GIULIANO l'Apostata

Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)

GIULIANO l'Apostata (Flavius Claudius Iulianus)

V. Scrinari

Figlio di Giulio Costanzo e di Basilina, nativo di Costantinopoli, fu col fratello Gallo superstite della strage operata alla morte di Costantino su tutti i discendenti maschi di Costanzo Cloro. Morto Gallo nel 354, G. fu nominato Cesare da Costanzo II nel 355. Nel 360 a Parigi fu acclamato Augusto dai soldati e marciò verso l'Oriente; mentre si preparava a resistergli, Costanzo morì (361). Morì nel 363 combattendo contro i Parthi. Spirito acuto di imperatore, filosofo e letterato (Amm., xxv, 4, 22; Maur., Paneg. Iul.; Vict., Epit., 43).

Le monete non ci conservano un'immagine molto chiara di lui, essendo poco raffinata l'incisione ed assai diversi i tipi; notevoli però tra tutte le monete di Antiochia.

Rari sono i suoi ritratti e di identificazione ancora dubbia: 1) statua al Museo del Louvre; 2) statua al Museo di Cluny (Parigi); 3) ritratto della Collezione Jonas (Gerusalemme); testa incisa su una sardonica conservata a Parigi (Cabinet des Médailles).

La statua del Museo di Cluny, originaria anche essa di Parigi, è una replica di quella al Louvre ed il Bernoulli giustifica il fatto con l'osservare che Parigi era residenza preferita di G. quale Cesare e che non è improbabile abbia voluto onorarlo in particolar modo quale imperatore. Le statue risalgono infatti a questo periodo della sua vita rappresentandolo con la barba fluente ed il capo cinto di diadema, aspetto che assunse dopo la sua nomina ad Augusto. Il tipo greco dell'abito e del diadema e la rigidezza astratta ed impersonale rivelano nelle statue lo stile del tardo Impero, in cui è vivo il contrasto tra le forme esteriori di sapore orientale e uno spirito ancora tendenzialmente analitico e romano che plasma interiormente l'opera. Il ritratto della Collezione Jonas (Gerusalemme) riprende invece lo stilizzato tipo del filosofo con accenti ellenistico-orientali assai vicini all'iconografia di G. sulle monete di Antiochia. Nel 1882, il Lenormant scopriva ad Acerenza un busto, da lui identificato con G.; più tardi il Delbrück riconosceva i caratteri di un'esecuzione del XIII sec. d. C., opinione probabile condivisa dal Prandi e dal Kaschnitz-Weinberg che propone un'identificazione con Galvano Lancia (1265), signore di Acerenza, ufficiale di Manfredi.

Bibl.: E. Babelon, L'iconographie monétaire de Julien l'Apostate, in Revue numismatique, s. IV, III, 1903, p. 103; J. J. Bernoulli, Röm. Ik., Stoccarda 1884, II, 3, pp. 241-251, tavv. LIII-LV; R. Delbrück, Spätant. Kaiserp., Berlino 1933, p. 159, tav. 75, 2; R. Andreotti, L'iconografia dell'imperatore Giuliano, in Bull. Com., LIX, 1931, pp. 47-58, tavv. I-II; R. Jonas, A Newly Discovered Portrait of the Emperor Julian, in Amer. Journ. Arch., L, 1946, pp. 277-282, tavv. XIII-XV; (per il busto di Acerenza), A. Prandi, in Riv. Ist. Arch. e St. dell'Arte, N. S., II, 1953, p. 289 e 301, nota 47 (con bibl. precedente); G. Kaschnitz-Weinberg, in Röm. Mitt., LXII, 1955 p. 48 ss.