GIOVANNI di Bartolomeo Cristiani

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1995)

GIOVANNI di Bartolomeo Cristiani

A.G. De Marchi

Pittore pistoiese, tra i maggiori del secondo Trecento, di cui sono documentati lavori in patria e a Firenze fino al 1398.È ricordato (Chiappelli, 1925, p. 527) un impegno di G. ad aiutare Nardo di Cione in eventuali incarichi da svolgere fuori Firenze; poiché Nardo risulta morto il 16 maggio 1366, bisogna supporre che G. lavorasse già da un certo tempo, probabilmente almeno dall'inizio degli anni sessanta: un'ipotesi corroborata anche dal mandato, ottenuto nel 1374, a rappresentare il suo quartiere tra "gli anziani del popolo" di Pistoia (Tolomei, 1821, p. 161). Bacci (1911, p. 197) suggeriva di identificare in lui il Giovanni da Pistoia che nel 1347 macinava i colori per Alesso d'Andrea e Bonaccorso di Cino, ma l'imminenza della peste nera, giunta l'anno successivo, deve imporre una certa cautela.Il S. Giovanni Evangelista in trono con Storie della vita nella chiesa cittadina di S. Giovanni Fuorcivitas è la prima opera di G. firmata e datata (1370). Alla fase iniziale di attività dell'artista appartiene anche l'importante polittico smembrato con i Ss. Domenico e Bartolomeo a Fiesole (Mus. Bandini), i Ss. Romualdo e Andrea a San Pietroburgo (Ermitage) e la Madonna con il Bambino e angeli a Mosca (Gosudarstvennyj Muz. izobrazitel'nych iskusstv im. A.S. Puškina), la cui ricostruzione si deve a Zeri (1961, p. 219ss.).Nello stile di G. si avverte l'eco dei modi orcagneschi e di Giovanni del Biondo, ma più interessante è la sua partecipazione, insieme ad Antonio Vite e Niccolò di Tommaso, alla cultura figurativa pistoiese, particolarmente fervida fino al primo ventennio del Quattrocento e già vivace nella prima metà del sec. 14°, grazie soprattutto a personalità per ora designate con i nomi convenzionali di Maestro del 1310 e di Maestro del 1336, detto anche Maestro di Popiglio; in città avevano pure lasciato importanti testimonianze 'stranieri' illustri come Simone Martini, Pietro Lorenzetti e, con maggiori conseguenze, Maso. Di questa miscela di ingredienti pare sostanziata la sintassi di G., nella quale sono accolti, nel tempo, gli stimoli di un moderato aggiornamento, parallelo alle formule licenziate a Firenze da Agnolo Gaddi. Questa linea di sviluppo si osserva nella lunetta datata 1388 del duomo di Pistoia con l'Incredulità di s. Tommaso, attribuitagli da Boskovits (1975, p. 319), e così pure nel trittico firmato e datato 1390 (Biella, coll. privata), proveniente da un oratorio a Montemurlo, presso Prato. In questi dipinti si registra un allungamento delle figure, che perdono leggermente la compattezza volumetrica e la fissità dei primi prodotti.Un documento letto da Tolomei (1821, p. 69) ricorda per l'ultima volta l'artista al lavoro, a partire dal 1396, nell'oratorio de' Rossi a Pistoia; il carattere degli affreschi conservati sembra confermare la memoria archivistica e anche quanto accennato sulla limitata evoluzione stilistica di Giovanni. Alla sua fase estrema va fatto risalire pure il polittico poco noto, sebbene firmato, conservato a San Pietroburgo (Ermitage, inv. nr. 6443), nel quale è raffigurata la Madonna con il Bambino, angeli musicanti e i ss. Giacomo, Giovanni Battista, Nicola e Lorenzo (Kustodieva, 1979). Si tratta di un testo figurativo in cui è forse ravvisabile il rapporto con una personalità di spicco della generazione successiva, che proprio da G. prese le mosse, denominata con lo pseudonimo di Maestro della cappella Bracciolini (De Marchi, 1992).

Bibl.: F. Tolomei, Guida di Pistoia per gli amanti delle Belle Arti con notizie degli architetti, scultori e pittori pistoiesi, Pistoia 1821; P. Bacci, Il pittore pistoiese Sano di Giorgio discepolo di Antonio Vite, Bullettino storico pistoiese 13, 1911, pp. 197-207; A. Chiappelli, Arte del Rinascimento, Roma 1925; F. Zeri, Appunti nell'Ermitage e nel Museo Pusckin, BArte 46, 1961, pp. 219-236; M. Boskovits, Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento, 1370-1400, Firenze 1975, pp. 316-319; T.K. Kustodieva, A Signed Polyptych by Giovanni di Bartolomeo Cristiani, Soobscenija Gosudarstvennogo Erimitaza, 1979, 44, pp. 3-5, 64; E. Marino, L'affresco trecentesco via Paradisi di Giovanni di Bartolomeo Cristiani in San Domenico di Pistoia. Iconografia della partecipazione regale di Maria alla ''Traditio Regni'' di Cristo al Padre, Memorie domenicane, n. s., 18, 1987, pp. 329-346; A.G. De Marchi, Il Maestro della Cappella Bracciolini e l'avvio del Tardogotico a Pistoia, StArte, 1992, 74, pp. 5-24.

TAG

Arte del rinascimento

Giovanni del biondo

Niccolò di tommaso

Pietro lorenzetti

San pietroburgo