GIUBA II

Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)

GIUBA II (᾿Ιόβας, Iubas)

J. Charbonneaux

Re di Mauretania, nato probabilmente nel 50 a. C., figlio di G. I (v.).

Fu condotto a Roma come ostaggio dopo la presa di Zama (46 a. C.), e divise la sorte di Cleopatra Selene, la figlia di Antonio e della grande Cleopatra, di 10 anni più giovane di lui. Educati entrambi da Ottavia, si sposarono probabilmente nel 19 a. C. Sei anni prima Augusto aveva posto G. II sul trono di Mauretania, che egli conservò sino alla morte, avvenuta nel 23 d. C., e che trasmise al figlio Tolomeo. Fu soprattutto un intellettuale, autore di numerose opere, delle quali conosciamo 9 titoli e almeno 52 libri, di natura enciclopedica, ma anche di storia e geografia dell'Arabia e della Libia. La sua romanizzazione e la sua fedeltà ad Augusto si manifestano negli emblemi dei suoi tipi monetari, nella foggia dei capelli, tagliati corti, e nella soppressione della barba. Sono stati contati 400 tipi monetari del regno di G. II; la maggior parte di questi portano sul diritto l'effigie del re. Ma questi ritratti sono convenzionali, solo qualche effigie risalente agli inizî o alla fine del regno lascia intravvedere qualche tratto specifico.

In compenso disponiamo di otto o nove ritratti a tutto tondo di G. II, sei dei quali scoperti nella sua capitale, Cherchel (v.), provenienti o da edifici pubblici o da ville private. Nonostante le mutilazioni e una tendenza più o meno accentuata di idealizzazione, questi ritratti hanno conservato la vera immagine di G. nelle varie epoche della sua vita.

La più interessante di queste teste in marmo, disgraziatamente distrutta in parte, è un ritratto giovanile, ove più che altrove sono state conservate le caratteristiche della razza cranio allungato, di tipo negroide (particolare corretto negli altri ritratti), guance allungate prominenti verso la bocca e il naso, labbra spesse. Il ritratto della Gliptoteca Ny Carlsberg a Copenaghen proveniente da Roma, presenta invece una versione accurata, nello stile augusteo degli inizi dell'ultimo venticinquennio a. C. e rientra nella tradizione dei ritratti di dinasti ellenistici. Altri due ritratti, uno a Cherchel, decisamente idealizzato (occhi ingranditi, ovale regolare), l'altro al Louvre, ci mostrano il re ancor giovane, tra i 25 e i 35 anni. Il più impressionante dei ritratti, nonostante le mutilazioni subite, è quello al Louvre di G. Il attempato: occhi allontanati, palpebre gonfie, zigomi alti, guance pesanti e cascanti, naso largo, labbra spesse divise dal mento da un solco profondo. I tratti, pervasi da stanchezza e melanconia, rivelano il carattere di questo re bonario e studioso, che passò la vita ad accumulare le nozioni più varie e ad abbellire la sua capitale.

Lo studio di questa serie di ritratti ci induce a ritenere come sicura l'identificazione molto discussa del bel busto in bronzo di giovane principe, trovato a Volubilis, con Giuba II. Effettivamente il confronto di questo bronzo con le teste marmoree di G. II a Madrid e Copenaghen è decisivo: il taglio del viso, il disegno particolare dei tratti, sinanche la sistemazione delle ciocche di capelli, concordano esattamente. Nonostante il viso invecchiato si ritrovano gli stessi particolari caratteristici nella testa di G. II attempato al Louvre. Se, come sembra, le teste di Madrid e di Copenaghen sono repliche del bronzo di Volubilis, si può supporre che l'originale venisse eseguito in occasione dell'avvento al trono di Mauretania di G. II o del suo matrimonio con Cleopatra Selene. La recente scoperta degli avanzi della villa di G. II a Volubilis conferma questa identificazione.

Bibl.: F. Jacoby, in Pauly-Wissowa, IX, 1916, c. 2384 ss., s. v. Iuba, n. 2; St. Gsell, Histoire ancienne de l'Afrique du Nord, Parigi 1929, VIII, p. 206 ss.; A. Héron de Villefosse, Musée Africain du Louvre, p. 15, n. 174 e tav. III, i; Mon. Piot, II, 1895, p. 191; Symbolae Osloenses, II, 1925, i ss.; Mon. Piot, XLIII, 1945, p. 75 ss.; Arndt-Bruckmann, Gr. und Röm. Porträts, n. 863-864; F. Poulsen, Catal. of Ancient Sculpt. in The Ny Carlsberg Glypt., n. 452, p. 321; id., in Acta Archaeologica, XVII, 1947, p. 134 ss.; E. Boucher-Colozier, in Libyca, I, 1953, p. 23 ss.; J. Mazard, Corpus nummorum Numidiae Mauretanieque, Parigi 1955, p. 71 ss.; R. Thouvenot, Publicat. du Serv. des Antiq. du Maroc, XII, 1958, p. 82 ss.