Pontano, Giovanni (in seguito Giovanni Gioviano; lat. Ioannes Iovianus Pontanus). - Poeta, umanista e uomo politico (
Vita.Fu mandato a studiare a
OpereScrittore fecondissimo, in volgare lasciò solo un gruppetto di lettere, di forte colorito dialettale, tra cui belle e robuste alcune dirette ai suoi principi. Per il resto non usò che il latino: un latino agile, duttile, moderno, personalissimo. In prosa scrisse numerosi trattati astrologici (De rebus caelestibus) e filosofici (De prudentia; De fortitudine; De fortuna; ecc.) e, artisticamente più importanti, dialoghi (Aegidius, Actius, Asinus, Antonius, Charon). Tra questi, il lucianesco Charon è coraggiosa denuncia delle superstizioni popolari e della corruzione degli ecclesiastici, e il bizzarro e vivacissimo Asinus (vi s'introduce Gioviano impazzito d'amore per un asino, che, in compenso delle sue moine, gli morde ambe le mani: il che lo fa rinsavire) è allegoria, si è detto, dell'ingratitudine di Alfonso per il suo maestro. Dei poemi, il più vasto e più ricco di fantasiosi miti, originali o originalmente ricreati, è l'Urania in 5 libri, sulle costellazioni celesti e i relativi influssi. Continuazione dell'Urania è il Meteororum liber sui fenomeni atmosferici. Altro poema didascalico sono i 2 libri De hortis Hesperidum sive de cultu citriorum sulla coltivazione dei cedri. Anche in questi poemi si rivela il pagano e voluttuoso cantore della natura e del piacere e l'inesauribile creatore di mitiche figurazioni. Ma il suo temperamento più agevolmente si dispiega nei due libri Parthenopei sive Amorum, che si chiudono con la metamorfosi di Sebeto, cui si allaccia il più famoso dei suoi poemetti, l'egloga Lepidina, in cui P., cantando le feste per le nozze del fiume Sebeto con la ninfa