DOVARA, Girardo da

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 41 (1992)

DOVARA, Girardo da

François Menant

Membro della grande famiglia cremonese, il D., soprannominato Musca, era figlio di Isacco e non è sempre facile distinguerlo nelle fonti dall'omonimo Girardo de Clochaferis da Dovara, padre di Buoso. Insieme con altri membri della consorteria familiare ricevette l'investitura dal vescovo di Cremona per i feudi ereditari (tra il 1185 e il 1215 e nel 1221). Egli possedeva inoltre, insieme con suo zio Gualfredo, un quarto della torre dei Dovara e delle case attigue nel mercato coperto di Cremona. Numerosi atti di acquisto di proprietà fondiarie, una locazione di terre, l'inventario dei beni di uno dei suoi coloni, mostrano che egli si occupava attivamente delle sue proprietà, situate nella regione di Isola Dovarese e in quella di Viadana, dove la sua famiglia era solidamente insediata.

Tra il novembre del 1241 e l'ottobre del 1242 i signori di Bizzolano vendettero l'uno dopo l'altro al D. le loro quote del castello di Carzago. Il villaggio di Bizzolano si trovava sulla riva bresciana dell'Oglio, vicino a Carzago, e in quest'epoca i suoi signori stavano trasferendosi chi nel borgo franco di Canneto e chi a Cremona. L'acquisto di Carzago da parte del D. segna l'inizio di un'intensa campagna di accorpamento e riunione di territori condotta dai Dovara - sotto l'ispirazione diretta di Buoso - lungo il corso dell'Oglio, tra Isola Dovarese e Gabbioneta. Già a quest'epoca Buoso appare come una delle personalità di maggior prestigio all'interno della famiglia. Il castello di Carzago venne presto integrato in un complesso di fortificazioni che servirà come roccaforte per Buoso da Dovara. Nella conduzione di questo affare dunque, il D. preparò la strada a Buoso, se non lo rappresentava già direttamente.

D'altra parte il D., come molti altri membri della sua famiglia, svolse anche le funzioni di podestà in molte città dell'Italia settentrionale. Di questa sua attività ci sono noti alcuni degli episodi più significativi. Il 13 ag. 1222, quando era certamente ancora giovane, il D. fu nominato podestà di Piacenza dal legato imperiale. Questa nomina era la conseguenza dell'egemonia che il Comune di Cremona riusci ad esercitare per un certo tempo (1221-1223) su quello di Piacenza, sconvolto in quegli anni da divisioni intestine. La vicenda fu tuttavia complicata dall'elezione, il 27 agosto, di un podestà rivale, scelto tra i milites piacentini fuorusciti. L'eletto era lacopo de Burgo, membro di una famiglia vassalla dei Dovara. Dopo qualche mese di confronto diretto, il 18 febbr. 1223 entrambi decisero di ritirarsi, cedendo la carica ad un terzo cremonese, scelto per conciliare le parti. Nel 1236-37 ritroviamo il D. podestà di Verona. Nel 1267, infine, un Girardo da Dovara ritornò a governare Piacenza ` questa volta in qualità di vicario di Buoso, che si era imposto come podestà (di fatto come signore) della città; resta comunque il dubbio che si trattasse non del D., ma di un omonimo della generazione successiva (nel qual caso l'ultima menzione del D. risalirebbe al 1242). Un'effimera adesione al partito della Chiesa aveva consentito a Buoso di ristabilire momentaneamente il suo potere, qualche mese prima del crollo definitivo. La podestaria del D. - o del suo più giovane omonimo -, capo del partito di Buoso, durò perciò poco tempo e fu segnata dalla violenza.

Gli scarsi dati a nostra disposizione sulla vita del D. ce lo mostrano quindi come un protagonista dell'ascesa politica che nel corso della prima metà del XIII secolo condusse la sua famiglia, soprattutto attraverso la persona di Buoso, al governo di Cremona e ad una considerevole potenza economica. Benché avesse partecipato attivamente ai diversi momenti di quest'ascesa, il D. non sembra tuttavia avere avuto una parte decisiva nella storia cremonese del suo tempo. La sua attività politica nella città natale ci resta purtroppo sconosciuta.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Mantova, Arch. Gonzaga, buste 79 (1206, 1185-1215, 1226), 284 (1227, 1232, 1241-1242), 287 (s. d., inizi sec. XIII); F. C. Carreri, I regesti dei principali documenti della Casa di Dovara, Cremona 1889, pp. 13-19; Regesta Imperii, V, a cura di J. F. Böhmer-J. Ficker-E. Winkelmann, Innsbruck 1881-1901, n. 12859; Codex diplom. Cremonae, a cura di L. Astegiano, I, Torino 1895, nn. 108, p. 215, 335 p. 242, 363 p. 245, 487 p. 265, 512 p. 270, 533 p. 273, 535 e 538 p. 274, 815 p. 327, 881 p. 340; II, ibid. 1898, pp. 214, 216, 218, 310; I. Codagnelli Annales Placentini, a cura di O. Holder Egger, in Mon. Germ. Hist., Script. in usum scholarum, XXIII, Hannover-Leipzig 1901, pp. 71 s.; E. Winkelmann, Kaiser Friedrich II., I, Leipzig 1889, p. 261; P. Campi, Dell'historia ecclesiastica di Piacenza, Piacenza 1651, II, p. 129; G. Bini, Contributo alla figura di Ruoso da Dovara, tesi di laurea, univ. di Pavia, facoltà di lettere, a.a 1970-71, pp. 32, 41, 49 ss., 53, 57, VII- XVII; P. Castignoli, Il Comune podestarile, in Storia di Piacenza, II, Piacenza 1986, pp. 241-255, 270, 272; Id., Dalla podestaria perpetua di Oberto Pallavicino al governo dei mercanti, ibid., p. 286; A. Haverkamp, I rapporti di Piacenza con l'autorità imperiale nell'epoca sveva, in Il "Registrum magnum " del Comune di Piacenza. Atti del Convegno intern. di studio (Piacenza, 29-31 marzo 1985), Piacenza 1986, p. 102.

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