LULIER, Giovanni Lorenzo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 66 (2006)

LULIER, Giovanni Lorenzo (Giovanni o Giovannino del Violone)

Arnaldo Morelli

Nacque a Roma intorno al 1660 da famiglia di probabile origine spagnola.

Secondo Pitoni, il L. "fu scolare di contrapunto di Pier Simone Agostini"; tale discepolato deve essere collocato prima del 1679, anno in cui Agostini lasciò Roma per assumere la carica di maestro di cappella di Ranuccio II Farnese duca di Parma. Nel 1676 il L. compare per la prima volta in un documento: il suo nome è, infatti, elencato fra i musicisti ingaggiati per la festa del santo titolare a S. Luigi dei Francesi; continuò a partecipare regolarmente, fino al 1699, come suonatore di violone o di violoncello, alle musiche delle principali festività solennizzate in questa chiesa.

Il 13 ott. 1679 il L. fu ammesso nella Congregazione dei musici di S. Cecilia, dove avrebbe ricoperto la carica di guardiano nel 1692-93. Nel marzo 1681 entrò al servizio del cardinale B. Pamphili in qualità di "aiutante di camera", con un salario mensile di scudi 10,50 (Roma, Arch. Doria Pamphili, 2.1/A: Rolli di Benedetto Pamphilj 1666-1686); collaborò stabilmente come violoncellista e violonista alle numerose attività musicali promosse da Pamphili, nonché come compositore, mettendo in musica diversi componimenti poetici in gran parte dello stesso cardinale, come gli oratori S. Vittoria (1685), S. Maria Maddalena de' Pazzi (1687), e S. Beatrice d'Este (1689), e alcune cantate, come Sarei troppo felice (1682) e Non vantar tanta bellezza (1689), entrambe per soprano, due violini e basso continuo, e Già di trionfi onusto (Il Germanico, 1688); Con eccessi di sventura (La fortuna, 1690), Il nemico d'Amore (Narciso al fonte, 1690); In questo della terra ermo confine (S. Francesco Xaverio moribondo vicino a Goa, 1685), per soprano e basso continuo (cfr. Montalto, p. 505).

Proprio in quegli anni, alla corte di Pamphili, si consolidò lo stretto rapporto di lavoro fra il L. e i violinisti A. Corelli e M. Fornari, passati anch'essi dal 1688 alle dipendenze del cardinale, ma che già collaboravano alle sue attività almeno dal 1684. I tre musicisti diventarono una sorta di stabile trio, impiegato come "concertino" nelle più importanti musiche da chiesa e da camera di Roma, specialmente nelle orchestre di grandi dimensioni che da quegli anni entrarono in voga, in particolare nell'esecuzione di oratori, serenate e accademie per musica.

Un Carlo Nunzio Lulier, probabilmente fratello del L., fu anch'egli alle dipendenze di Pamphili, fino alla morte del cardinale (22 marzo 1730), che lo beneficò di un legato per essere stato "cinquantadue anni al suo servizio" (ibid., pp. 226, 521 s.).

Negli anni 1682 e 1690 il L. partecipò come suonatore di violone agli oratori quaresimali al Ss. Crocifisso di S. Marcello, dove nel 1692 fu eseguito il suo oratorio Bethsabeae melodramma. Nel 1688 e nel 1695, il L. figura fra gli appartenenti al gruppo dei cosiddetti "musici di Campidoglio" in qualità di trombonista (Rostirolla).

Il L. restò al servizio di Pamphili fino al marzo 1690 - quando questi era prossimo a trasferirsi a Bologna in qualità di legato pontificio -, per passare immediatamente dopo alle dipendenze del cardinale Pietro Ottoboni, nipote del papa allora regnante, Alessandro VIII. A partire dall'aprile 1690, infatti, il L. compare nel "rollo della famiglia dell'em.mo et rev.mo card.le Ottoboni", con lo stipendio di 10 scudi mensili, accanto ai violinisti Corelli e Fornari, anch'essi passati al servizio del cardinale, ai cantanti A. Adami, P. Tiepoli e G. Ceccarelli, e al compositore F.C. Lanciani.

Il L. proseguì l'attività di virtuoso di violone e violoncello nelle musiche patrocinate per le occasioni più diverse, sia religiose sia secolari, dal cardinale Ottoboni, nel palazzo della Cancelleria e nell'annessa chiesa di S. Lorenzo in Damaso, ma anche nel palazzo apostolico Vaticano per la notte di Natale, e durante i soggiorni del cardinale nell'abbazia di S. Paolo ad Albano. Il nuovo rapporto instauratosi con Ottoboni consentì al L. non soltanto di continuare a comporre oratori e cantate, ma di estendere la propria produzione all'opera, genere che fino ad allora non aveva ancora affrontato. Agli anni Novanta risalgono infatti i drammi per musica L'Agrippina (1691; non rappresentato per la sopravvenuta morte di Alessandro VIII) e Fausta restituita al impero (1697), e quelli scritti in collaborazione con altri musicisti quali La santa Genuinda, ovvero L'innocenza difesa dall'inganno (1694), Il Clearco in Negroponte (1695); la favola pastorale L'amore eroico fra pastori, "rappresentata nel 1696 col mezzo di bellissime figurine che con mirabile artifizio operavano al naturale" (Della Seta, p. 135), il Temistocle in bando (1698).

Allo stesso decennio risalgono altri importanti lavori, come gli oratori La Bersabea (1692), Per la nascita del Redentore (1698), e La fondazione dell'Ordine dei servi di Maria (1699), e altri componimenti per musica come l'Applauso musicale a quattro voci nel giorno natalizio dell'ill.ma et ecc.ma sig.ra d. Maria de Giron e Sandoval, duchessa di Medinaceli, ambasciatrice di Spagna, serenata a quattro voci e archi con "concerti d'Arcangelo Corelli" (testo F.M. Paglia, agosto 1693); una "Cantata a tre" (Tirsi, Daliso, Lisetta) "per un'accademia" da identificare probabilmente con la "suntuosa serenata [(] con cento istrumenti da arco" data il 9 ag. 1694 nel giardino della Cancelleria (diario del conte G.B. Campello, cit. in Griffin, p. 212; Lindgren, p. 56). Per quanto il L. fosse attivo, come compositore, principalmente nel campo della musica teatrale e da camera, si ha notizia di una sua composizione sacra, un "Te Deum fatto cantare a 3 in Albano composto dal sig. Giovanni del violone", copiato per conto del cardinale Ottoboni nel novembre 1694 (Marx, 1968, p. 144).

Nella congregazione generale dell'Arcadia, tenuta "nella capanna del serbatoio" il 20 maggio 1696, in risposta all'istanza avanzata da "varij eccellenti virtuosi di musica e di suono d'essere apprezzati in guisa che alla conversazione degl'Arcadi possano mostrare la loro virtù", fu deciso di costituire "un corpo di siffatti virtuosi sotto nome di coro d'Arcadia" di cui facevano parte il L., i violinisti Corelli e Fornari, il violoncellista G. Bononcini, i cantanti "Giuseppe [Ceccarelli] d'Orsino", "Pasqualino [Tiepoli]", e il "maestro di cappella" B. Pasquini; tuttavia, non sembra che questo "coro" si fosse mai tradotto in realtà (Della Seta, pp. 125 s., 139).

Il L. morì improvvisamente a Roma il 29 marzo 1700.

In un avviso del 3 aprile si legge, infatti, che: "replicò giovedì sera [1( apr. 1700] il card. Ottoboni l'oratorio del giovedì passato [Ss. Annunziata] coll'intervento pure della regina [Maria Casimira di Polonia] e di molti cardinali, con ugual applauso, benché sia mancato il compositore della musica, cioè il famoso suonatore di violone Gio. Lulier che morì lunedì d'incidente apoplettico" (Roma, Biblioteca dell'Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana, Mss., 1694, c. 32; Staffieri, pp. 142 s.).

Composizioni (salvo diversa indicazione tutte eseguite in Roma).

Opere: L'Agrippina (G.D. De Totis; carnevale 1691; libretto manoscritto in Arch. di Stato di Perugia - Sez. di Spoleto, Archivio Campello, F.Ms.107/2; cfr. Chirico, Il fondo Campello, p. 168); La santa Genuinda ovvero L'innocenza difesa dall'inganno (dramma sacro attribuito a P. Ottoboni, palazzo della Cancelleria, 1694; soltanto il I atto; II atto di A. Scarlatti; III atto di C.F. Pollaroli; partitura a Londra, British Library, Add. Mss., 16123-16125); Il Clearco in Negroponte (A. Arcoleo; teatro Tordinona, 1695; soltanto il III atto; I atto di B. Gaffi; II atto di C.F. Cesarini); L'amore eroico fra pastori (favola pastorale; Ottoboni; palazzo della Cancelleria, 1696; libretto manoscritto in Arch. di Stato di Perugia -Sez. di Spoleto, Archivio Campello, F.Ms. N.S., cart. A, f. 2/1: cfr. Chirico, Il fondo Campello, p. 165; soltanto il II atto; I atto di Cesarini; III atto di Bononcini); Fausta restituita al impero (dall'Odoacre di N. Bonis; teatro Tordinona, 1697); Temistocle in bando (A. Morselli; teatro Capranica, 1698; soltanto il I atto; II atto forse di M.A. Ziani; III atto di Bononcini).

Arie dalle sopraelencate opere sono conservate a Bruxelles (Bibliothèque royale), Firenze (Biblioteca del Conservatorio), Londra (British Library e Royal College of Music), Monaco di Baviera (Bayerische Staatsbibliothek), Münster (Bischöfliches Priesterseminar, Santini-Bibliothek), New York (coll. privata di Laurence Libin), Oxford (Bodleian Library), Parigi (Bibliothèque nationale), Roma (Biblioteca dell'Acc. naz. dei Lincei e Corsiniana, Biblioteca Casanatense) e presso la Biblioteca apost. Vaticana (cfr. Lindgren, in New Grove [ed. 2001], p. 290).

Oratori: S. Vittoria a quattro voci (B. Pamphili; Seminario romano, marzo 1685); S. Maria Maddalena de' Pazzi a quattro voci, con introduzione a tre voci (Pamphili; Roma, 6 giugno 1687; partitura a Modena, Biblioteca Estense universitaria, Mus., F.671; replicato a Modena [1688], Ferrara [1689]; Firenze [1705]); La Purità trionfante a quattro voci (G.A. Lorenzani; oratorio di S. Girolamo della Carità, 1688 in collab. con L. Amadori, G. Ercole, Gaffi e Pasquini); S. Beatrice d'Este a cinque voci (Pamphili o G.C. Grazzini; palazzo Pamphili, 31 marzo 1689; replicato a Modena [1689, 1697, 1699, 1701]; partitura Parigi, Bibliothèque nationale, Conservatoire, D.7217, proveniente dalla Raccolta Estense di Modena; Chiarelli, n. 895); Bethsabeae melodramma (G.F. Rubini; oratorio del Ss. Crocifisso, 21 marzo 1692); La Bersabea (M. Brugueres; palazzo Savelli, palazzo della Cancelleria, Seminario Romano, marzo 1692, e Firenze, oratorio di S. Filippo Neri, 1693; Morelli, 1986, pp. 127, 142 s.); La fondazione dell'Ordine dei servi di Maria (Ciro Lando [pseud. di Carlo Doni]; Todi 1699, e S. Giovanni dei Fiorentini, 28 febbr. 1700; Morelli, 1997, p. 142); Per la nascita del Redentore (Ottoboni; oratorio di S. Maria in Vallicella, 26 dic. 1700; partitura nella Biblioteca apost. Vaticana, Ott. lat., 3392; Morelli, 1991, pp. 58, 81, 187); Oratorio della Ss. Annunziata (Ottoboni; palazzo della Cancelleria, marzo 1700; Staffieri, p. 143).

Cantate: oltre a quelle menzionate, una "cantata a due con violini" (copiata nel luglio 1695; Marx, 1968, p. 148), forse da identificare con la cantata Era pur meglio amor "con violini, mandata all'ecc.ma sig.ra principessa Pallavicini" per conto del cardinale Ottoboni nell'ottobre 1695 (ibid.); il Componimento drammatico ("Chi mi porta su l'ali") a tre voci (Gloria, Roma, Valore) con oboe, flauto e archi (testo G.B. Grappelli; febbraio 1700; partitura Amburgo, Staats- und Universitätsbibliothek, M.A/797). Altre cantate sono conservate a Cambridge (Fitzwilliam Museum), Londra (British Library), Münster (Bischöfliches Priesterseminar, Santini-Bibliothek), Parigi (Bibliothèque nationale), Roma (Biblioteca dell'Acc. naz. dei Lincei e Corsiniana) e presso la Biblioteca apost. Vaticana.

Fonti e Bibl.: G.O. Pitoni, Notitia de' contrapuntisti e compositori di musica (circa 1730-35), a cura di C. Ruini, Firenze 1988, p. 339; L. Montalto, Un mecenate in Roma barocca: il cardinale Benedetto Pamphili (1653-1730), Firenze 1955, ad ind.; A. Liess, Materialien zur römischen Musikgeschichte des Seicento. Musikerlisten des Oratorio S. Marcello, 1664-1725, in Acta musicologica XXIX (1957), pp. 160, 163; H.J. Marx, Die Musik am Hofe Pietro Kardinal Ottobonis unter A. Corelli, in Analecta musicologica, V (1968), pp. 104-177; R. Giazotto, Quattro secoli di musica dell'Acc. nazionale di S. Cecilia, I-II, Roma 1970, I, pp. 297 s., 375; F. Della Seta, La musica in Arcadia al tempo di Corelli, in Nuovissimi studi corelliani. Atti del Convegno(, Fusignano( 1980, a cura di S. Durante - P. Petrobelli, Firenze 1982, pp. 123-150; T. Griffin, The late Baroque serenata in Rome and Naples: a documentary study with emphasis on A. Scarlatti, diss., University of California, Los Angeles, 1983, pp. 196, 212-214, 316 s.; H.J. Marx, Die "Giustificazioni della casa Pamphilj" als musikgeschichtliche Quelle, in Studi musicali, XII (1983), pp. 121-187; L. Lindgren, Il dramma musicale a Roma durante la carriera di A. Scarlatti (1660-1725), in Le muse galanti. La musica a Roma nel Settecento, a cura di B. Cagli, Roma 1985, pp. 56 s.; J. Lionnet, La musique à St-Louis des Français de Rome au XVIIe siècle, I-II, Venezia 1985-86, II, pp. 141-183 (suppl. a Note d'archivio per la storia musicale, n.s., III-IV); A. Morelli, Il "Theatro spirituale" e altre raccolte di testi per oratorio romani del Seicento, in Riv. italiana di musicologia, XXI (1986), pp. 127, 142 s.; A. Chiarelli, I codici della Raccolta Estense, Firenze 1987, ad ind.; S. Franchi, Drammaturgia romana, Roma 1988, ad ind.; S. La Via, "Violone" e "violoncello" a Roma al tempo di Corelli, in Studi corelliani IV. Atti del Convegno(, Fusignano( 1986, a cura di P. Petrobelli - G. Staffieri, Firenze 1990, pp. 178-181; G. Staffieri, Colligite fragmenta. La vita musicale romana negli "Avvisi Marescotti" (1683-1707), Lucca 1990, ad ind.; A. Morelli, Il tempio armonico. Musica nell'Oratorio dei filippini in Roma (1575-1705), Laaber 1991, pp. 58, 81, 187; G. Rostirolla, La professione di strumentista a Roma nel Sei e Settecento, in Studi musicali, XXIII (1994), p. 90; A. Morelli, La circolazione dell'oratorio italiano nel Seicento, ibid., XXVI (1997), pp. 105-186; P. Allsop, A. Corelli: "new Orpheus of our times", Oxford 1999, ad ind.; T. Chirico, Il fondo Campello di Spoleto: autografi ottoboniani e altri testi per musica, in Analecta musicologica, XXXVII (2005), pp. 165, 168; Id., L'"Agrippina" e due cantate sconosciute di Giuseppe Domenico De Totis, in Studi musicali, XXXIV (2005), pp. 51-135; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Indici, I, p. 410; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XV, pp. 289 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart (ed. 2004), Personenteil, XI, coll. 576 s.

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