COSTANTINI, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 30 (1984)

COSTANTINI, Giuseppe

Mariantonietta Picone Petrusa

Figlio di Giovanni, medico chirurgo all'ospedale militare, e di Carmela Barba, proveniente da una facoltosa famiglia del luogo, nacque a Nola (Napoli) l'8 giugno 1844. Conseguita l'abilitazione in pittura presso l'Istituto d'arte di Napoli, passò poi (1865-66) all'Accademia di belle arti dove completò la sua formazione. Finita l'accademia, restò per qualche anno a Napoli, dove continuò a frequentare i suoi compagni di corso e i pittori più in vista della scuola di Posillipo. All'accademia era stato allievo di G. Mancinelli e in seguito si pose sotto la guida di V. Petruccelli. Tornato a Nola, diresse dal 1870 fino al 1893 la scuola di disegno applicato alle arti.

Il 30 apr. 1876 sposò Adelaide Della Martina (o Martira). Rimasto vedovo, si risposò il 1º maggio 1890 con Rosa Coppola. Nel 1893 contrasse una grave forma di infezione in seguito all'epidemia di colera che in quell'anno colpì la città di Nola; costretto a lasciare la scuola per l'aggravarsi della malattia, si trasferì con tutta la famiglia nella casa paterna di San Paolo Belsito (Napoli) dove morì il 29 maggio 1894.

Secondo Maggiore (1955) fu anche allievo del Morelli di cui divenne amico. In realtà, dalle opere rimaste e da quelle di cui si ha notizia non si desume alcun legame del C. con la pittura di storia; o, per lo meno, gli eventuali nessi con Morelli e con la tradizione che ne derivò sono da ricercare piuttosto nella qualità della materia pittorica, soda e ben strutturata, che non nei soggetti. Questi puntano, infatti, al genere intimistico e nello stesso tempo popolare, alla pittura di interni con singolari tangenze con Gioacchino Toma e con i vari pittori d'interni della seconda metà dell'Ottocento. Vicino ai pittori della scuola nolana, in alcune opere si avvicina a Tofano, seguace del Morelli, e a Raffaele Califano Mundo o anche a Biagio Molinari. Questo ultimo è autore di un dipinto, Il piccolomaestro (collez. del comune di Napoli), molto vicino per l'impostazione compositiva e per il tipo di soggetto a La scuola del villaggio (Roma, Galleria naz. d'arte moderna) del Costantini. È simile, al di là del soggetto, l'atmosfera che si respira e il modo di trattare il tema sociale. Non c'è in questi quadri, come del resto nel Concerto, né la disperata rappresentazione della miseria di un Teofilo Patini, né il brio coloristico di un Migliaro o di un Caprile adatto a trasformare la miseria in folclore, la povertà disadorna in pittoresco. C'è invece un accento veristico autentico, insieme a un sentimento di adesione sincera, senza drammi e con un senso di intimità domestica, accentuato dalla frequente presenza dei bambini. Il C. partecipò a numerose mostre della Promotrice "Salvator Rosa", e in particolare a quella del 1878 con le opere Post prandium, La madre, Un concerto (conservate nella collezione del Banco di Napoli), a quella del 1888, e a quella dei 1891 con l'opera Turpe proposta. L'opera Il Buontempone, per cui aveva avuto una medaglia d'oro alla Promotrice, fu anche presentata alla I Esposizione nazionale romana, dove fu acquistata dalla moglie di A. Depretis. L'opera Tentazione fu invece venduta ad Umberto I, e successivamente anche A sessant'anni entrò nella collezione reale e oggi si trova nella Pinacoteca di Capodimonte. È stata avanzata l'ipotesi di una sua collaborazione alla creazione di apparati effimeri, come gli obelischi per la festa dei gigli di Nola (Avella, 1980, p. 14). La sua fama maggiore era comunque legata alle opere di pittura e in particolare a quelle di genere e di costume. Secondo De Gubernatis (1906, p. 149) raggiunse perizia virtuosistica con un suo particolare tipo di pittura veristica collegata alla tradizione fiamminga: si tratterebbe della produzione di quadri "a effetto di notte", cioè a lume di candela, che non sono stati sinora identificati.

Bibl.: A. De Gubernatis, Diz. degli artisti italiani viventi, Firenze 1906, pp. 148 s.; E. Bénézit, Dict. critique et documentaire des peintres…, I, Paris 1924, p. 1020 (sbaglia la data di nascita); A. M. Comanducci, Diz. dei pittori dell'Ottocento, I, Milano 1935, p. 507; D. Maggiore, Arte e artisti dell'Ottocento napol. e scuola di Posillipo, Napoli 1955, pp. 136 s. (sbaglia le date di nascita e morte); A. Schettini-G. Scuderi, Aspetti dell'Ottocento pittorico ital., Putignano 1972, p. 20 e passim; L.Avella, G. C. ..., Napoli-Roma 1990; Id., Documenti-cronaca Nola 1861-1943, I, Napoli 1978, pp. 57 n. 36, 61; II, ibid. 1979, p. 152; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 536.

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