MONTIROLI, Giovanni

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 76 (2012)

MONTIROLI, Giovanni

Raffaella Catini

MONTIROLI, Giovanni. – nacque a Spoleto il 14 luglio 1817 da Angelo Antonio, di Poggio Mirteto, e da Teresa Tordelli; alcuni anni dopo la famiglia si trasferì a Roma, dove prese a risiedere stabilmente.

Giovanissimo intraprese lo studio dell’architettura teorica presso Gaspare Salvi; proseguì gli studi scientifici nell’ateneo romano, quindi la pratica con Giuseppe Valadier e Luigi Poletti. Sono noti tre suoi saggi scolastici degli anni 1833, 1834 e 1836, i quali testimoniano la frequenza delle scuole accademiche in S. Luca (Marconi - Cipriani - Valeriani, 1974, nn. 2054 s., 2061). La sua partecipazione al concorso Balestra nel 1838, nuovamente bandito nel 1842 per non essere stato assegnato il premio, è invece nota in virtù di una lettera inviata dallo stesso Montiroli e da un altro concorrente al presidente dell’Accademia Antonio Solà, nella quale i due protestavano a causa di alcune irregolarità compiute durante le prove estemporanee (Lupinacci, 2002).

Nel 1842 entrò a far parte del genio militare nella sezione toponomastica; il 5 dicembre 1848 venne promosso ufficiale. Il 14 maggio 1849 il Triumvirato della Repubblica Romana gli conferì il grado di tenente di prima (Spoleto, Sez. distaccata dell’Archivio di Stato di Perugia, Archivio Montiroli, b. 1, fasc. 1, c. n.n.). Durante l’assedio di Roma combatté al fianco dei repubblicani, curando i lavori di fortificazione del tratto di cinta muraria da porta Cavalleggeri a porta Castello, che condusse con «lode e patriottismo» tanto da meritarsi, reinstaurato il governo pontificio, «la gloriosa espulsione dal corpo del genio» da parte del ministero delle Armi (Ferrari, 1892, p. 7); verrà reintegrato col grado di capitano di riserva nel 1879.

Entrato non ancora ventenne nello studio di Luigi Canina, intraprese con questo una lunga e proficua collaborazione durata fino alla morte del maestro, durante la quale eseguì studi e rilevazioni sia in Roma sia altrove; si recò più volte anche a Oropa, nel Biellese, ove nel 1848 avevano avuto inizio i lavori per la costruzione del santuario (Archivio Montiroli, b. 1, fasc. 4, c. n.n.; Oechslin 1975). I suoi disegni costituirono gli apparati iconografici di gran parte delle opere di Canina il quale, sebbene difficile agli elogi e in generale poco incline alla gratitudine, in alcune occasioni volle riconoscere l’importanza di quella «cooperazione»: si citano, tra le altre, le menzioni di Montiroli contenute in La prima parte della via Appia dalla porta Capena a Boville…(i, Roma 1853, pp. 31, 246) e nella prefazione a Gli edifizi di Roma antica … (Roma 1848-56).

Attraverso Canina Montiroli entrò in contatto con Algernon Percy, quarto duca di Northumberland, il quale aveva incaricato il primo di redigere il progetto di restauro del castello di famiglia ad Alnwick. Stando alla documentazione conservata presso l’Archivio di Spoleto, Montiroli si sarebbe spesso recato in inghilterra a partire dal 1855, ogni volta soggiornandovi per alcuni mesi. In una lettera al maestro del 26 luglio di quell’anno gli forniva ragguagli sull’andamento dei lavori: «il sig. Duca fa aggiungere delle sale al suo Castello che tuttora si stanno costruendo, e sono la sala da pranzo, la biblioteca e altre che variano un poco dalle forme di quelle che avevo stabilito per i soffitti, ma per eseguir questi vi sarà da fare un altr’anno […]» (Archivio Montiroli, b. 1, fasc. 4, c. n.n.). Alla morte di Canina, nel 1856, Montiroli proseguì l’opera al castello per circa dieci anni, durante i quali ne ridisegnò in forme neorinascimentali l’intero apparato decorativo, curando la realizzazione di ogni dettaglio fino alle cornici intagliate come quella, splendida, della Madonna dei garofani di Raffaello, oggi alla National Gallery di Londra. Il volume Alnwick Castle … illustra in 37 tavole il suo operato unitamente alle decorazioni dei soffitti di tre sale eseguite, ancora per conto del duca, nella residenza di Brentford presso Londra.

Il definitivo ritorno in patria di Montiroli, alla fine degli anni Sessanta (nel 1867 risulta residente in Roma al civico 32 di via del leoncino), non fu segnato da una vera e propria ripresa della professione e ciò sia per le non sopite questioni col governo pontificio, sia per la sua natura schiva e più incline allo studio (Ferrari, 1892). Proseguì l’attività di rilievo e restituzione grafica di siti e reperti archeologici e monumentali con Luigi Pigorini, Alberto Guglielmotti, Camillo Ravioli, Giuseppe Sordini e altri, in alcuni casi pubblicando egli stesso i risultati dei suoi lavori. Si dedicò anche alla progettazione: lo studio per la facciata di S. Maria degli Angeli, cui aveva iniziato a lavorare in concomitanza con l’avvio degli scavi nella zona delle terme di Diocleziano (1865), configura l’inserimento dell’edificio «in una nuova scenografia urbana, in sintonia con il recupero dell’antichità della nuova Roma laica, che riunisce la chiesa (ora introdotta da un pronao esastilo), le strutture termali e l’esedra» (Le visioni dell’architetto). Alla morte di Vittorio Emanuele ii, bandito il concorso per il suo monumento commemorativo, Montiroli rielaborò, ampliandolo, quello stesso progetto, includendovi l’intera decorazione dell’esedra e ponendo nel mezzo l’effigie del re (Descrizione del progetto… da erigersi alla memoria del gran re Vittorio Emanuele II nell’area avanti la chiesa della Madonna degli Angeli dell’architetto prof. G. Montiroli, Roma 1881). Nel dicembre 1869 fu nominato accademico di S. Luca; alcuni anni dopo, quando l’Accademia fu esautorata dell’insegnamento delle belle arti, Montiroli rifiutò più volte la docenza presso le nuove strutture statali per rispetto verso l’istituzione di cui era membro.

Nel 1873 il Comune di Spoleto approvò il progetto di restauro del teatro Vecchio, offerto da Montiroli alla città natia; elegante e funzionale nelle sue ridotte dimensioni, l’edificio venne riaperto nel 1880 e intitolato a Caio Melisso.

Con l’annessione di Roma al Regno sabaudo Montiroli venne nominato membro di numerose commissioni di rilevante importanza, sia tecniche sia amministrative. Si citano, tra le prime, quella per l’esame del progetto di piano regolatore redatto dagli uffici municipali nel 1873 (con Francesco Armellini, Antonio Cipolla, Luigi Gabet) e la giunta di archeologia e belle arti in seno al Consiglio superiore della Pubblica istruzione (1876). In qualità di membro della commissione incaricata dalla giunta municipale, ancora nel 1876 propose, con Luigi Rosso, un progetto per il miglioramento del transito pedonale nella porta del Popolo caratterizzato, rispetto a quello realizzato a opera di Agostino Mercandetti, da una limitata entità delle demolizioni (Racheli, 1995).

Tra gli anni Settanta e ottanta ricoprì in diverse occasioni il ruolo di esaminatore o di giurato nell’ambito di concorsi ed esposizioni; eletto consigliere comunale capitolino nel 1878, nel luglio 1883 fu nominato assessore all’edilità. Nel 1886 fu, con Ludovico Seitz, Ettore Ferrari, Cesare Mariani, Alessandro Nelli, Carlo Tenerani e altri, nella commissione direttiva della scuola comunale preparatoria al Museo artistico industriale.

Nel maggio 1861 era stato nominato membro onorario straniero dell’Archaeological Institute of Great Britain and Ireland per essersi distinto per il «gusto e il talento » nell’architettura e nell’arte della decorazione (Archivio Montiroli, b. 1 cartella 3, c. n.n.); una pianta di Roma nell’anno 1862, splendidamente disegnata da Montiroli e incisa da Augusto Fornari, fu intitolata alla regina Vittoria (Pianta di Roma pubblicata nell’anno MDCCCLXII da Luigi Piale, Roma 1862).

Affiliato alla Congregazione dei Virtuosi al Pantheon dal 1869, nel 1880 entrò nel Consiglio accademico in S. Luca. Al campo Verano realizzò la cappella lazzaroni al Pincetto, in forma di tempietto dorico tetrastilo (Del Bufalo, 1992; Ferrari, 1892).

Morì a Roma il 12 dicembre 1888.

Nel suo testamento dispose un lascito di 50.000 lire all’Accademia di S. Luca perché istituisse un concorso di architettura a lui intitolato. La prima edizione venne bandita nel 1908, conformemente alle sue volontà, alla morte della moglie luisa Bucchi; l’ultima nel 1935 (Catini, 2005).

Il citato Archivio Montiroli in Spoleto contiene documentazione sia personale sia afferente l’attività professionale risalente agli anni 1848-1888. L’Archivio storico dell’Accademia di S. Luca conserva (Marconi - Cipriani - Valeriani, 1974, nn. 2931-2977) un corpus di disegni antiquari di vario soggetto; due suoi ritratti, opera di Luigi Ferrant e Attilio Baccani, sono esposti nella galleria della medesima Accademia.

Opere: Osservazioni sulla topografia della parte meridionale del foro Romano…, Roma 1859; Riduzione dell’emiciclo esistente di fronte alla chiesa della Madonna degli Angeli nelle terme Diocleziane per l’ingresso alla via Nazionale. Progetto dell’architetto prof. G. M. Descrizione e preventivo sommario della spesa per la riduzione, Roma, s.d. (ma ante 1870); Alnwick Castle. Decorazioni interne eseguite per ordine di S.E. Algernon Percy …, Roma 1870; Descrizione di una piazza nazionale con progetto per la chiesa della Madonna degli Angeli, Roma- Milano 1872; Commissione esaminatrice del piano regolatore di Roma, Roma 1873.

Fonti e Bibl.: Spoleto, Sez. distaccata dell’Archivio di Stato di Perugia, Archivio Montiroli; Roma, Accademia nazionale di S. Luca, Archivio storico, voll. 129 n. 20, 131 n. 136, 153 n. 46, 165 n. 5, 167 nn. 79, 89, 168 n. 181, 192 n. 21; C. Ravioli, Luigi Canina, in L’Album, XXIV (1857), 23, p. 183; B. Gasparoni, Dei lavori dell’architetto G. M. nel castello di Almwick [sic], in Arti e lettere. Scritti raccolti da F. Gasparoni, I, Roma 1863, pp. 243-248; H.C. Hartshorne, A guide to Alnwick Castle, London-Alnwick 1865, pp. 50-52, 57, 59, 69, 74; P. Quaglia, Quattro chiacchiere intorno ai progetti pel monumento da erigersi in Roma a Vittorio Emanuele. 10 aprile 1882, Roma 1882, pp. 30-32; C. Quarenghi, Notizie di mss. inediti in specie di architettura militare, II, in Il Buonarroti. Scritti sopra le arti e le lettere di Benvenuto Gasparoni continuati per cura di Enrico Narducci, s. 3, I (1882), 1, p. 17; E. Ferrari, G. M. architetto, Spoleto 1892; G. Bendinelli, Luigi Canina (1795-1856). Le opere, i tempi, Alessandria 1953, pp. 313-315, 411, 413 s.; P. Vaccaro, Disegno e realtà: il prospetto geometrico delle fabbriche di Roma, 1835, in Quaderni dell’Istituto di elementi architettonici e rilievo dei monumenti dell’Università di Genova, 1971, n. 6, pp. 139-208; P. Marconi - A. Cipriani - E. Valeriani, I disegni di architettura dell’Archivio storico dell’Accademia di S. Luca, Roma 1974, I, p. 77, nn. 2054-2055, 2061; II, nn. 2931-2977; W. Oechslin, Luigi Canina, in Dizionario biografico degli Italiani, XVIII, Roma 1975, p. 100; R. Sabatini, Teatri umbri. Nel duecentesimo anno dell’apertura del teatro F. Morlacchi di Perugia, Perugia 1981, pp. 119-121; A. Del Bufalo, Il Verano. Un museo nel verde per Roma, Roma 1992, p. 83; A.M. Racheli, Restauro a Roma 1870-1990. Architettura e città, Venezia 1995, p. 366; N. Penny, Picture frames, in London Review of books. An anthology, London 1996, p. 175; V. Vannelli, Roma, architettura. La città tra memoria e progetto, Roma 1998, pp. 197, 199, 208; S. gizzi, Luigi Canina e il «restauro dei monumenti», in Tusculum. Luigi Canina e la riscoperta di un’antica città (catal.), a cura di G. Capelli - S. Pasquali, Roma 2002, p. 76; S. Pasquali, Luigi Canina architetto internazionale, ibid., pp. 161-163; S. Lupinacci, I concorsi dell’Accademia di S. Luca negli anni 1835- 1851, in Le «scuole mute» e le «scuole parlanti». Studi e documenti sull’Accademia di S. Luca nell’Ottocento, a cura di P. Picardi - P.P. Racioppi, Roma 2002, pp. 398, 415; R. Catini, L’agone artistico romano nei primi decenni del XX secolo: i concorsi Montiroli e Lana, in Palladio, XVIII (2005), 36, pp. 25-29, 39; C.L. Lyons, «Papa Grigorio a li scavi»: G. M.’s watercolors of porta Maggiore, in Journal of Roman archaeology, XIX (2006), 1, pp. 221-228; Le visioni dell’architetto: tracce dagli Archivi italiani di architettura, a cura di A. Mossari - C. Camponogaro - E. Demartini (catal., Venezia), in AAA Italia, 2008, n. 8, p. 12.