GIGLI, Giovanni

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 54 (2000)

GIGLI, Giovanni

Atis V. Antonovics

Nacque a Bruges probabilmente nel 1434, "ex honestis mercatoribus", secondo le parole di Pietro Griffi (Monaco, p. 318), da Carlo e da Camilla Cagnoli.

I Gigli erano un'importante famiglia lucchese, attiva nel commercio e nella vita politica di Bruges dove, dalla fine del XIV secolo, i mercanti di Lucca avevano creato una fiorente colonia. Sembra che il G. venisse educato almeno in parte in Inghilterra, a Oxford, benché non esistano registri degli studenti per questo periodo che possano confermarlo, ottenendo il titolo di doctor utriusque iuris. Fu probabilmente durante il soggiorno in Inghilterra, in giovane età, che acquisì la conoscenza della lingua inglese, grazie anche alla quale fu nominato collettore e nunzio pontificio in Inghilterra dal 1º apr. 1476. Era sicuramente in Inghilterra il 10 apr. 1477 e nello stesso anno, in dicembre, ottenne la cittadinanza inglese. Prima di questa data egli sembra aver goduto della protezione del cardinale Marco Barbo, appartenente alla stessa famiglia di Paolo II.

Sempre in Inghilterra il G. ottenne presto il favore di Edoardo IV: divenne canonico della cattedrale di Wells nel 1478 e acquisì altri benefici minori. Nel 1479 si recò a Roma in missione per conto del re, ma era di nuovo a Londra dal 21 marzo 1480. Intervenne al sinodo di Londra, convocato al fine di ottenere sovvenzioni per la crociata contro i Turchi che erano sbarcati a Otranto, ed ebbe anche la funzione di commissario per la raccolta di denaro per un tentativo di crociata sotto Innocenzo VIII. Fu durante il periodo in cui era collettore e inviato per le crociate in Inghilterra che William Caxton emise diverse indulgenze per le crociate per le quali il G. raccoglieva il denaro; è possibile che i contatti fra i due risalissero ai tempi trascorsi da entrambi a Bruges, ma non ci sono prove definitive a riguardo. Il G. fu coinvolto nelle indagini sulle attività di John Sante, abate di Abingdon, connesse alla vendita di indulgenze.

Il 25 genn. 1485 il G. venne confermato nell'incarico di collettore da Innocenzo VIII, ed ebbe un ruolo importante nell'ottenimento della dispensa per il matrimonio di Enrico VII con Elisabetta di York. Nel 1489, durante una missione a Calais, incontrò gli inviati francesi di Carlo VIII, fra i quali era Robert Gaguin, che provocò una disputa letteraria con gli umanisti residenti in Inghilterra, fra i quali lo stesso G., Pietro Carmeliano e Bernard André.

Il G. lasciò l'Inghilterra poco dopo il 1489; fu designato a succedergli nella carica di collettore pontificio Adriano Castellesi. Nel 1490 fu nominato, con sir David Williams, oratore della Corona inglese a Roma, che il G. raggiunse dopo un viaggio avventuroso, durante il quale fu costretto a un soggiorno forzato a Lione per motivi di salute. Nel 1492, in qualità di procuratore di Enrico VII, introdusse presso Alessandro VI il nuovo oratore reale John Shirwood.

Nella Curia il G. ricoprì diversi incarichi, rappresentando gli interessi di Enrico VII; fu in rapporto con l'ospizio degli inglesi di Roma e divenne camerario nel 1494 con Robert Morton, vescovo di Worcester. Il G. sviluppò inoltre relazioni particolarmente strette con Francesco Piccolomini, cardinale protettore dell'Inghilterra dal 1492.

In Inghilterra il G. era divenuto intimo di alcuni fra i membri più influenti dell'entourage di Enrico VII, in particolare di John Morton, arcivescovo di Canterbury e cardinale dal 1493, e di Richard Fox, vescovo di Winchester, che venne indicato dal G. come "Maecenus meus" (Londra, British Library, Harley 336, c. 86v). Come ricompensa per i suoi servigi alla Corona inglese, nel 1497 successe a Robert Morton come vescovo di Worcester, sede che venne successivamente occupata dal nipote del G., Silvestro. Il G. non visitò mai la sua diocesi né vi risiedette, ma si è conservato il registro vescovile, all'interno del quale si ricorda il tentativo compiuto da Enrico VII di fargli ottenere il cardinalato.

Il G. morì a Roma il 25 ag. 1498 e fu sepolto nel Collegio inglese. Un suo ritratto risalente al XVI secolo è conservato presso la chiesa di S. Michele a Lucca.

Il G. si dedicò anche all'attività letteraria. Fra i testi da lui composti si ricordano: l'epitalamio per il matrimonio di Enrico VII ed Elisabetta di York, composto di 500 esametri latini (Londra, British Library, Harley 336). Nel manoscritto che lo conserva sono inclusi anche il De observantia quadragesimali, in prosa, e un componimento genetliaco e due epigrammi composti per la nascita del principe Arturo (1468). Questo manoscritto non fu composto per il re, come spesso è stato indicato, ma per Richard Fox, il quale, nella lettera dedicatoria, è lodato per la sua attività di protettore di attività letterarie (il ms. è descritto in Kristeller). Un'altra versione di alcuni dei componimenti in esso contenuti si trova a New Haven, Yale University Library, ms. 25. Il G. dedicò a lady Margaret Beaufort, madre di Enrico VII, un manoscritto liturgico della messa per la festività del Santo Nome di Gesù (Londra, British Library, Add. mss. 33772). Il G. dedicò inoltre al cardinale John Morton un'opera sulla canonizzazione dei santi composta in occasione dei tentativi compiuti per ottenere la canonizzazione di Enrico VI.

Alcuni dispacci inviati dal G. e conservati a Venezia furono pubblicati da L.G. Pelissier in Catalogue des documents de la collection Podocataro à la Bibliothèque Marciana à Venise, in Centralblatt für Bibliothekswesen, XVIII (1901), pp. 473-493, 521, 541, 576-598.

Un componimento in latino in suo onore in qualità di inviato papale fu composto da Bernard André, il quale compose anche un'elegia, ora perduta, in occasione della sua morte.

Fonti e Bibl.: I. Burchardus, Liber notarum, a cura di E. Celani, in Rer. Ital. Script., 2a ed., XXXII, 1, p. 370; M. Monaco, Il De officio collectoris in Regno Angliae di Pietro Griffi da Pisa (1469-1516), Roma 1973, pp. 214 s., 317-319 e ad indicem; Calendar of State papers, … English affairs… in Venice, I, 1, 1202-1509, a cura di R. Brown, London 1864, I, pp. 158, 165, 171-173, 177-178, 192-194, 212, 215, 260 s.; Calendar of entries in the Papal Registers relating to Great Britain and Ireland, XIV, 1484-1492, London 1960, pp. 14-17, 34, 54, 56; M. Creighton, The Italian bishops of Worcester, London 1902, pp. 202-234; S. De Ricci, Census of Caxton, London 1909, pp. 70 s.; J.W. Clark, A new copy of Caxton's indulgence, in Speculum, IX (1934), pp. 301-303; B. Behrens, Origins of the office of English resident ambassador at Rome, in English Historical Review, XLIX (1934), pp. 301-303; R. Weiss, Lineamenti di una biografia di G. G., collettore papale in Inghilterra e vescovo di Worcester (1434-1498), in Riv. di storia dellaChiesa in Italia, I (1947), pp. 379-389; W.E. Lunt, Financial relations of the Papacy with England, II (1327-1534), Cambridge, MA, 1962, pp. 152 s., 588 s., 794; The English hospice at Rome. The venerable sexcentenary issue, Exeter 1962, pp. 5, 103, 155 s., 158 s., 179; W.E. Wilkie, The cardinal protectors of England. Rome and the Tudor before the Reformation, Cambridge 1974, pp. 14, 17-24, 55-57, 108; G. Tournoy-Thoen, Het vroegste Latijnse humanistische epithalamium in Engeland (I primi epitalami latini umanistici in Inghilterra), in Handelingen van de Koninklijke ZuidnederlandseMaatschappij voor Taal - en Letterkunde en Geschiedenis, XXXII (1978), pp. 168-180; D. Carlson, King Arthur and court poems for the birth of Arthur Tudor in 1486, in Humanistica Lovaniensia, XXXVI (1987), pp. 147-183; Id., Politicing Tudor court literature: Gaguin's embassy and Henry VII's humanists, in Studies in philology, LXXXV (1988), pp. 279-304; M.E. Jones - M.G. Underwood, The king's mother, Cambridge 1992, pp. 176 s.; D. Carlson, English humanist books, Toronto 1993, pp. 6, 196, 209; M.E. Bratchell, Lucca 1430-1494, Oxford 1995, pp. 106 s., 166, 270 s.; D. Carlson, The writings of Bernard André (c. 1450 - c. 1522), in Renaissance Studies, XII (1998), p. 233; Dictionary of National Biography, VII, p. 1190; P.O. Kristeller, Iter Italicum, IV, pp. 154 s.; Dict. d'hist. et de géogr. ecclésiastiques, XX, coll. 1288 s.

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