BARBIERI, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)

BARBIERI, Giuseppe

Arnaldo Venditti

Nacque il 2 dic. 1777 a Verona. Allievo di Luigi Trezza e di Bartolomeo Giulari, la sua adesione al gusto architettonico neoclassico, ormai affermatosi in tutta l'Europa, appare condizionata da ricordi palladiani e scamozziani, sempre presenti nelle sue fabbriche. Essi testimoniano nel Veneto il perdurare della tradizione classicistica anche in età barocca, specialmente nel Settecento.

Al B., che fu anche ingegnere municipale della sua città natale, si devono a Verona il compimento (1821) della Gran Guardia (edificio iniz. nel 1610 dal sanmicheliano Domenico Curtoni); il fronte posteriore dei medievale palazzo del Comune, verso l'Arco della Costa; la loggia ionica di palazzo Arvedi, in via Mazzini; il palazzo Palmarini, ora Goldschmidt, in stradone S. Fermo; la casa Beretta a S. Sebastiano. Ancora su suo disegno è il cimitero veronese (1828), con propilei, colonnati, chiesa e cupola, di effetto imponente anche se frigida accettazione del "dorismo"allora imperante. Fuori Verona il B. compì le parrocchiali di Poiano (1823-30) e di Caldiero (1831-36), dignitoso tributo alla tradizione rinascimentale, e si attribuiscono a lui la villa Sagramoso a Pacengo e il compimento della villa Da Persico, oggi Poggi, ad Affi (iniziata nel Seicento).

La massima opera del B. - quella per cui egli è di solito ricordato - deve considerarsi il palazzo del Municipio di Verona (1838-40), in cui l'architetto riprende, innanzi all'Arena, il tema dell'ordine gigante di colonne, caro a Palladio. Struttura elegante, anche se priva di invenzioni particolari, la fabbrica risulta totalmente estranea all'ambiente in cui sorge: e in ciò manifesta i limiti dell'architetto. Tra le ultime opere, la porta Vittoria, eretta oltre l'Adige, al posto dell'antica porta scaligera (1838).

Il B. morì a Verona il 10 genn. 1838. Modesta è la letteratura su di lui: ciò appare forse giustificato dallo scarso interesse artistico della sua produzione, alla quale pur tuttavia si devono riconoscere caratteri di sobrietà e di dignitosa compostezza.

Bibl.: P. Zani, Encicl... delle Belle Arti, I, 3, Parma 1820, p. 72; B. Morefli, Il cimitero delij R. Città di Verona, Verona 1833, passim; G. Biadego, prefaz. a A. Zannakidreis, Le vite dei pittori scultori e architetti veronesi, Verona 1891, P.XVIII; Id., Verona, Bergamo 1909, pp. 142,151; L. Simeoni, Guida di Verona, Verona 1910, passim; N. Tarchiani, L'architettura italiana dell'Ottocento, Fírenze 1937, p. 30; E. Lavagnino, L'arte moderna, Torino 1956, p. 97; C. Maltese, Storia dell'arte in Italia (1758-1943), Torino 1960, p. 30; U. Thieme-F. Becker'Künstler-Lexikon, Il, p. 476; Encicl. Ital., V, p. 145.

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