BRUSCHETTI, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 14 (1972)

BRUSCHETTI, Giuseppe

Dante Severin

Nato a Milano il 31 ag. 1793 da Antonio e Luigia Minuti, è uno dei rappresentanti di quel periodo storico, caratterizzato dall'enorme estensione delle scoperte scientifiche a tutti i settori dell'attività produttiva, e che vede scienza, tecnica, economia e politica, in reciproca connessione, determinare un complesso processo generale di trasformazione della società. Si era fatto notare ancor giovane con lo studio Dell'inalveazione del torrente Redefosso. Saggio storico-idraulico (Milano 1819), che meritò una segnalazione sul Conciliatore. Nella scia degli studi del Lecchi e del Fusi, le sue ricerche e le sue elaborazioni, indirizzate a fini pratici, si andarono estendendo al complesso di bisogni e impieghi idraulici che il settore agricolo lombardo avvertiva. Nel 1823 aveva terminato la Storia dei progetti e delle opere per l'irrigazione del Milanese;non ottenendo dall'autorità austriaca la necessaria licenza di stampa, il B. consegnò il manoscritto a G. Ciani, allora a Lugano, che ve lo fece stampare dal Ruggia nel 1834. In questo grosso studio (pp. 492), rifacendosi anche agli esempi antichi, il B. si soffermava su progetti di grandiosi canali per bonificare le brughiere in modo da metterle in coltivazione e accrescerne la produttività. Il suggerimento d'industrializzare la ricerca e la distribuzione dell'acqua s'accompagnava alla proposta di impiegare pompe aspiranti di grandi dimensioni che facilitassero la cattura di nuove sorgenti, e di adottare motori a vapore per innalzare l'acqua destinata alle irrigazioni e agli acquedotti cittadini. Datano a quegli anni gli studi sulle inondazioni provocate dalle acque lacustri (Manifesto d'associazione,ossia programma per la bonificazione dei terreni paludosi e vallivi di Lombardia, Milano 1839).

L'attività maggiore del B. si manifestò però in quel settore dei trasporti pubblici che l'invenzione della macchina a vapore aveva posto in prima linea. Con la Storia dei progetti e delle opere per la navigazione interna del Milanese (Milano 1821) si acquistò fama di studioso e di persona d'iniziative moderne. L'opera, che espone la realizzazione e i problemi della navigazione fra il Lario e il Verbano da una parte ed il Po dall'altra, e della canalizzazione fra i laghi di Lugano e di Varese e il sistema fluviale padano per irrigare le brughiere, ebbe ancora tre edizioni, nel 1830 e nel 1842 a Milano, nel 1864 a Torino nella "Raccolta delle opere idrauliche e tecnologiche" del B. stesso. Fin dal 1820 il B. aveva promosso e diretto la Società d'azionisti di Milano per l'esercizio del nuovo metodo di navigazione sopra le acque dell'Alta Italia, società che dieci anni dopo aveva una flotta di sei battelli a vapore. Ad essa fu trasferita nel 1825 la concessione governativa revocata alla Società costituita dal conte Porro Lambertenghi ed altri, proprietaria del primo battello "Eridano", senza che giungesse a risultati pratici, sembra per carenza di adeguati finanziamenti. Grazie così allo spirito d'iniziativa del B. sorsero le prime imprese per i battelli a vapore sui laghi di Como, di Garda, sul Verbano, nonché sul Po e il Mincio, che tanta rilevanza dovevano avere nello sviluppo economico lombardo. Contemporaneamente raccomandava l'istituzione di "barche corriere" ad orario fisso e a servizio pubblico sui canali padani.

Nel 1823 la tipografia Veladini di Lugano pubblicò la Relazione storica sulle strade del Milanese, poi ristampata nel '59 ma sequestrata dall'Austria, ripubblicata a Torino nel '64 nella già citata "Raccolta". Il B. si concentrava ora sullo studio dei trasporti di terraferma, e nello stesso tempo iniziava una attività per nuove applicazioni nel settore dei velociferi (diligenze celeri), degli omnibus e delle ferrovie, prospettando anche l'introduzione del telegrafo.

In questo fiorire di iniziative, il 26luglio 1837unitamente a Zanino Volta, figlio del grande fisico, il B. ottenne dal governo l'autorizzazione a realizzare, entro otto anni, il Progetto della strada di ferro da Milano a Como (testo di 48 pp. più 1 tav., stampato a Milano 1836), che teneva presente i suggerimenti ricavati dallo stesso Volta quattro anni avanti studiando la ferrovia Lione-St. Etienne. Il progetto prevedeva una linea direttissima, di 39 chilometri, seguendo il corso del Seveso. Sopravvenute complicazioni ne ritardarono però l'attuazione; nel frattempo l'Austria aveva concesso una licenza alla ditta Holzhammer e Co. di Bolzano, rappresentata dal nobile De Putzer, per il progetto Sarti della Milano-Monza di 13 chilometri, poi attuata nel 1840 e ceduto alla banca Arnstein & Eskeles di Vienna, le cui speculazioni richiesero un intervento governativo. La ferrovia per Como verrà costruita soltanto nel 1849 da Antonio Grassi. L'importanza dell'iniziativa ferroviaria dipendeva, del resto, da quella dei trafori alpini.

Il B. fu anche autore del Progetto di strada ferrata Milano-Bergamo (anni 1839-40) e della memoria Delle macchine locomotive e stazionarie ad uso di motore pei trasporti celeri sopra le vie di terra e d'acqua in Lombardia (Milano 1840). Nel settore dei trasporti cittadini, per sua iniziativa, il 18 dic. 1841 a Milano comparve l'omnibus a cavalli tra piazza del duomo e la stazione ferroviaria. Nel 1844, al congresso degli scienziati, suggeriva di adottare le rotaie di ferro, sulla rete stradale, facendovi correre sopra gli omnibus (idea realizzata solo 32 anni dopo da E. Osculati, direttore della Società degli omnibus, sul tratto Milano-Monza). Al tema il B. tornava nel 1856 con Le ferrovie per interno della città... (Torino).

Sospettato dalla polizia austriaca per le idee liberali (era stato infatti in rapporti con il Ciani, il Ruggia e con la tipografia Veladini), il B. emigrò a Cannero, sul lago Maggiore, dove possedeva una casa; successivamente si trasferì a Torino, dove il sovrano lo accolse onorevolmente e lo nominò ufficiale di Stato Maggiore del genio. Inviato nel 1851 in Sardegna come commissario straordinario e direttore dei lavori marittimi, il B. diede nuove prove di capacità professionale anche se i suoi progetti grandiosi non incontrarono il completo apprezzamento del governo. Il collegio di Sassari II lo elesse nel 1855 deputato al Parlamento subalpino, da cui più tardi decadde per sorteggio essendo in eccesso il numero dei parlamentari impiegati dello Stato.

Morì a Milano il 17 luglio 1871.

Fonti e Bibl.: Il Conciliatore, a cura di V. Branca, III, Firenze 1954, pp. 338 s.; Z. Volta, Relazione d'una visita alla strada di ferro di St. Etienne, in Raccolta pratica di scienze e d'industria, XV-XVI, Como 1833; G. Bruschetti, Mappa delle strade diferro in costruzione o decretate o in progetto fra Ferrara,Torino,Milano e il lago di Costanza, Milano 1847; C. Cantù, Storia di Como, II, Firenze 1856, p. 328; Bibliografia enciclopedica milanese, a cura di F. Predari, Milano 1857, pp. 45 s., 307, 590, 595; A. Bruschetti, L'ing. cap. G. B., Intra 1911 (cfr. recens. di L. D., in Archivio storico lombardo, s. 4, XVI [1911], p. 233); I. Antognini, Dal San Gottardo alla stazione internazionale di Chiasso, Como1959, pp. 16, 20 s.; D. Severin, L'industria serica comacina sotto il dominio austriaco, Como1960, p. 168; V. Lucati, Da Milano a Como in 42anni, in Economia lariana, ottobre 1961, pp. 39 s.; G. C. Zimolo, La navigazione nel lago di Como, Como1962, pp. 15, 259, 265 s., 268, 270, 276; P. Mezzanotte, L'edilizia milanese..., in Storia di Milano, XV, Milano 1962, p. 385; G. De Marchi, L'idraulica,ibid., XVI, ibid. 1962, pp. 858 ss., 1050; D. Severin, Figure e momenti di storia comasca, Como1965, p. 35 e tav. XII; V. Lucati, Rezzonico e la sua poesia dialettale, Como 1966, pp. 34 a.; D. Severin, Como e lo Spluga, Como1970, p. 9.

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