichiaratione fatta da N. S. Innocentio X di generale di S. Chiesa l’ill.mo & eccell.mo prencipe D. Camillo Panfili... canzone, Roma, D. Marciani, 1644; Il Tebro festante per le glorie degl’eccellentissimi prencipi D. Lorenzo Onofrio Colonna... e... D. Maria Mancini sua consorte... ode, Roma, Bernabò, 1667; Il Silenzio, discorso sopra la pittura, recitato nell’Accademia di Roma de’ signori pittori, scultori, et architetti, Roma, Bernabò, 1670; La fantasia, discorso accademico recitato nell’Accademia di Roma de’ signori pittori, scultori & [et] architetti da Gio. Battista Passari romano accademico. Nel giorno del concorso generale per li giovani studiosi del disegno con premio il giorno 15 del mese d’ottobre 1673, Roma, Bernabò, 1673; Conclusiones philosophicae sub auspiciis eminentissimi, ac reverendissimi principis Caroli cardinalis Barberini propugnatae in Collegio Romano a Io. Baptista Passero anno 1674, Romae, typis N.A. Tinassij, 1674; La Fisionomia overo del’aria naturale delle teste, Roma 1675; Vite de’ pittori scultori ed architetti che hanno lavorato in Roma, morti dal 1641 fino al 1673 (entro il 1673), Roma, Gregorio Settari, 1772; [G.L. Bianconi], Discorso preliminare dell’editore, ibid., pp. VI-XII; G.G. Bottari, All’editore di queste vite, ibid., pp. XIII-XIV; Die Künstlerbiographien (Vite de’ pittori…, ante 1678), a cura di J. Hess (Leipzig 1934), rist. anast. Worms am Rhein 1995; Leben der Maler, Bildauer und Baumeister welche in Rom gearbeit haben und zwischen den Jahre 1641-1673…, Leipzig-Dresden 1786.

Fonti e Bibl.: Roma, Archivio storico dell’Accademia di S. Luca, Registri delle Congregazioni, voll. 43, c. 23v, infra, 44, c. 1r, infra; Roma, Biblioteca Casanatense, Mss., 1482: P. Testa, Trattato di pittura con vari discorsi e poesie...; G.P. Bellori, Le vite de’ pittori, scultori et architetti moderni (1672), a cura di E. Borea, I, Torino 2009, p. 357; G. Previtali, Introduzione, ibid., p. IX; T. Montanari, Postfazione, ibid., II, Torino 2009, pp. 670, 702; N. Pio, Le vite di pittori, scultori et architetti (1724), a cura di C. Enggass - R. Enggass, Città del Vaticano 1977, pp. 72 s.; G. Baglione, Le vite de’ pittori, scultori, architetti ed intagliatori… con la vita di Salvator Rosa Napoletano scritta da Gio. Batista Passari nuovamente aggiunta, Napoli 1733, pp. 289-304; A. Comolli, Bibliografia storico-critica dell’architettura civile ed arti subalterne, II, Roma 1788, pp. 61-66; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia… (1809), a cura di M. Capucci, I, Firenze 1968, pp. 363; J. von Schlosser, La letteratura artistica (Die Kunstliteratur, Wien 1924), 3° ed. ital. a cura di O. Kurz, Firenze 1964, pp. 461 s., 470 s., 723.

G. Sobotka, Per l’edizione critica delle fonti della storia dell’arte del Seicento e del Settecento, in L’Italia e l’arte straniera. Atti del X Congresso internazionale di storia dell’arte in Roma, Roma 1922, pp. 547-550; J. Hess, Die Künstlerbiographien des G.B. P. Eine quellenkritische Untersuchung zum römischen Barok (1928), in Id., Kunstgeschichtliche Studien zu Renaissance und Barock, I, Roma 1967, pp. 7-70, 327, 330; F. Ulivi, Galleria di scrittori d’arte, Firenze 1953; J. Hess, Un nuovo manoscritto delle vite di G.B. P., in Commentari, VIII (1957), pp. 262-278; A. Crookshank, Two signatures of G.B. Passeri, in The Burlington Magazine, CVI (1964), pp. 179 s.; A. Sutherland Harris, A lost altar-piece by G.B. P., ibid., p. 179; A.M. Clark, The portraits of artists drawn for Nicola Pio, in Master drawings, V (1967), pp. 3-23; K. Noehles, La chiesa dei SS. Luca e Martina nell’opera di Pietro da Cortona, Roma 1969, pp. 113 s.; D. Bodart, La biografia di Herman van Swanevelt scritta da G.B. P., in Storia dell’arte, 1971, n. 12, pp. 327-330; N. Turner, Four Academy discourses by G.B. P., ibid., 1973, n. 19, pp. 231-247; C. Pietrangeli, L’Accademia Nazionale di San Luca, Roma 1974, pp. 334-336; J.T. Spike, Italian Baroque paintings from New York private collections (catal.), Princeton 1980, pp. 82 s.; F. Haskell, Mecenati e pittori. Studio sui rapporti tra arte e società nell’età barocca, Firenze 1985, pp. 212, 227; F. Zeri, Per G.B. P., in Paragone, XXXVI (1985), 427, pp. 41-46; A. Brogi, Un avvio per G.B. P., pittore ‘sacro’, ibid., XXXVIII (1987), 449, pp. 84-89; S. Rudolph, Vincenzo Vittoria fra pitture, poesie e polemiche, in Labyrinthos, 1988-89, 13-16, pp. 223-266; L. Grassi, La edizione critica delle “Vite de’ pittori, scultori, ed architetti moderni” di Lione Pascoli invita nuovamente a riflettere sulla posizione del biografo perugino nella storia e letteratura artistica, in Antichità viva, XXXIII (1994), 5, pp. 9-12; P. Biuström, Nicola Pio as collector of drawings, Stockholm 1995, p. 122; J. Connors, rec. a Hess, Jacob: Die Künstlerbiographien von G.B. Passeri, reprint Worms am Rhein 1995, in Journal of the Society of Architectural Historians, LVII (1998), pp. 469-471; D. Nardmann-Stoffel, Kunstliteratur und campanilistische Epideixis, in Florenz-Rom zwischen Kontinuität und Konkurrenz. Akten…, Florenz… 1997, a cura di H. Keazor, Münster 1998, pp. 157-187; E. Mori, Identità familiare e strategia della memoria: il giardino segreto di Gaspare Alveri, in Il sistema delle residenze nobiliari, II, Stato pontificio e Granducato di Toscana, a cura di M. Bevilacqua - M.L. Madonna, Roma 2003, pp. 173-180; V. Tiberia, La Compagnia di S. Giuseppe di Terrasanta da Gregorio XV a Innocenzo XII, Galatina 2005, pp. 121, 209, 298, 304; T. Frangenberg, Errors, hersay, documents. Feliciano Bussi on Giovan Francesco Romanelli, in Notizie da Palazzo Albani, XXXVI-XXXVI (2007-2008), pp. 121-134; A. Sutherland Harris, Seventeenth-century art and architecture, London 2005; F. Petrucci, Pittura di ritratto a Roma, I-III, Roma 2008, II, pp. 368-370, III, p. 705, fig. 569; T. Montanari, L’età barocca. Fonti per la storia dell’arte (1600-1750), Roma 2013, p. 239, infra; A.A. Witte, Passeri’s Vite. The swan song of the counter-reformation theory of ‘living art’, in The secret lives of artworks. Exploring the boundaries between art and life, a cura di C. van Eck, J. van Gastel, E. van Kessel, Leinde 2014, pp. 200-220.

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