PORCIA, Girolamo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 85 (2016)

PORCIA, Girolamo

Alexander Koller

PORCIA, Girolamo (Geronimo). – Nacque nel 1559 nel castello di Porcia, in Friuli, dal conte Alfonso di Porcia e da Susanna della Torre. Come Bartolomeo Porcia, suo parente, probabilmente studiò a Padova, dove forse conobbe Cinzio Aldobrandini. Negli anni Ottanta del XVI secolo entrò nel servizio pontificio. Per incarico di Sisto V nel 1588 consegnò la rosa d’oro all’arciduchessa Anna Caterina a Innsbruck e tra il 1588 e il 1590 accompagnò il cardinale Enrico Caetani durante la legazione in Francia. Nel 1591 fu nominato referendario delle due Segnature da Gregorio XIV. In questo periodo era già sacerdote e incardinato nella diocesi di Concordia.

All’inizio del 1592 nella Curia romana si considerò di inviare Porcia in Germania meridionale per comporre la controversia relativa al territorio di Berchtesgaden tra la Baviera e Salisburgo. Poco dopo fu deciso, pur mantenendo l’incarico riguardante Berchtesgaden, di mandarlo come nunzio ordinario a Graz, dove, dopo il ritorno di Giovanni Caligari a Roma nel 1587, non aveva più risieduto un rappresentante pontificio. Le due istruzioni del 28 marzo e del 1° aprile vennero stilate da Minuccio Minucci in stretta collaborazione con la Congregatio Germanica. Il diffuso protestantesimo nelle province dell’Austria Interiore costituiva il principale problema da affrontare da parte del nuovo nunzio presso la corte di Graz. A Porcia fu chiesto di contrastare questo fenomeno abrogando tutti i decreti del sovrano che in passato avevano permesso il libero esercizio della religione. Nel contempo avrebbe dovuto portare avanti la riforma cattolica mediante visite pastorali del clero secolare e regolare, assicurando la cura spirituale dei fedeli e favorendo l’istituzione di scuole cattoliche e di collegi di gesuiti. La questione di Berchtesgaden tuttavia fece ritardare il suo arrivo a Graz. Anche negli anni 1593 e 1594 Porcia fu in buona misura assente dalla propria residenza. Nel 1593 si trattenne in Germania meridionale per incontri politici e visite apostoliche. A dicembre incontrò a Landshut il cardinale Ludovico Madruzzo. Nella primavera del 1594 partecipò con quest’ultimo e con il nunzio ordinario presso la corte imperiale (Cesare Speciano) e quello residente a Colonia (Ottavio Mirto Frangipani) alla Dieta imperiale di Ratisbona. Nell’autunno 1594 ottenne l’incarico di visitare i monasteri benedettini in Germania meridionale e in Svizzera e partecipò, nell’ambito di questo mandato, a un’assemblea dei prelati imperiali della diocesi di Costanza in Waldsee nel mese di ottobre. In seguito visitò i conventi benedettini di Kempten, St. Blasien e St. Gallen e preparò la successione alla nunziatura di Lucerna.

Quando Ferdinando d’Austria Interiore terminò i suoi studi a Ingolstadt nel maggio 1595, tornando a Graz per assumere il governo, anche Porcia vi fissò la propria residenza. Durante il suo soggiorno in Austria Interiore, fino al 1606, si occupò di diversi temi. Nella lotta al protestantesimo si concentrò su Villach e i suoi dintorni, un caposaldo del movimento della riforma evangelica, si preoccupò di estromettere i predicatori e gli insegnanti eterodossi e di far eliminare gli scritti protestanti. Nel contesto della riforma ecclesiastica effettuò visite apostoliche, collaborò strettamente con i gesuiti e mantenne contatti con l’Inquisizione romana. Nel 1597 fu coinvolto nella successione alle sedi vescovili di Laibach e Trieste, di competenza dell’arciduca di Stiria. Per incarico della Sede apostolica Porcia operò anche al di fuori del territorio a lui attribuito. Tra questi mandati vi furono la partecipazione alle elezioni vescovili a Bamberga (1599) e Bressanone (1601), nonché la visita della diocesi di Passavia e la nomina di un coadiutore per questa diocesi (1599). Durante la sua missione vennero fondati un monastero delle clarisse a Graz (1602) e un collegio dei gesuiti a Klagenfurt (1604).

Nelle relazioni inviate da Graz il nunzio informava anche sugli importanti legami dinastici della casa d’Austria stiriana, soprattutto i matrimoni dell’arciduchessa Anna con Sigismondo di Polonia (1592), dell’arciduchessa Maria Cristina con Sigismondo Báthory di Transilvania (1595), dell’arciduchessa Margherita con Filippo III di Spagna (1598) e dell’arciduchessa Maria Maddalena con Cosimo II de’ Medici (1608).

L’espansione ottomana in quegli anni poneva l’Austria Interiore davanti a un problema cruciale, di cui Porcia dovette occuparsi, tanto più che gli Stati protestanti legavano spesso a rivendicazioni religiose la loro collaborazione alla difesa del Paese tramite tasse e contributi. Poiché le spese per la frontiera militare croato-slavona pesavano notevolmente sul bilancio dell’Austria Interiore, nella cui competenza rientrava questa parte dei confini, si tentò di ottenere un aiuto finanziario dall’Impero. Anche Clemente VIII accordò sussidi economici e inviò delle truppe (1595, 1597, 1601). Nel 1600 andò perduta la fortezza di Kanisza, di grande importanza strategica; il tentativo di riconquistarla l’anno successivo fallì. Nel contesto di queste azioni militari morì a Varadino il generale pontificio e nipote del papa Gian Francesco Aldobrandini.

Porcia riferì regolarmente anche degli Uscocchi, che per gli Asburgo difendevano le frontiere dagli ottomani, ma aggredivano anche la Repubblica di Venezia per terra e per mare catturando e saccheggiando navigli mercantili. Nel 1599 la situazione si inasprì drammaticamente quando la Serenissima, come reazione a tali piraterie, sconfinò nel territorio austriaco intorno a Fiume e Trieste. Le azioni militari furono accompagnate da sforzi diplomatici da parte dell’Austria Interiore ma anche del papa. Porcia sosteneva l’idea che solo un trasferimento degli Uscocchi dal loro capoluogo sulla costa adriatica (Segna) verso un’area dell’entroterra croato avrebbe potuto contribuire a sedare il conflitto. I piani a tale riguardo erano già avanzati, ma non poterono essere portati a termine per problemi finanziari. La nomina di Giuseppe Rabatta a comandante di Segna da parte dell’arciduca Ferdinando nel 1600 portò solamente a una tregua momentanea. Dopo l’uccisione di Rabatta alla fine dell’anno successivo l’antagonismo tra gli Uscocchi e Venezia divenne di nuovo evidente e si aggravò ulteriormente dopo la pace di Zsitvatorok (1606), dato che il compito originario degli Uscocchi nel contesto della difesa dei confini dell’Austria Interiore contro l’Impero ottomano si era ridotto notevolmente.

Un altro problema annoso tra l’Austria Interiore e Venezia era costituito dal Patriarcato di Aquileia, la cui collocazione territoriale tra domini asburgici e veneziani causava lunghe dispute giurisdizionali.

Nella campagna del papa per garantire le rivendicazioni dello Stato pontificio sul Ducato di Ferrara nei confronti di Cesare d’Este, Porcia ebbe un ruolo importante. Egli, infatti, assunse l’assistenza delle truppe pontificie richiamate dall’Ungheria e organizzò gli armamenti per la spedizione del 1597-98. All’indomani del suo ingresso solenne a Ferrara, tornata allo Stato pontificio, il 9 maggio Clemente VIII vi accolse l’arciduca Ferdinando, in viaggio in Italia. Porcia fece parte della stretta cerchia degli accompagnatori ducali e fu poi con il reggente di Stiria a Loreto e a Roma. In seguito, si fermò fino all’inizio di settembre presso la corte pontificia a Ferrara, dove il 7 agosto Clemente VIII lo nominò vescovo di Adria con sede a Rovigo. Porcia, tuttavia, continuò a svolgere la funzione del nunzio in Austria Interiore fino al suo richiamo nel 1606-07. Nel 1605 suggerì al duca Massimiliano di Baviera di organizzare una lega cattolica per preparare un futuro conflitto militare contro i protestanti, progetto che vide infine la luce nel 1609.

Durante tutta la nunziatura e sino all’anno 1611 operò anche come informatore per la Toscana. Le lettere che inviava a Firenze erano indirizzate ai granduchi Ferdinando I e Cosimo II, nonché al segretario Belisario Vinta. Ebbe inoltre un ruolo importante nelle trattative matrimoniali tra l’Austria Interiore e la Toscana, portate avanti per espresso desiderio dell’arciduchessa Maria, che ebbero come esito nel 1608 il matrimonio dell’arciduchessa Maria Maddalena con il principe ereditario Cosimo de’ Medici. Porcia, che dal marzo 1607 non era più in carica come nunzio a Graz, per desiderio delle famiglie e su incarico della Curia accompagnò la sposa da Graz a Firenze nell’agosto 1608 nonostante le proteste del suo successore Giovanni Battista Salvago.

Dal 1607 risiedette a Rovigo, continuando tuttavia fino al 1610 a inviare a Roma relazioni sull’Austria Interiore. Nell’anno successivo fece effettuare ampli lavori nel palazzo vescovile di Rovigo e consacrò la nuova chiesa parrocchiale di S. Maria in Villanova Marchesana, situata nella sua diocesi. Nel 1610 consacrò l’altare di S. Agostino nell’oratorio dei Ss. Ermacora e Fortunato a Venezia.

Tornò regolarmente a Porcia, dove istituì un ospizio per pellegrini e dove morì il 22 agosto 1612. Venne sepolto nella chiesa parrocchiale.

Fonti e Bibl.: Archivio segreto Vaticano, Arm. XLIV, 37, 39, 43, 48, 49, 53, 56; Epistoles ad Principes, Registra, 22; Fondo Borghese, Serie I, 751, 752, 758; ibid., Serie II, 18, 77, 189, 394, 412; ibid., Serie III, 18A-P, 22A, 39, 48B, 48BB, 48C, 49A, 57, 57B, 68, 68B, 68CD, 92A, 98AB, 111C, 113B, 125; ibid., Serie IV, 238, 280, 287, Segreteria dei Brevi, Registra Brevium, 278, 303, 323, 364; Archivum Romanum Societatis Jesu, Austria, 224, Epp. NN., 38; Biblioteca apostolica Vaticana, Barb. lat., 2347, Chigi M II, 56, Vat. lat., 7901; Archivio di Stato di Firenze, Mediceo del Principato, 4464, 4465, 6068; Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Fondo nazionale, II.II., cc. 510-512; Graz, Steiermärkisches Landesarchiv, MA XVI-J-2; Klagenfurt, Kärntner Landesarchiv, Stift Arnoldstein I, 23; Milano, Biblioteca Ambrosiana, Mss., G.154 Inf., G.157 Inf., G.169 Inf.; Wien, Haus-, Hof- und Staatsarchiv, Familienkorr. A, 7, 42, 54; München, Bayerisches Hauptstaats-archiv, Kasten schwarz, 7360; Archivio di Stato di Roma, Camerale I, Conti della Depositeria Generale, 1832-1850; ibid., Libri d’entrate e uscita della Tesoreria Generale, Nunziature, b. 1; Roma, Archivio Doria Landi Pamphili, Fondo Aldobrandini, 2; Deutsches Historisches Institut, Minucciana, 9; Nuntiaturberichte aus Deutschland, IV, 3, Die Prager Nuntiatur des Giovanni Stefano Ferreri und die Wiener Nuntiatur des Giacomo Serra 1603-1606, a cura di A.O. Meyer, Berlin 1913 (rist. anast. Torino 1973), ad ind.; Nuntiaturberichte aus Deutschland 1589-1592, II, 3, Die Nuntiatur am Kaiserhof. Die Nuntien in Prag Alfonso Visconte 1589-1591, Camillo Caetano 1591-1592, a cura di J. Schweizer, Paderborn 1919, ad ind.; Tagebuch des steiermärkischen Landschaftssekretärs Stephan Speidl, geführt bei der innerösterreichischen Reichshilfsgesandtschaft am Regensburger Reichstage 1594, a cura di J. Loserth, Graz 1931; La nunziatura di Praga di Cesare Speciano (1592-1598), nelle carte inedite vaticane e ambrosiane, a cura di N. Mosconi, I-V, Brescia 1966-67; Kl. Jaitner, Die Hauptinstruktionen Clemens’ VIII. für die Nuntien und Legaten an den europäischen Fürstenhöfen 1592-1605, Tübingen 1984, ad ind.; Epistulae ad principes, III, Sixtus V-Clemens VIII (1585-1605), a cura di L. Nanni - T. Mrkonjič, Città del Vaticano 1997, ad ind.; Grazer Nuntiatur, III, Nuntiatur des Girolamo Portia und Korrespondenz des Hans Kobenzl (1592-1595), a cura di J. Rainer, Wien 2001; S. Giordano, Le istruzioni generali di Paolo V ai diplomatici pontifici (1605-1621), Tübingen 2003, ad ind.; Innerösterreich betreffende Quellen aus den Inquisitionsarchiven Rom und Udine, a cura di J. Rainer, Graz 2004, ad ind.; Grazer Nuntiatur, IV, Nuntiatur des Girolamo Portia 1595-1598, a cura di J. Rainer, Wien 2012, V, Nuntiatur des Girolamo Portia 1599-1602, a cura di E. Zingerle, Wien 2012.

Fr.Chr. Khevenhüller, Annales Ferdinandei, I-XII, Leipzig 1721-1726, IV, coll. 1550 s.; A. Speronius de Alvarottis, Adriensium episcoporum series historico-cronologica monumentis illustrata, Patavii 1788; F. von Hurter, Geschichte Kaiser Ferdinands II. und seiner Eltern, III-VI, Schaffhausen 1851-1853, passim; B. Schroll, Das Prämonstratenser-Stift St. Maria zu Grifenthal in Unterkärnten, in Archiv für vaterländische Geschichte und Topographie, XVI (1886), pp. 3-166; J. Loserth, Reformation und Gegenreformation in den innerösterreichischen Ländern im 16. Jahrhundert, Stuttgart 1898; L. Schuster, Fürstbischof Martin Brenner. Ein Charakterbild aus der steirischen Reformationsgeschichte, Graz 1898; J. Loserth, Das Tagebuch des Geheimsekretärs Peter Casal über die italienische Reise Erzherzog Ferdinands II. vom 22. April bis 28. Juni 1598, in Mitteilungen des historischen Vereins für Steiermark, XLVIII (1900), pp. 3-94; J.G. Mayer, Das Konzil von Trient und die Gegenreformation der Schweiz, I-II, Stans 1901-1903, ad ind.; H. Biaudet, Les nonciatures apostoliques permanentes jusqu’en 1648, Helsinki 1910, coll. 167, 182, p. 281; B. Katterbach, Referendarii utriusque signaturae a Martino V usque ad Clementem IX et praelati signaturae supplicationum a Martino V ad Leonem XIII, Città del Vaticano 1931, p. 199; M. de Bouard, Sixte V, Henri IV et la Ligue. La légation du cardinal Caetani en France, 1589-1590, in Revue des questions historiques, LX (1932), p. 65; Hierarchia catholica, IV, a cura di P. Gauchat, Monasterii 1935, p. 69; P. Paschini, Tentativi per un vescovado a Gorizia nel ’500, in Rivista di storia della Chiesa in Italia, III (1949), pp. 165-190; L. von Pastor, Storia dei papi, XI, Roma 1955, ad ind., XII, Roma 1962, ad ind.; A. Rauch, Die Tätigkeit des Grazer Nuntius Portia in den Jahren 1595/96-1600, Graz 1957; J. Rainer, Quellen zur Geschichte der Grazer Nuntiatur. 1580-1620, in Römische Historische Mitteilungen, II (1959), pp. 72-81; L. Bauer, Der Informationsprozess für den Bamberger Fürstbischof Johann Philipp von Gebsattel (1599-1609), in Jahrbuch für fränkische Landesforschung, XXI (1961), pp. 1-27; Id., Vatikanische Quellen zur neueren Bamberger Bistumsgeschichte (vom 16. Jahrhundert bis zum Ende des Fürstenbistums), in Bericht des Historischen Vereins Bamberg, IC (1963), pp. 171-316; A. Benedetti, La famiglia di Porcia a Gorizia e a Trieste, in Studi goriziani, XXXIII (1963), p. 23; H. Ott, Die Benediktinerabtei St. Blasien in den Reformbestrebungen seit 1567, besonders unter Abt Kaspar II., 1571-1596, in Freiburger Diözesan-Archiv, LXXXIV (1964), pp. 142-197; J. Andritsch, Landesfürstliche Berater am Grazer Hof 1564-1619, in Innerösterreich 1564-1619, a cura di A. Novotny - B. Sutter, Graz 1967, pp. 92 s.; A. Benedetti, Il governatorato di Alfonso Gabriele di Porcia e Brugnera a Trieste, in Archeografo triestino, XXIX-XXX (1967-1968), pp. 113 s.; M. Pagitz-Roscher, Das Kloster der Cistercienserinnen im Sack zu Friesach, in Carinthia I, CLX (1970), pp. 719-795; G. Probszt-Ohstorff, Die Porcia. Aufstieg und Wirken eines Fürstenhauses, Klagenfurt 1971, pp. 111-117; Kl. Jaitner, Il nepotismo di papa Clemente VIII (1592-1605). Il dramma del cardinal Cinzio Aldobrandini, in Archivio storico italiano, CXLVI (1988), pp. 57-93; Th. Meyer, Geschichte Spittals, in Chronik 800 Jahre Spittal 1191-1991, Spittal 1991, pp. 7-154; J. Rainer, Die Grazer Nuntiatur 1580-1622, in Kurie und Politik. Stand und Perspektiven der Nuntiaturberichtsforschung, a cura di A. Koller, Tübingen 1998, pp. 272-284; D.J. Weiss, Das exemte Bistum Bamberg. Die Bischofsreihe von 1522 bis 1693, Berlin-New York 2000; S. Weiß, Erzherzog Leopold V. - Ritter des Ordens vom Goldenen Vlies. Biografische Notizen zur Karriere und Lebenswelt eines frühbarocken Tiroler Landesfürsten, in Tiroler Heimat, LXVI (2002), pp. 29-80; E. Zingerle, «un palagio honorevole in meglior sito e con maggior commodità». Die Suche der Grazer Nuntien nach einer adäquaten Residenz in der innerösterreichischen Hauptstadt, in Römische Historische Mitteilungen, IL (2007), pp. 227-253; J. Rainer, Waffen aus Österreich für Papst Klemens VIII. (1592-1605), in Carinthia I, CXCVIII (2008), pp. 171-182; E. Zingerle, Maria Christierna Principessa di Transilvania e Arciduchessa di Innerösterreich - il suo matrimonio di solo quattro anni, in Gli archivi della Santa Sede e il regno d’Ungheria (secc. 15-20), a cura di G. Platania - M. Sanfilippo - P. Tusor, Budapest-Rom 2008, pp. 35-50; I. Reithmeier, Johann Konrad von Gemmingen. Fürstbischof von Eichstätt (1593/95-1612). Landesherr und Diözesanvorstand im Späthumanismus, Regensburg 2010; E. Zingerle, Graz-Florenz. Der Grazer Nuntius als Informant für den Großherzog der Toskana, in Le corti come luogo di comunicazione. Gli Asburgo e l’Italia (secoli XVI-XIX), a cura di M. Bellabarba - J.P. Niederkorn, Bologna-Berlin 2010.

TAG

Biblioteca apostolica vaticana

Giovanni battista salvago

Filippo iii di spagna

Repubblica di venezia

Biblioteca ambrosiana