ANGIOLELLO, Giovanni Maria

Enciclopedia Italiana (1929)

ANGIOLELLO, Giovanni Maria

Giuseppe Caraci

Nacque a Vicenza da antica ed illustre famiglia patrizia, fra il 1451 e il 1452. Partito da Venezia nel 1468, dopo aver preso parte, col fratello Francesco, che vi doveva lasciar la vita, al memorabile assedio di Negroponte, venne condotto schiavo a Costantinopoli: qui nel 1472 si trovava al servizio di Muṣṭafà, secondogenito di Maometto II. Con questo egli combatté nella guerra contro il turcomanno Ūzun Ḥasan, scià di Persia, fra il 1472 e il 1473. Morto nel 1474 Muṣṭafa, passò alla corte di Maometto, nel periodo più splendido del suo regno. Accompagnò gli eserciti turchi nelle campagne del 1476 e 1477, contro la Moldavia e l'Ungheria, poi agli assedî di Croia e di Scutari, quindi nella spedizione asiatica del 1481 e in quella contro il Soldano del Cairo, con cui si chiude la vita di Maometto II. In seguito fu con Bāyazīd, ma, forse perché caduto in disgrazia o privato della carica, riparò in Persia, non si sa bene quando né per quanto tempo. Nel 1490 era a Vicenza, tra il 1507 e il 1514 ancora in Oriente, testimone oculare di una parte, almeno, del regno dello scià Ismā‛īl (1499-1515), probabilmente sino a che questi tenne Tabrīz. Nel 1514 era di nuovo in patria, dove nel 1517 veniva eletto all'ufficio di presidente del Collegio dei notai, carica che occupò fino alla morte (1547).

L'Angiolello ci ha lasciato ricordi dei suoi viaggi e della sua lunga esperienza orientale in due scritti: la Breve narratione della vita e fatti del signor Ussuncassano, inserita dal Ramusio nelle sue Navigationi (II, 1559, p. 66-78), e più tardi tradotta in inglese, e le Memorie (così possono intitolarsi) che comprendono il viaggio di Negroponte, edito nel 1881 dal Capparozzo, e la continuazione di esso, che fa parte della Historia turchesca, data alla luce nel 1909 da I. Ursu. L'una e l'altra opera sono fonte preziosa per gli avvenimenti d'Oriente, che l'Angiolello illumina, oltre che come testimone diretto, con la conoscenza della storiografia turca, ed hanno notevole importanza geografica per gl'itinerarî compiuti dal vicentino in Asia Minore e in Persia. Sotto questo riguardo, il nome dell'Angiolello merita di essere ricordato accanto a quelli di Giosaphat Barbaro e di Ambrogio Contarini.

Allo stesso autore sono stati attribuiti l'anonimo Viaggio di un mercatante che fu nella Persia, pubblicato dal Ramusio (op. cit., p. 78-91), ma che non può essere stato composto dall'Angiolello, e l'Historia Turchesca che l'Ursu crede a torto opera di un Donato da Lezze (1479-1526).

Bibl.: La bibliografia anteriore sull'Angiolello è sostanzialmente compendiata nelle seguenti opere: I. Ursu, Historia Turchesca, Bucarest 1909; J. Reinhard, Essai sur M. J. M. Angiolello, Angers 1913; N. di Lenna, Ricerche intorno allo storico G. M. Angiolello, ecc., in Archivio Veneto-tridentino, V (1924), pp. 1-56.

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