LUZZI, Giovanni

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 66 (2006)

LUZZI, Giovanni

Laura Demofonti

Nacque a Tschlin, un villaggio della bassa Engadina, nel Cantone svizzero dei Grigioni, l'8 marzo 1856 da Jon Lüzi e Uorschla Scharplaz, mentre un incendio, divampato due giorni prima, distruggeva l'intero Comune. L'anno successivo i genitori decisero di emigrare in Italia e si stabilirono a Lucca, meta privilegiata di molte famiglie grigione, dove il padre avviò una piccola attività, aprendo dapprima un caffè, poi una drogheria.

Il L. si formò a Lucca fra il 1857 e il 1877, frequentando dal 1869 il ginnasio e dal 1874 il liceo. Nel frattempo però, due gravi lutti colpirono la famiglia: la madre morì in seguito a un'epidemia di vaiolo nel 1873, e tre anni dopo seguì la morte del padre, che lasciava al L. ventenne, il peso di attività familiari poco redditizie e la responsabilità delle tre sorelle minori. Nell'autunno del 1877, conseguita la licenza liceale, il L. si trasferì a Firenze, dove aveva sede la facoltà teologica della Chiesa valdese, per proseguire i suoi studi e prepararsi al ministero evangelico con il proposito di diventare pastore in una parrocchia svizzera di lingua italiana.

Presso la facoltà teologica, il L. si dedicò in modo particolare allo studio dell'esegesi greca ed ebraica del Nuovo Testamento, mentre prendeva lezioni di ebraico e di letteratura latina all'Istituto di studi superiori, e iniziava a studiare il tedesco privatamente.

Nel corso del 1878, al secondo anno dei suoi studi teologici, il L. incontrò G. Comandi, fondatore e direttore di un orfanotrofio evangelico. Scoraggiato dal modesto ambiente intellettuale della facoltà, il L. accettò, nel 1880, l'offerta di svolgere presso l'asilo Comandi opere di assistenza e di educazione religiosa in cambio dell'alloggio e di un piccolo stipendio, con cui poté sostenere le spese della sua permanenza a Firenze e proseguire gli studi per proprio conto.

Nel giugno del 1886 discusse, presso la facoltà teologica, la tesi di esegesi greca sulla prima lettera di s. Pietro, prima di ricevere, il 6 settembre, la consacrazione al pastorato e partire per Edimburgo con una borsa di studio offertagli dalla Chiesa valdese in segno di riconoscenza per il lavoro volontario da lui svolto in collaborazione con P. Geymonat nella chiesa dell'Oratorio di Firenze. Nell'anno trascorso in Scozia come studente della facoltà di teologia dell'Università di Edimburgo, il L. proseguì i suoi studi di ebraico, finché dalla Chiesa valdese non gli giunse l'offerta di assumere la guida di una parrocchia fiorentina, che lo avrebbe riportato in Italia al fianco della moglie scozzese Eva Henderson. Il 1( nov. 1887 si insediò quindi come pastore alla direzione della chiesa valdese di via de' Serragli, dove rimase fino al 1902.

Durante i quindici anni di ministero fiorentino il L. interpretò il suo ruolo all'interno della Missione evangelica italiana impegnandosi non tanto nell'opera di proselitismo, quanto nel dialogo e nella collaborazione con tutti coloro, laici o sacerdoti, che aspiravano a rifondare l'unità della Chiesa cristiana sui principî e sui valori dell'insegnamento evangelico. Oltre alla intensa attività pastorale, numerose furono le sue iniziative in campo sociale, che rispondevano alla interpretazione viva e attiva della fede cristiana che il L. aveva fatto propria. Nel 1891 fondò nel quartiere popolare di S. Frediano le cucine economiche e tre anni dopo il dispensario medico, opere che rimasero in attività fino allo scoppio della Grande Guerra.

Nel 1902 il Sinodo valdese gli affidò la cattedra di teologia sistematica alla facoltà valdese di Firenze, dove il L. insegnò diverse discipline fino al 1923, orientando la stessa facoltà verso una più decisa adesione alla teologia liberale e favorendone l'inserimento all'interno del contesto culturale italiano. Nel gennaio 1904 costituì, a Roma, con la collaborazione del metodista S. Mastrogiovanni, la Federazione italiana degli studenti per la cultura religiosa, ramo italiano della World Student Christian Federation, che aveva il compito di promuovere l'attività sociale degli studenti e favorire tra loro uno scambio culturale. La Federazione italiana si proponeva come un'organizzazione ecumenica, che il L. dotò anche di una rivista, il cui primo numero uscì nel novembre del 1908 con il titolo Fede e vita. Intanto, nell'aprile del 1905, aveva ricevuto dall'Università di Edimburgo la laurea honoris causa in teologia.

In quegli stessi anni, il L. ideava il progetto di una traduzione italiana della Bibbia dai testi originali, che intendeva essere il frutto di un accurato lavoro di esegesi attraverso il moderno metodo storico-critico, distaccato dalle dispute confessionali e per questo destinato a ricevere riconoscimenti importanti anche in ambito cattolico.

Dapprima si dedicò alla revisione della traduzione italiana della Bibbia fatta da G. Diodati agli inizi del Seicento, poi, dal 1906 iniziava l'opera di traduzione alla quale avrebbe dedicato i successivi 25 anni del suo lavoro.

Il primo passo verso la realizzazione di tale impresa fu la creazione, il 27 apr. 1909, di una Società editrice per la pubblicazione dei suoi studi biblici, cui diede il nome di Fides et Amor, coinvolgendo come soci una maggioranza di cattolici, alcuni rappresentanti della Chiesa greco-orientale ortodossa, e una minoranza di evangelici. Fra le prime opere che il L. pubblicò presso la sua casa di edizioni si ricordano I Vangeli e gli Atti degli apostoli (1909) e il Nuovo Testamento annotato (1911), di cui fu stampata nel 1914 una seconda edizione, che apparve anche in una versione speciale dedicata ai militari impegnati al fronte.

Il lungo lavoro di esegesi e di traduzione della Bibbia costituì per il L. il terreno d'incontro con i maggiori esponenti cattolici del modernismo e ne fece il pioniere di un atteggiamento di apertura in cui si rifletteva l'impegno di promuovere in Italia un risveglio della coscienza religiosa e il sogno ecumenico di un riavvicinamento fra le diverse denominazioni cristiane.

Nell'ottobre del 1912 partì alla volta degli Stati Uniti, in seguito all'invito del Theological Seminary di Princeton a tenere un corso di lezioni.

Durante un soggiorno di circa tre mesi, il L. tenne sermoni e conferenze viaggiando attraverso le principali città e incontrando personalità di rilievo, fra cui il futuro presidente W. Wilson e la signora Emma Baker Kennedy, che avrebbe sostenuto finanziariamente il progetto di edizione della Bibbia.

Fedele al suo ideale ecumenico, nel 1914 il L. diede vita a una iniziativa interconfessionale con la Lega di preghiera per la riunione delle Chiese, cui partecipavano rappresentanti delle chiese valdese, cattolica, ortodossa russa, anglicana e metodista-luterana.

Il 2 ott. 1917 fu insignito del dottorato in teologia honoris causa presso il Presbyterian College di Montreal.

Quando nel 1920 la sede della facoltà valdese di teologia venne trasferita a Roma, il L., giunto nella capitale, incontrò difficoltà ad ambientarsi: il bisogno di raccoglimento e di concentrazione per la prosecuzione del lavoro di traduzione della Bibbia lo convinse, dopo solo due anni, a dimettersi dall'incarico di professore. Nel giugno del 1923, lasciò Roma per assumere la cura pastorale di una parrocchia protestante di Poschiavo, nei Grigioni, dove rimase per i successivi sette anni.

A Poschiavo, il L. si dedicò quasi interamente alla sua opera esegetica sottoponendosi, soprattutto dopo la morte del figlio avvenuta nel 1925, a ritmi di lavoro molto intensi. Sempre a Poschiavo prese parte al progetto di traduzione della Bibbia nella lingua romancia, di cui ormai non esistevano che pochi esemplari di una versione datata. Con la collaborazione del pastore J.U. Gaudenz, cui era affidata la traduzione del Nuovo Testamento, e del pastore R. Filli, che tradusse i Salmi, il volume venne dato alle stampe dalla Casa Engadin Press di Samedan e San Murezzan nel 1932.

Deciso a completare la sua versione italiana della Bibbia, il 14 sett. 1930, il L. lasciò il suo incarico di parroco e da Poschiavo fece ritorno a Firenze, dove poco dopo accolse comunque la richiesta della chiesa olandese-alemanna di Livorno, recandovisi per tre anni, due volte al mese, ad aiutare la comunità.

Ultimata nel 1931 la pubblicazione dei dodici volumi della Bibbia tradotta in italiano, il L. lavorò ancora intensamente pubblicando alcuni scritti, fra cui una raccolta di prediche e riflessioni, All'ombra delle sue ali. Raccolta di sermoni per ogni domenica e festa principale dell'anno (Firenze 1933); l'autobiografia Dall'alba al tramonto. Appunti autobiografici (ibid. 1934), nonché una sintesi del suo pensiero teologico La religione cristiana secondo la sua fonte originale (Roma 1939).

Quando nel giugno del 1940 l'Italia entrò in guerra, il L. si trovava, come d'abitudine nei mesi estivi, a Poschiavo, dove decise di rimanere insieme con la famiglia. Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita, rivedendo alcune sue posizioni e abbandonando i toni concilianti nei confronti della Chiesa cattolica e dello stesso regime fascista, cui inizialmente aveva guardato non senza speranze e attese per il rinnovamento morale e religioso della nazione italiana.

Il L. morì a Poschiavo il 25 genn. 1948.

Per i numerosi scritti del L., oltre a quelli citati nel testo, si veda l'elenco curato da E. Peyrot, Bibliografia degli scritti di G. L., in Boll. della Soc. di studi valdesi, XCI (1970), 127, pp. 59-86.

Fonti e Bibl.: Presso l'Archivio storico della Tavola valdese di Torre Pellice sono conservati: la cartella personale del L. con 53 fascicoli di sue lettere inviate dal 1875 al 1948 (s. IX, cart. 116); due volumi di copialettere che si riferiscono al suo ruolo di capo distretto (s. V, vol. 280, 1897-98; vol. 281, 1906-08). Nell'Archivio della Società di studi valdesi sempre di Torre Pellice (Carte Luzzi, f. 1) si trova il manoscritto inedito di uno studio intitolato Passato, presente, avvenire delle due corporazioni cattolica e riformata in Val Poschiavo. Vedi inoltre: Roma, Arch. della facoltà valdese di teologia, Corrispondenza varia; Scuol, Arch. del Museo d'Engiadina Bassa, Fondo Luzzi.

V. Vinay, Facoltà valdese di teologia 1855-1955, Torre Pellice 1955, pp. 109-116; A. Zussini, U. Ianni e i modernisti, in Fonti e documenti (Urbino), 1976-77, vol. 5-6, pp. 128, 161 s., 175-182, 185 s., 193, 196, 199 s., 204 ss., 209, 213 s., 221 ss., 227, 233 s., 247 s., 258, 261 s., 289, 292; F. Aronica, Problemi dell'ecumenismo, ibid., pp. 321, 334, 336, 339-342, 363-366, 369 s.; V. Vinay, Storia dei valdesi, III, Torino 1980, pp. 335-337; L. Giorgi, La questione modernista e il protestantesimo italiano, in Fonti e documenti, 1982-83, vol. 11-12, pp. 442-517; ibid., 1987-88, vol. 16-17, pp. 169 s., 179, 209, 244, 548; L.H. Berkhof, 200 anni di teologia e filosofia. Da Kant a Rahner: un itinerario di viaggio, Torino 1992, pp. 428-430; H.-P. Dür-Gademann, G. L. traduttore della Bibbia e teologo ecumenico, Torino 1996 (cui si rimanda per i riferimenti bibliografici pressoché completi); G. Spini, Italia liberale e protestanti, Torino 2002, pp. 109, 144, 147 s., 259-263, 285, 297, 300, 308, 310, 319 s., 322 s., 325 s., 332 s., 342, 344, 388, 395; L. Demofonti, La Riforma nell'Italia del primo Novecento. Gruppi e riviste di ispirazione evangelica, Roma 2003, pp. 114, 120, 125 ss.; D. Maselli, Storia dei battisti italiani 1873-1923, Torino 2003, pp. 106 s., 145; G. Rota, Giuseppe Gangale. Filosofia e protestantesimo, Torino 2003, pp. 11, 13, 24, 129; Enc. Italiana, Appendice II, sub voce.

CATEGORIE
TAG

Atti degli apostoli

Letteratura latina

Nuovo testamento

Chiesa cattolica

Protestantesimo