BOLLA, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 34 (1988)

BOLLA, Giuseppe

Lanfranco Belloni

Nato a Cagliari il 4 dic. 1901 da Achille e da Maddalena Larco, si laureò in scienze fisiche all'università di Pisa nel 1926. In seguito iniziò una intensa attività scientifica nel campo della spettroscopia Raman.

I primi lavori del B., a partire dal 1931, riguardano infatti le bande Raman nell'acqua. In essi (Structure of the Raman Band of Water, in Nature, 1931, Vol. CXXVIII, pp. 546 s.; The Raman Band of Water, ibid., 1932, vol. CXXIX, p. 60; Sualcune nuove bande Raman dell'acqua, in Nuovo Cimento, X [1933], pp. 101-107) egli riuscì sia a confermare l'esistenza di bande già note, nello spettro Raman dell'acqua, sia a scoprirne altre cinque di intensità minore. Seguirono ulteriori lavori riguardanti gli spettri Ramati dell'alcool etilico e la dipendenza dalla temperatura delle bande Raman dell'acqua.

In lavori successivi, svolti negli anni 1935-36 (Spettrografia a prismi e spettrofotometria di luce polarizzata rettilineamente, I, Spettrografi con prismi e lenti di vetro, in NuovoCimento, XIII [1936], pp. 145-63; II, Spettrografi con prismi e lenti di quarzo, ibid., pp. 241-283; Polarisationseffekte in Quartzspektrographen, in Zeitschrift für Physik, CIII [1936], pp. 756-67), il B. condusse approfondite valutazioni delle proprietà strumentali degli spettrografi, con particolare attenzione ai metodi di taratura per la compensazione della diversa luminosità per la luce polarizzata linearmente in direzione parallela o perpendicolare al piano di incidenza sul prisma analizzatore.

I lavori citati permisero al B. di vincere il concorso universitario e diventare titolare della cattedra di fisica sperimentale dell'università di Palermo, resasi vacante in seguito all'allontanamento dall'Italia dei suo precedente titolare, E. Segrè, colpito dalle leggi razziali del luglio 1938. IlB. rimase a Palermo fino al 1942, continuando ad occuparsi di spettroscopia atomica e della relativa strumentazione.

Nel 1942 venne chiamato a ricoprire la cattedra di fisica superiore dell'università di Milano, nell'istituto diretto da G. Polvani. Nello stesso anno fu nominato socio corrispondente dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, di cui divenne membro effettivo nel 1965. Con il passaggio a Milano ebbe termine l'interesse del B. per la fisica atomica, mentre si delineò un suo orientamento verso la problematica della fisica nucleare, con particolare riguardo alle applicazioni industriali ed energetiche. Nell'immediato dopoguerra diede inizio ad un'azione intesa alla promozione di un programma di ricerca e sviluppo di fisica nucleare applicata, delineato insieme con Carlo Salvetti e Giorgio Salvini, fisici dell'università di Milano, e con l'ingegner Mario Silvestri, allora membro della giunta tecnica della Edison. In seguito a contatti avviati con circoli industriali, in particolare con l'ingegner Vittorio De Biasi, consigliere delegato della Edison, il 19 nov. 1946venne costituita, per iniziativa di questa, alla quale aderirono subito la Società nazi onale Cogne e la FIAT, una società a responsabilità limitata denominata CISE (Centro informazioni studi esperienze).

Per usare le parole stesse dei B., gli scopi del CISE potevano così riassumersi: "curare studi, laboratori, impianti e soprattutto coltivare ricercatori in vista di essere in grado di costruire, quando che sia, una pila sperimentale ad uranio ed acqua pesante, di bassa potenza, con tutto il corteggio di laboratori specializzati per le misure e le ricerche che una tale macchina comporta" (Il CISE-Centro informazioni studi ed esperienze. Suoi scopi, struttura e risultati, in Energia nucleare, II [1952], p. 17).

Il numero dei soci aumentò con l'adesione successiva di Montecatini, SADE (Società adriatica di elettricità), Pirelli, Falck e Temi. Conseguentemente si ebbe un aumento delle sovvenzioni elargite a fondo perduto al CISE, che raggiunsero l'ammontare di circa sessanta milioni di lire per il 1951. Secondo una stima relativa ai finanziamenti affluiti al CISE nel quinquennio 1946-1951, dagli originali trenta milioni annui, si era saliti a sessanta per un importo globale, nell'intero quinquennio, di circa duecento milioni. A questa somma va aggiunto il controvalore delle retribuzioni di alcuni ricercatori distaccati dalle società finanziatrici presso il CISE, ma tenuti sempre a loro carico. Tutto compreso, si può valutare l'intero firianziamento a non più di trecento milioni, con un ritmo di spesa nell'ultimo anno, di cento milioni; … quantunque le cifre ricordate possano sembrare oggi esigue, il loro livello nel 1951era pur sempre pari ad un sesto dell'assegnazione che lo Stato dava nella stessa epoca al Consiglio nazionale delle ricerche" (M. Silvestri, Il costo della menzogna. Italia nucleare 1945-1968, Torino 1968, p. 54).

Pur con mezzi limitati, i ricercatori del CISE sotto la guida dei B., riuscirono a procurarsi le costanti indispensabili alla realizzazione di una pila atomica ed alla messa a punto delle tecniche di misura connesse. Fra i risultati conseguiti "ha potuto essere definita la misura della sezione d'urto di scissione dell'uranio con risultati conformi ad altri sperimentatori esteri" (relazione al consiglio d'amministrazione per l'assemblea generale ordinaria dei soci del CISE del 7 apr. 1950, inedita, presso il Servizio documentazione dei CISE, Segrate).

A conferma della vitalità dell'ente, in un rapporto francese del 1950 si legge: "Le centre est dirigé par le Professeur Bolla; il est financé, pour la plus grande part, par la Montecatini. Pour l'instant c'est un petit centre très vivant, dont les membres principaux sont: Salvetti, Gallone (théoricien au courant du calcul des piles), Facchini (jeune physicien plein d'avenir), Gatti (jeune électronicien). Citons encore: Bracci, Germagnoli, Colli, de Leonardis … ; une jeune équipe dejà expérimentée, pieine de bon sens et d'entrain, formée d'hommes capables et sérieux. En résumé: formation en Italie d'équipes compétentes, travaillant bien, pleine de possibilités, et tout à fait dans le ton général de l'essor, industriel et économique de l'Italie du Nord" (Paris, Arch. nat. de France, Arch. R. Dautry, Note de M. Ertaud, sc. 212).

Sempre nel 1950, il B. passò alla cattedra di fisica sperimentale e venne nominato direttore dell'istituto di fisica sperimentale del politecnico di Milano, mantenendo ambedue le cariche fino al 1962.

Alle attività dei CISE vennero chiamati a partecipare, in veste di consulenti, i fisici del Centro di studio per la fisica nucleare e delle particelle elementari costituito dal CNR presso l'università di Roma fin dal 1945: Edoardo Amaldi, Bruno Ferretti, Gilberto Bernardini ed, in aggiunta, Enrico Persico dell'università di Torino. I rapporti fra i consulenti "romani" ed il CISE si conclusero nel 1952, quando si delinearono concretamente le prospettive della creazione dei CERN (Consiglio europeo per le ricerche nucleari) a Ginevra. Inoltre, nel giugno 1952 venne fondato il CNRN (Comitato nazionale per le ricerche nucleari), ma il B. non fu invitato a fame parte. Secondo la definizione del Silvestri, il B. "era un uomo da accettare o da respingere".

Escluso dai giochi della politica scientifica nazionale, concentrò le sue energie nella creazione di strutture didattiche e di ricerca al politecnico di Milano. Fin dal 1950-51 aveva istituito un corso di fisica nucleare applicata, che fu il primo corso di perfezionamento in ingegneria nucleare in Italia. Nel 1955 fondò, sempre al politecnico, una Scuola di tecniche radioisotopiche.

Con l'esclusione dalla direzione delle attività del CISE nel 1956, il B. concentrò ancor più i suoi sforzi sul politecnico. Fu promotore nel 1957 e direttore da quella data fino al 1973 del Cesnef (Centro studi nucleari Enrico Fermi), che riusci a dotare di un reattore didattico (1958). Nel 1956-57 fu varato dietro sua iniziativa il triennio di applicazione in ingegneria nucleare, come sottosezione del corso di ingegneria meccanica. Divenne direttore dell'istituto di ingegneria nucleare del politecnico di Milano nel 1962 e lo rimase fino al 1973. Sempre nel 1962 divenne titolare della cattedra di fisica atomica e nucleare, ricoprendo quel posto di insegnamento fino al suo ritiro avvenuto nel 1973.

Il B. fu socio corrispondente dell'Accademia delle scienze di Torino dal 1965. Fondò e diresse dal 1951 la rivista Energia nucleare, sulla quale pubblicò vibrati interventi su temi scottanti di politica della ricerca, in una prosa dura e densa.

Il B. morì a Milano il 28 genn. 1980.

Fonti e Bibl.: M. Silvestri, Un ricordo di G. B., in Energia nucleare, XXVII (1980), n. 1, pp. 3 s.; M. Gatti, Commem. dei membro effetti prof. G. B., nella seduta del 25 nov. 1982 dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, in Rend. dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, parte generale, Arti ufficiali, CXVI (1982), pp. 143-52; L. Belloni, Sulla genesidei CERN, in Storia contemporanea, XVII (1986), p. 642.

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