LOSANA, Giovanni Pietro

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 66 (2006)

LOSANA, Giovanni Pietro

Giuseppe Tuninetti

Nacque a Vigone, presso Torino, il 22 genn. 1793 da Giovanni e da Teresa Giacosa. Dottore in teologia nel 1815 presso l'Università di Torino, fu ordinato prete l'8 giugno 1816 da P. Solaro, già vescovo di Aosta.

Determinanti nella formazione teologico-pastorale furono sia la famiglia Losana, benestante, sia la facoltà teologica dell'Università di Torino. Nella famiglia spicca la figura dello zio paterno Matteo Losana (1758-1833), parroco di Lombriasco dal 1787 al 1833, professore di teologia all'Università di Torino nel biennio 1800-01, incarcerato nel forte di Verrua come "giacobino", nonché significativo esponente dell'ultimo giansenismo piemontese (più riformatore che teologico) tra fine Settecento e inizio Ottocento, passato alla storia per avere istruito i contadini, oltre che ai principî etico-religiosi, alle nuove tecniche agrarie e per avere scritto alcuni saggi sui parassiti e sulle malattie delle piante.

La formazione teologico-pastorale ricevuta dal L. all'Università e nel presbiterio torinesi negli anni inquieti della fine del regime napoleonico e della prima transizione alla Restaurazione fu simile, per certi aspetti, a quella dello zio, senza essere però giansenista. A forgiarne la personalità umana e pastorale furono l'insegnamento della teologia a Casale, l'attività pastorale a Savigliano e la missione nel Medio Oriente come vicario e delegato apostolico.

Aggregato al Collegio dei teologi nel 1817, insegnò teologia e sacra scrittura a Casale Monferrato. Fu vicegovernatore del Collegio delle provincie in Torino nel 1820-21. Dal 13 sett. 1824 parroco-abate della collegiata di S. Andrea in Savigliano, il 18 dic. 1826 fu promosso vescovo di Abido: poi, nell'udienza del 7 genn. 1827, Leone XII lo nominò vicario apostolico di Aleppo in Siria. Consacrato vescovo a Roma il 22 apr. 1827 dal card. G. Spina, il 16 giugno successivo fu costituito delegato apostolico per i cattolici orientali. Imbarcatosi il 1( luglio 1828, ottenne da Leone XII, su richiesta del re Carlo Felice, l'incarico di visitatore apostolico delle chiese consolari e dei loro sudditi presso le corti di Barberia del Levante (Mediterraneo orientale); a Tunisi incontrò il console B. Drovetti. Il 30 sett. 1833, su proposta di Carlo Alberto, venne trasferito presso la sede di Biella, dove trascorse un quarantennio che lo consegnò alla memoria storica come il più grande vescovo della diocesi biellese.

La diocesi, di cui prese possesso il 6 apr. 1834, comprendeva una novantina di parrocchie con circa 100.000 abitanti. Secondo una prassi abbastanza frequente nel Piemonte del tempo, il L. non celebrò sinodi; è documentata, invece, una visita pastorale nel 1837-38 a 30 parrocchie. Proprio le lettere pastorali costituiscono la più consistente espressione del magistero episcopale del L.: se ne contano 37, con frequenza pressoché annuale, quasi tutte in occasione della quaresima, come era allora d'uso. Quanto il L. fosse in sintonia con i fermenti risorgimentali, si evince chiaramente dalla lettera scritta il 18 febbr. 1848 alla vigilia dello statuto albertino, nella quale esortava a rallegrarsi, perché il 1848 sarebbe stato per l'Italia, "come il primo dell'era cristiana per il mondo intero". Nel 1859, poi, accolse G. Garibaldi nel suo episcopio. Indubbiamente sul problema nazionale si trovava agli antipodi dell'arcivescovo di Torino, mons. L. Fransoni, e non è senza significato che non abbia indirizzato una lettera ai fedeli in occasione della definizione del dogma della Immacolata Concezione, che in una lettera a Pio IX aveva anzi dichiarato inopportuno. Coerentemente con tali premesse, il L. tenne un atteggiamento defilato verso il santuario di Oropa, non esaltò il Sillabo nella lettera del 15 febbr. 1865, e nel 1866 invitò a contestare il matrimonio civile, pur esortando gli sposi a presentarsi all'autorità civile; nel 1869, annunciando il concilio Vaticano, menzionò una frase di V. Gioberti che auspicava la conciliazione tra Chiesa e Stato.

Innumerevoli furono le sue iniziative di promozione umana e sociale. Lo esigeva la situazione del Biellese, che stava diventando uno dei poli industriali nel settore tessile. Avviò scuole femminili affidandole alle suore rosminiane, grazie al rapporto di stima con il loro fondatore A. Rosmini. Nel 1839, poi, diede vita alla scuola professionale, nel 1840 chiamò i fratelli delle Scuole cristiane, e nel 1843 inaugurò la Società di mutuo soccorso tra gli operai e il comizio agrario. Diffuse per primo tra i contadini la solforazione della vite; nel 1856 fondò la Cassa di risparmio. Questo e altro, nonché gli interventi al concilio Vaticano, oltre all'amicizia personale, gli meritarono il 14 giugno 1870 un singolare elogio di Q. Sella alla Camera dei deputati.

Al concilio (1869-70), infatti, il L. si pronunciò ripetutamente, anche in nome della fedeltà all'insegnamento universitario torinese, contro l'infallibilità papale, ricevendo omaggi da Sella e da Vittorio Emanuele II. Assente dalla solenne proclamazione del dogma (18 luglio 1870), espresse la propria adesione nell'Epifania del 1871, nella cattedrale di Biella, e la confermò con lettera a Pio IX. Quantunque più esplicito, il suo antinfallibilismo era sostanzialmente condiviso da alcuni vescovi dell'ex Regno di Sardegna già allievi delle università di Torino, Genova e Cagliari: A. Ricardi di Netro (Torino), L. Nazari di Calabiana (Milano), L. Renaldi (Pinerolo), L. Moreno (Ivrea), R. Biale (Albenga) e G.B. Montixi (Iglesias).

Il L. morì a Torino il 14 marzo 1873 e fu sepolto a Oropa.

Il L. pubblicò 37 lettere pastorali, la prima delle quali fu la Epistola pastoralis ad clerum et populum civitatis et dioecesis Bugellensis, Taurini 25 febbr. 1834. Tra le successive: Salute e spirito di cristiana esultanza, Biella 18 febbr. 1848 (in occasione dello statuto albertino); Per la quaresima e sull'indizione del concilio ecumenico Vaticano, ibid. 25 genn. 1869 (cfr., in proposito, Lettere pastorali dei vescovi delle diocesi di Biella e Ivrea, a cura di M. Neiretti - R. Reinerio, Racconigi 1998). Inoltre: Orazioni in onore del beato Sebastiano Valfré, Torino 1835; Discorso d'inaugurazione del vescovo di Biella in occasione della pubblica e solenne apertura delle scuole d'aritmetica, di geometria pratica, di disegno lineare, d'agronomia, Biella 1839; Nel triduo solenne sacro ai beati Umberto e Bonifacio di Savoia, ibid. 1839; Allocuzione di mons. L. e rendi-conto del sig. direttore Giambattista Robiolio letti nell'adunanza generale della Soc. per l'avanzamento delle arti, dei mestieri e dell'agricoltura nella provincia di Biella il 29 ag. 1839, ibid. 1839; Sul miracolo dell'ostia santa avvenuto in Torino addì 6 giugno 1453, Torino 1841; Allocuzione per l'inaugurazione di un asilo infantile il 18 genn. 1847, Biella 1847; Nella quarta centenaria ricorrenza della festività del miracolo dell'ostia santa avvenuto in Torino l'anno 1453, Torino 1853; Omelia detta in Torino nella chiesa di S. Dalmazzo il giorno 8 dic. 1856, ibid. 1856; In occasione dell'inaugurazione della ferrovia da Biella a Santhià il giorno 7 sett. 1856, s.l. 1856; Per le feste della solenne incoronazione del v. simulacro di Maria santissima sul monte di Varallo nell'agosto 1857, Novara s.d.; Un cenno enologico del vescovo di Biella a pro' de' suoi amati diocesani, Biella 1859; Un voto ed una speranza a favore dei cristiani della Siria e di tutto il Levante, ibid. 1860.

Fonti e Bibl.: Biella, Arch. vescovile, Fondo Losana: comprende un volume di Acta visitationis pastoralis rev.mi d. Petri Losana 1837-1838; Losana I, Losana II (lettere ricevute o spedite); Lettere pastorali e circolari (a stampa); Biella, Fondazione Sella, Arch. Sella San Gerolamo, Carte Quintino Sella, Serie politica, Serie carteggio (38 lettere), Carteggio riservato Ministero 1869-1873; Savigliano, Museo civico, 1332 (163): Losana; Stresa, Arch. stor. dell'Istituto della carità, Lettere (19 lettere ad A. Rosmini, 1839-54; 16 lettere di Rosmini sono invece pubblicate in Id., Epistolario completo, IX-XIII, Casale Monferrato 1892-93); Torino, Arch. arcivescovile, 12.3.6: Registrum ordinationum 1805-1819; 14.9.7/5: Mons. L. Gastaldi (1815-1883), lettera del 1( giugno 1868; 14.9.9: Corrispondenza con vescovi. Vescovi di Biella, ad annos (sei lettere); 19.124: Congressi vescovili delle province ecclesiastiche di Torino e Vercelli nel 1872; Provvisioni beneficiarie 1824; Arch. di Stato di Torino, Corte: Carte epoca francese, M.10; Torino, Arch. stor. dell'Università, X.E, vol. 2.

Gli interventi al concilio Vaticano sono pubblicati in I.D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, L, LII, LIII, Graz 1961, rispett. pp. 375-379, 862-868, 979-981; a tale riguardo sono utili i diari: M. Maccarrone, Il concilio Vaticano I e il "Giornale" di mons. Arrigoni, I-II, Padova 1966 (in partic. I, pp. 194-198, contrario al L.); Il concilio Vaticano I: diario di Vincenzo Tizzani (1869-1870), a cura di L. Pasztor, I-II, Stuttgart 1991-92, pp. 113 s. e passim (favorevole al L.).

P. Visetti, Apostolato in Barberia e Levante di mons. L., Torino 1834; Note biographique sur m. L. évêque de Bielle, Caen 1867; Mons. P. Losanna, in L'Unità cattolica, 16 febbr. 1873; C. Cuniberti, Mons. L., in L'Ateneo religioso, nn. 13 (30 marzo 1873); 14 (6 apr. 1873); 15 (13 apr. 1873); Q. Sella, Discorsi parlamentari, III, Roma 1888, pp. 594 s.; T. Chiuso, La Chiesa in Piemonte dal 1797 ai nostri giorni, IV-V, Torino 1892-1904, passim; E. Campana, Il concilio Vaticano I, Lugano-Bellinzona 1926, pp. 872 s.; Id., Maria nel dogma cattolico, Torino-Roma 1928, p. 584; N. Menna, Vescovi italiani antinfallibilisti al concilio Vaticano, Napoli 1958, pp. 20 ss.; D. Staffa, Le delegazioni apostoliche, Roma 1959, pp. 121-127, 151-155; C. Cavriani, G.P. L. vescovo di Biella, 1834-1873, tesi di laurea, Università degli studi di Torino, fac. di magistero, a.a. 1959-60; D. Lebole, La Chiesa biellese nella storia e nell'arte, I, Biella 1962, p. 72; M.F. Mellano, Il caso Fransoni e la politica ecclesiastica piemontese (1848-1850), Roma 1964, ad ind.; C. Bergamaschi, Bibl. degli scritti editi di A. Rosmini Serbati, II, Lettere, Milano 1970 (lettere al L. negli anni 1843-54: da n. 3664 al n. 3675); P. Stella, Il giansenismo in Italia. Collezioni di documenti, I-III, Piemonte, Zurigo 1973, pp. 278-281 (sullo zio sacerdote Matteo Losana); A.S. Bessone, Il giansenismo nel Biellese, Biella 1976, pp. 248-268; A. Olmo, Profilo d'un prelato, monsignor P. L. vescovo di Biella, Biella 1977; G. Tuninetti, Lorenzo Gastaldi, 1815-1883, I, Teologo, pubblicista, rosminiano, vescovo di Saluzzo: 1815-1871, Casale Monferrato 1983, pp. 189-211; D. Lebole, Storia della Chiesa biellese. La pieve di Biella, II, Biella 1985, pp. 167-234; A.S. Bessone, Uomini tempi e ambienti operai che hanno preparato Oreste Fontanella, Biella 1985, ad ind.; M. Neiretti, Stabilimenti scolastici rosminiani, in Antonio Rosmini e il Piemonte. Atti(, Sacre diSan Michele( 1993, Stresa 1994, pp. 129-160; G. Tuninetti, Le facoltà teologiche a Torino. Dalla facoltà universitaria alla facoltà dell'Italia settentrionale, Casale Monferrato 1999, pp. 88-134; L., G.P., in Diz. del movimento cattolico in Italia, III, 1, pp. 479 s.

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