BAGNOLO, Giovanni Francesco Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 5 (1963)

BAGNOLO, Giovanni Francesco Giuseppe

Luigi Moretti

Nacque a Torino il 4 ott. 1709, dal conte Iacopo Antonio e da Chiara Maria Perez. Si laureò in legge nel 1733, ma si dedicò dapprima alle matematiche, alla poesia, allo studio del greco e dell'ebraico, poi i suoi interessi si concentrarono sugli studi antiquari e in particolare, a partire dal 1743, sulle Tavole di Gubbio: vi lavorò, spesso ostacolato dalla salute assai cagionevole, sino alla morte, avvenuta in Torino il 14 maggio 1768.

Gli scritti antiquari del B. sono piuttosto modesti, anche in relazione ai tempi in cui scrisse. Nel Della gente Curzia e dell'età di Q. Curzio l'istorico, Bologna 1741, sostenne che Q. Curzio Rufa visse nell'età di Costantino; nel Dell'ortatore nautico (in Raccolta d'opuscoli... dei Calogerà, XXIX, 1743, pp. 53-260) esaminò con tediosa prolissità e varie divagazioni un'iscrizione da lui ritenuta di Cento, presso Ferrara, ma in realtà proveniente da Roma (Corp. Inscript. Latin., VI, n. 10075), credendo di ravvisare nello hortator ivi ricordato un sottufficiale di marina (si tratta invece di un eccitatore di cavalli nelle gare circensi).

I suoi lunghi studi sulle Tabulae Iguvinae videro la luce, a cura di G. Vernazza, dopo la sua morte: Le Tavole di Gubbio interpretate e comentate da G.F.G. B., Torino 1792.

Il Vernazza ne pubblicò solo alcune parti, sufficienti tuttavia a darci un'idea della posizione, ormai superata, che aveva il B. nella questione: l'ebraico sarebbe stata la matrice di tutte le lingue, le Tabulae dovevano essenzialmente spiegarsi con l'ausilio del grec0, la lingua in cui erano scritte sarebbe stata il "terzo italico de' tempi di mezzo, cioè quel formato dell'italico secondario [derivato a sua volta dal pelasgico] coll'unione del greco ellenistico", ecc. Sorprendente ad esempio che il B. traducesse tote iioveine con "tutto vivente" (anziché "città iguvina") quando già G. B. Passeri e S. Maffei, coi quali il B. polemizzava, vi avevano riconosciuto l'etnico iguvino. Risibile anche l'etimologia greca del nome Iguvium,interpretato come "casa di Giove". Migliori invece, per la loro esattezza, le schede di iscrizioni piemontesi (Torino, Ivrea, Fossano), finite tra le carte di C. Gazzera assieme alle quali si conservano nell'Accademia di Torino (cfr. Corp. Inscript. Latin. V, 2, p. 775). Altri scritti antiquari (De' Liguri Taurini; Della cittadinanza Romana) rimasero inediti.

Il B., che fu anche arcade (Amelindo Permessidense), aveva scritto numerose poesie d'occasione, tra le quali quelle stampate nella Raccolta di componimenti... per L. G. Mocenigo, Venezia 1737, e quelle pubblicate per la laurea del cognato: Poesie per la laurea... di... T. G. Gianazio di Pamparato, Torino 1768.Tra gli scritti scientifici si ricorda la Lettera intorno all'aurora boreale... de' 16 dicembre 1737 (Raccolta... del Calogerà, XX, 1739, pp. 189-219) in cui polemizza col Maffei, che pure aveva in qualche modo ragione nel mettere quel fenomeno in rapporto col Sole, e segue piuttosto l'ipotesi di G. F. Baldini; infine De' quadrati magici, che non poté essere stampata nella Raccolta del Calogerà e si conserva inedita nella Bibl. Naz. di Torino (ms. 1854). Tre lettere del B. ad A. degli Abati Olivieri (1742-1750) si conservano a Pesaro (G. Mazzatinti, Inventari dei manoscritti delle Bibl. d'Italia, XXXIII, p. 127).

Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II 1, Brescia 1758, pp. 62 s.; le notizie del Mazzuchelli sono ristampate e aggiornate dal Vernazza in calce a Le Tavole di Gubbio..., pp. 113-135. Per l'attività poetica del B., vedi T.Vallauri, Storia della poesia in Piemonte, II, Torino 1841, pp. 311 s.

CATEGORIE