Giovanni Paolo II

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Giovanni Paolo II

Raffaele Savigni

Il papa che amava i giovani

Karol Wojtyla, papa dal 1978 al 2005 con il nome di Giovanni Paolo II, è stato il primo papa non italiano dopo quattro secoli. Grazie al suo carisma personale, ai viaggi e alla capacità di valersi dei moderni mass media, ha avuto un grandissimo seguito, specialmente tra i giovani. Ha riproposto con decisione la dottrina della Chiesa cattolica, ma ha sviluppato come mai prima il dialogo con le altre religioni. È stato il primo papa a entrare in una sinagoga e in una moschea

Un legame diretto con i fedeli

Nato a Wadowice, in Polonia, nel 1920, e rimasto presto orfano di madre, Karol Wojtyla ha affrontato nella sua vita dapprima la guerra e l'occupazione nazista e in seguito il regime comunista. Per un certo periodo lavorò come operaio, venendo così a contatto con i problemi del mondo del lavoro. Scrisse poesie e opere teatrali e recitò come attore. Fu ordinato sacerdote nel 1946 e insegnò per alcuni anni filosofia morale. Nominato arcivescovo di Cracovia (1964) e poi creato cardinale (1967), partecipò al Concilio Vaticano II, interessandosi soprattutto al tema della libertà religiosa, che incontrava molti ostacoli nei regimi comunisti dell'Est europeo.

Divenuto papa il 16 ottobre 1978, seppe stabilire ben presto un legame diretto con le masse dei fedeli, anche grazie alla sua capacità di usare con intelligenza i nuovi mezzi di comunicazione per parlare a tutta l'umanità. Il suo primo invito fu questo: "Aprite le porte a Cristo! Non abbiate paura!". Il 13 maggio 1981 subì un grave attentato in piazza s. Pietro a opera del turco Alì Agca. Durante le giornate della gioventù e del grande giubileo del 2000 invitò i cattolici ad affermare con coraggio la propria identità, ma chiese anche perdono agli ebrei e ai seguaci di altre fedi religiose per le colpe commesse in passato dai cristiani.

Questo papa, segnato negli ultimi anni dalla sofferenza fisica, ha lasciato alla Chiesa e alla società del terzo millennio un'eredità ricca e difficile. La sua morte, avvenuta il 2 aprile 2005, e i suoi funerali sono stati seguiti con grande partecipazione in tutto il mondo, anche da uomini che non condividevano la fede cristiana, ma che hanno apprezzato il suo coraggioso impegno per la dignità dell'uomo.

Il magistero e l'opera papale

La sua prima enciclica, intitolata Redemptor hominis ("Il redentore dell'uomo", 1979), ribadì con forza che i veri valori umani sono riassunti nella figura di Cristo, "centro del cosmo e della storia", il quale con la sua incarnazione "si è unito in un certo senso a ogni uomo".

Giovanni Paolo II favorì l'ecumenismo e il dialogo con gli esponenti delle altre religioni: il 13 aprile 1986 visitò la sinagoga di Roma e il 27 ottobre dello stesso anno organizzò un incontro di preghiera comune ad Assisi insieme a ebrei, musulmani, induisti e buddisti. Incoraggiò chi lottava per il riconoscimento della dignità umana e per la pace, e si oppose alle due guerre in Iraq, nel 1991 e nel 2003.

Ha combattuto la crisi dei principi morali e ha difeso con forza i valori della vita e della famiglia, condannando l'aborto, l'eutanasia, la tortura e le violazioni dei diritti dell'uomo da parte dei regimi totalitari. Nelle sue encicliche sociali ha riaffermato la dignità del lavoro e il diritto delle nazioni povere a partecipare in modo equo alla distribuzione delle ricchezze della Terra e a sviluppare la propria cultura. Inoltre egli ha condannato l'uso delle armi per risolvere i problemi internazionali. In questo modo si è guadagnato una grande stima anche tra i non credenti.

In altre importanti encicliche ha difeso la dottrina cattolica, affermando che essa non è in contrasto con la ragione umana e con le esigenze più profonde dell'uomo, di cui costituisce anzi il fondamento più solido. Nel 1992 ha approvato il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica, che riassume i principi religiosi e morali del cristianesimo, tenendo conto delle nuove esigenze espresse dal Concilio Vaticano II. Con l'enciclica Mulieris dignitatem ("Sulla dignità della donna", 1988), ha cercato di rispondere alle aspirazioni delle donne dei nostri tempi, che desiderano essere protagoniste della storia, condannando ogni forma di sfruttamento e di emarginazione, e ha ricordato loro che la vera liberazione consiste nel seguire Cristo e nel mettersi con amore al servizio dei fratelli.

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