BIGAZZINI, Girolamo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968)

BIGAZZINI, Girolamo

Victor Ivo Comparato

Conte di Coccorano, figlio di Giovanni e pronipote dell'omonimo astrologo, nacque a Perugia nel 1575. Nel 1600 era già laureato in utroque e l'anno successivo lettore di diritto civile nello Studio perugino. Sulla sua lunga vita non si hanno notizie precise, se non quelle riguardanti la feconda attività di storico, erudito ed antiquario. Le sue opere sono inedite e in gran parte perdute. Divenne accademico degli Insensati con il nome di Damanzio Calcentero, e per qualche tempo sostenne anche la carica di principe dell'Accademia perugina, che illustrò con numerosi componimenti di carattere erudito, con la sua abilità nelle ricerche araldiche e genealogiche, con i suoi versi. Famosa, tra quelle private perugine, era la sua biblioteca; notizie delle sue amicizie letterarie e della sua attività di studioso rimangono nelle lettere di M. A. Bonciario e di V. Armanni.

Per un compendio generale dell'attività letteraria del B., occorre rifarsi alle biografie e alle citazioni dei contemporanei, oltre ai pochi manoscritti rimasti nelle biblioteche perugine. In primo luogo non pare che gli studi giuridici abbiano del tutto assorbito la sua attenzione, dal momento che solo un volume di consigli legali può essergli attribuito con sicurezza. Si debbono invece citare, per l'importanza delle ricerche e la precocità degli interessi araldici del B., le opere genealogiche e le notizie che raccolse sulla storia del Comune di Perugia, traendole dagli annali decemvirali e dai catasti pubblici. Si conservano, nell'archivio della fam. Baglioni, le Memorie delle famiglie Baglioni,Cornia,Graziani,Crispolti,Scotti; nella Bibl. Augusta di Perugia (ms. 1277 di ff. 412) esiste una Raccolta fatta da Mr. G. B. da i libri della Cancelleria del Comune di Perugia questo anno 1615, che consiste in elenchi di podestà e vescovi e avvenimenti del Comune dall'anno 1351 al 1400, tratti dagli Annali decemvirali. Nella stessa biblioteca (ms. 1424 di ff. VI-557), in una copia del 1638-39 di Pompeo Barzi, compaiono delle "memorie dei podestà, capitani del popolo, legati e governatori di Perugia" che facevano parte delle raccolte del Bigazzini. Questi manoscritti dovrebbero corrispondere in parte alla Serie de' Vescovi della città di Perugia dall'anno 56 dell'era cristiana,de' Potestà,Capitani del popolo,Legati,Governatori della medesima città dal 1191 al 1642,e degli illustri perugini nella professione delle leggi, manoscritto citato dal Vermiglioli e non più trovato. Al genere delle opere precedenti apparteneva anche la Colonneide, opera in versi di esaltazione della famiglia Colonna, che il Teti sostiene "typis olim debita". Pure in versi era il Propertianum carmen, una parafrasi (o forse un centone) delle elegie di Properzio (alcuni distici ne riporta l'opera del Ciatti), in cui il B. vedeva in Perugia la patria del poeta latino. Un De patria Propertii poetae e alcuni In Propertii carmina commentaria, che nessuno tuttavia vide mai, vanno probabilmente considerati tutt'uno col Propertianum carmen. Sembra accertata, tuttavia, l'esistenza di una Poetica Horatii Venusini versibus descripta (Jacobilli), che era una traduzione in versi italiani della Poetica di Orazio. Inoltre, il Mazzuchelli conosceva alcune rime e prose del B. appartenenti alla biblioteca romana di Marcello Severoli. Si deve accennare anche alle Centurie di sceltissimi paradossi,e conclusioni morali contro il commun parere,o contro gli errori,e non conosciuti peccati comuni, che nelle biografie settecentesche son divenute, a torto, tre opere diverse.

Se in gran parte questi scritti non fossero andati perduti, si potrebbe ora valutare appieno l'ingegno del B. nei vari settori a cui si era applicato. Dalle opere esistenti appare uomo di seria erudizione e di fine sensibilità antiquaria: per queste doti, soprattutto, si affermò la sua fama, ritenuta spesso superiore a quello dell'avo. Tuttavia una certa dispersione e il prevalente interesse araldico-genealogico gli preclusero la possibilità di concepire "da istorico" le accurate ricerche archivistiche a cui si era dedicato. Morì nel 1658.

Fonti e Bibl.: Perugia, Bibl. Augusta, Spogli di V. Cavallucci, ms. 1787: O. Lancellotti,Scorta sagra, f. 467; Ibid., ms. 1325: V. Bini,Mem. istor. della perugina Univ. degli studi (Perugia 1816 ss.), p. III; M. A. Bonciario,Epistolarum vol. primum, Perusiae 1613, pp. 459-61; F. Ciatti,Delle memorie annali,et istoriche delle cose di Perugia, I, Perugia 1638, parte 3, pp. 347-48; G. Teti,Aedes Barberinae ad Quirinalem, Romae 1642, p. 112; L. Jacobilli,Bibliotheca Umbriae, I, Fulginiae 1658, p. 133; V. Armanni,Lettere, I, Roma 1663, Macerata 1674,ad Indicem; A. Oldoini,Athenaeum augustum, Perugia 1678, pp. 141-42; L. Pascoli,Vite de' pittori,scultori,ed architetti perugini, Roma 1732, p. 91; G. M. Mazzuchelli,Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 1219; G. B. Vermiglioli,Biografia degli scrittori perugini, Perugia 1829, I, pp. 216-17; T. Cuturi,Le tradiz. della scuola di diritto civile nell'Univ. di Perugia, Perugia 1892, pp. 109-10; G. Ermini,Storia dell'Università di Perugia, Bologna 1947, p. 479; G. Mazzatinti,Inventari dei mss. delle bibl. d'Italia, V, pp. 267, 280.

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