FERRETTI, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 47 (1997)

FERRETTI, Giuseppe

Giorgio Marini

Primogenito dell'incisore Ludovico e di Caterina Catolfi, nacque a Roma nel 1814. Allievo del padre, si formò successivamente presso Andrea Pozzi alla scuola del nudo dell'Accademia di S. Luca.

Rispetto alla produzione del padre - con la quale viene spesso a confondersi - l'attività del F. è ancor più condizionata dal clima culturale in cui si trovò ad operare nella fase in cui, anche sul fronte incisorio, l'elemento innovativo delle avanguardie puriste sembrava stemperarsi in un conformismo d'accademia. Con la nomina di T. Minardi prima a titolare della cattedra di disegno dell'Accademia di S. Luca nel 1822,poi a membro della commissione artistica permanente della Calcografia nel 1833, infine a presidente dell'Accademia nel 1837 si affermarono infatti nuove istanze estetiche, che ebbero nella pratica del disegno il loro punto di forza e come diretta conseguenza un cambiamento nella individuazione dei soggetti da tradurre in incisione e nella scelta degli artisti nell'ambito della Calcografia.

Un tirocinio nel disegno accademico è documentato per il F. a partire dal settembre 1830 con il primo premio nella 1ª classe assegnato ad un suo Gruppo del Laocoonte (Accademia di S. Luca, Misc. Congr., II, n. 89), cui seguì, a distanza di due mesi, l'ammissione alla scuola del nudo in Campidoglio, presieduta da A. Pozzi (ibid., Misc. scuola del nudo, I, n. 27), e di nuovo la qualifica di primo fra gli ammessi per il 1831. Nel settembre 1832 un suo disegno di Vecchio barbato, con ampio panneggio (ibid., Disegni, B737), meritò una medaglia di incoraggiamento; esito confermato nel marzo successivo, dal disegno a carboncino e acquerello rappresentante una Accademia di nudo (ibid., Disegni, B739). Agli anni Trenta è da riferire l'esecuzione dei disegni, e la loro traduzione incisoria, per due tavole con particolari dal Giudizio di Michelangelo (tavv. 90 e 93) nell'VIII volume dell'opera IlVaticano descritto eillustrato da E. Pistolesi con disegni a contorni diretti dal pittore cav. T. De Viro (Roma 1838), e l'incisione di un Salvator Mundi, da Raffaello (1835).

La collaborazione con la Calcografia camerale iniziò nel gennaio 1849, quando il F. fu invitato a subentrare al padre, da poco defunto, nell'incarico per l'incisione di uno dei quattro tondi dipinti dal Perugino nella stanza dell'Incendio di Borgo in Vaticano, con IlSalvatore con angeli e con la Giustizia, da un disegno di C. De Rossi, che portò però a termine solo nel maggio 1855. Nel luglio 1855 risulta inoltre aver terminato il disegno e l'incisione di La provincia ecclesiastica di Vienna, prima di una serie di stampe cui appartengono pure La provincia ecclesiastica di Colonia e quella di Friburgo nel Baden, terminate nel settembre dello stesso anno, la Circoscrizione ecclesiastica del Brasile, le Provincie ecclesiastiche della Ss. Trinità, diocesi della Martinica e Guadalupe e i Vicariati apostolici della Giamaica, terminate nel 1856. L'esecuzione di una tavola di ornato, con due vasi, è documentata invece tra il dicembre di quell'anno e il dicembre successivo.

Ma il progetto di gran lunga più significativo cui resta legato il suo nome, nell'ambito della produzione della Calcografia, è senz'altro la realizzazione della serie di 17 disegni riproducenti gli affreschi del Beato Angelico nella cappella di Niccolò V in Vaticano, cui il F. fu impegnato fra il 1858 ed il 1863.

La scelta del soggetto e la predilezione per un ciclo affrescato vicino alla sensibilità del purismo neoquattrocentesco del Minardi sono ancora una volta emblematiche delle indicazioni di gusto cui - in particolare a partire dal 1848, con la direzione dell'istituto affidata al minardiano P. Mercuri - erano improntati gli orientamenti produttivi della Stamperia camerale. Èanzi proprio questo ciclo di incisioni che, dai verbali, risulta nel 1859 tra quelli di cui si sarebbe voluta una più rapida conclusione, per rispondere pienamente alle funzioni dell'istituto che, come dichiarava il direttore generale delle proprietà camerali, conte Mangelli, dovevano unire la pubblicazione di opere di facile riscontro commerciale alla promozione di strumenti di lavoro per studiosi ed artisti (cfr. Miraglia, I, 1995, p. 477). Se dunque la serie ripercorre a quasi mezzo secolo di distanza una fortunata campagna traduttiva già intrapresa da F. Giangiacomo, essa ne rinforza l'esangue vocabolario segnico dal concettismo meticoloso e volutamente "primitivo" secondo il gusto grafico più aggiornato della "mezza macchia". I verbali della commissione artistica documentano puntualmente il progredire dell'impresa, dal disegno della Carità di s. Lorenzo, consegnato nel marzo 1859, agli altri episodi della vita del santo e di quella di s. Stefano, fino al novembre 1862 ed alla tavola finale con il Prospetto della cappella Niccolina. Nel caso degli episodi con S. Lorenzo che riceve da s. Sisto i beni della Chiesa, L'elemosina di s. Lorenzo e S. Stefano condotto al martirio, al F. venne inoltre affidata l'incisione dei propri disegni; la stampa relativa a quest'ultimo soggetto era in via di ultimazione nell'aprile 1863, ma bisognosa di ritocchi che l'artista dovette eseguire sotto la direzione dell'incisore P. Folo.

Nel 1863 venne commissionata al F. l'incisione di un disegno di F. Prosperi con il S. Leone papa da Raffaello nella sala di Costantino in Vaticano, di cui egli presentò prove di stampa fino al dicembre 1864, ma che venne portata a termine nel 1868 da N. Sangiorgi.

Al settimo decennio dell'Ottocento va inoltre riferita la tavola con la V stazione della Via Crucis dai disegni acquarellati di F. Overbeck, già nella camera di udienza in Vaticano, unica stampa realizzata dal F. in una serie incisa da B. Bartoccini, i cui rami sono conservati alla Calcografia nazionale (inv. 585) e che spesso viene riferita nei repertori al padre Ludovico. Un'attenzione alla contemporanea pittura a soggetto storico emerge invece dalla traduzione, peraltro estranea all'attività della Calcografia, di due dipinti di F. Podesti: Il Tasso che legge la "Gerusalemme liberata" alla corte di Ferrara e Cellini visitato nel suo studio da Francesco I (ne esistono esemplari presso il Gabinetto nazionale delle stampe).

Non resta documentata una produzione posteriore del F., che risulta morto a Roma nel 1881.

Fonti e Bibl.: Roma, Accad. nazionale di S. Luca, Archivio storico, Miscell. scuola del nudo, I,fasc. 27, 39, 41, 48, 116, 224; Ibid., Miscellanea Congr., II,fasc. 89; Roma, Arch. storico del Vicariato, Varie del Vicariato, fasc. 56;Ibid., Stati d'anime, S. Maria in via Lata, 1826-1836;Roma, Ist. nazionale per la grafica, Arch. storico della Calcografia, Adunanze commissione artistica, Verbali, ad annum; Arch. contratti, bb. 7, 10; A. Andresen, Handbuch für Kupferstichsammler nach dem praktischen Handbuch für Kupferstichsammler von Joseph Heller, I,Leipzig 1870, p. 488;L. Passerini, La bibliografia di Michelangelo e gli incisori delle sue opere, Firenze 1875, p. 185; E. Ovidi, T. Minardi e la sua scuola, Roma 1902, p. 103; Id., La Calcografia romana e l'arte dell'incisione in Italia, Roma-Milano 1905, p. 73; C. A. Petrucci, Catalogo generale delle stampe tratte dai rami incisiposseduti dalla Regia Calcografia di Roma, Roma 1934, nn. 456,585, 1026, 1645; L. Salerno, Disegni e studi per l'incisione. La raccolta di disegni della Calcografia nazionale, Roma 1972, p. 15; F. Di Castro, Istituto nazionale per la grafica. Archivi, I, Adunanze artistiche della Calcografia camerale (1849-1870), Roma 1981, pp. 17, 43, 106 s.; M. Chirico De Biasi, in Leonardo e l'incisione. Stampe derivate da Leonardo e Bramante dal XV al XIX secolo (catal.), a cura di C. Alberici, Milano 1984, pp. 162 n.244, 192; Raphaël invenit. Stampe da Raffaello nelle collezioni dell'Istituto nazionale per la grafica (catal.), a cura di G. Bernini Pezzini - S. Massari - S. Prosperi Valenti Rodinò, Roma 1985,pp. 113, 869; A. M. Sorge-M. Tosti Croce, L'Archivio stor. dell'Istituto nazionale per la grafica - Calcografia (1826-1945). Inventario, Roma 1994, pp. 38 s., 49, 53-56; M. Miraglia, I disegni della Calcografia 1785-1910, Roma 1995, 1, pp. 476-489nn. 608-624; II, nn. 1057, 1327; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XI, pp. 477; L. Servolini, Diz. ill. d. incisori ital. mod. e contemp., pp. 321 s.

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