CIVELLI, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 26 (1982)

CIVELLI, Giuseppe

Enzo Bottasso

Nacque da Luca e da Orsola Milani a Barasso presso Gavirate (Varese) il 2 giugno 1816. Di famiglia modestissima, cominciò a nove anni appena a lavorare come apprendista tessitore a Busto Arsizio; sveglio e ricco d'iniziativa, pochi anni più tardi riuscì ad allogarsi a Mantova come maestro di calligrafia. Acquisita notevole abilità anche nel disegno di carte geografiche, con i primi risparmi fu in grado di aprire a Milano, nel 1840, un proprio modesto impianto tipografico e calcografico. Dieci anni più tardi era in grado di fondare un'altra tipografia a Verona, cui seguirono, dopo l'Unità, altre due ad Ancona e a Torino.

Il momento decisivo per collocare in primo piano, su scala nazionale, l'azienda così audacemente ingrandita, sipresentò nel 1865, in seguito al trasferimento della capitale a Firenze. In questa città il C. acquistò un nuovo e più importante stabilimento tipografico, dando inizio, il 14 giugno dello stesso anno, al quotidiano IlCorriere italiano, fondato sotto gli auspici di due autorevoli esponenti politici, G. A. Cesana e C. Correnti. Del giornale, che durerà fino al 31 maggio 1907 (XLIII, n. 151), figurarono successivamente direttori G. Bianchi, E. Biraghi, N. Panerai, ma il controllo effettivo fu sempre mantenuto dal C., trasferitosi definitivamente a Firenze.

La produzione tipografica ed editoriale dell'azienda, ingranditasi con l'acquisizione di una fonderia di caratteri e di due cartiere, a Chiaravalle nelle Marche e a Sarteano in Toscana, si allargò bene al di là della cartografia e delle grandi compilazioni storico-geografiche che ne avevano costituito fino ad allora la principale caratteristica. Il C. aveva intuito quali enormi prospettive di mercato si aprissero non solo all'editoria di cultura, ma all'industria grafica in genere dopo l'unificazione d'Italia. Mentre lo stabilimento di Firenze puntava soprattutto sulle commesse governative, quello di Verona, all'indomani della liberazione, diede vita a un secondo quotidiano, L'Adige, diretto fino al 1883 da A. Cauno che proveniva dal Messaggero del Trentino.

La conquista di Roma e il nuovo trasferimento della capitale non potevano non stimolare l'intraprendenza del C., che vi installò un nuovo, più ampio e moderno stabilimento tipografico e acquistò la più importante fra le testate giornalistiche di tendenza democratica, Il Diritto, uscito per dodici anni a Torino, dal 3 apr. 1854, sotto la direzione di C. Correnti, A. Depretis, V. Pareto, L. Valerio e A. Bargoni e quindi, dal 17 giugno 1865 al 1º nov. 1871 (XII, n. 164 - XVIII, n. 305), a Firenze.

Trasferito a Roma, il giornale il 2dello stesso mese continuò dalla tipografia del C. col numero immediatamente successivo e col più ambizioso sottotitolo di Giornale della democrazia italiana; vero animatore politico ne rimase l'ingegner C. Maraini.

L'uscita, il 15 nov. 1875, del Bersagliere (diretto da G. Turco, ma in realtà controllato dal Nicotera) e il quasi contemporaneo allineamento del fortunatissimo Popolo romano di C. Chauvet alle posizioni del Depretis, ridussero in effetti il Diritto a organo di Zanardelli e Cairoli più che dell'intera Sinistra.

Il Maraini, animatore della campagna per l'affidamento ai privati della gestione ferroviaria, lasciò definitivamente, nella primavera 1876, il giornale, che vide limitata a poche migliaia di copie, contro le 35.000 del Popoloromano, la propria diffusione. Il C. fu quindi indotto a trattarne la cessione a E. Oblieght, il quale contemporaneamente (1878) entrava nella proprietà del Bersagliere; nuovo direttore, dagli inizi del 1880, fu nominato M. Torraca. Nello stesso 1878 il C. acquistò La Lombardia, fondata vent'anni prima a Milano da C. Correnti e altri uomini della Sinistra e abbastanza saldamente affermata in quella città così da raggiungere una tiratura dalle 12.000 alle 20.000 copie.

Forte di un'opzione per l'intera proprietà del Diritto, l'Oblieght, da spregiudicato affarista, ne pattuì la cessione, insieme al Bersagliere, alla società finanziaria francese Frémy-Bontoux (1881). La notizia di quest'intervento straniero suscettibile di influire sulla stampa politica italiana fece scandalo; il 20 genn. 1882 il Torraca si dimise per protesta dalla direzione del giornale (fu sostituito dal deputato P. Del Vecchio) e alla fine di quello stesso mese l'Oblieght dovette recedere dalla proprietà.

Assai più di questa vicenda, di limitata incidenza date le dimensioni dell'azienda, dovette pesare al C. il decesso dei due nipoti che più di tutti lo coadiuvavano, coi figli Carlo ed Antonio, nella gestione delle varie branche di attività: G. Marcora e A. Zamberletti. Colpito da polmonite, si spense a Firenze il 7 marzo 1882.

Fonti e Bibl.: F. Carotti, Il commendatore G. C., commemor., Firenze 1882; Necr. in Il Diritto, 8 marzo 1882; IlBersagliere, 9 marzo 1882; L'arte della stampa, XII [1882], pp. 495 s.; N. Bernardini, Guida della stampa periodica ital., Lecce 1890, pp. 389, 520, 625, 718; B. Righini, I periodici fiorentini, I, Firenze 1955, pp. 153, 169; O. Maiolo Molinari, La stampaperiodica romana dell'Ottocento, Roma 1963, 1, pp. 303-06.

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