GABETTI, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 51 (1998)

GABETTI, Giuseppe

Ennio Speranza

Nato a Torino il 4 maggio 1796 da Michele, impiegato negli uffici dell'arcivescovado, e da Margherita Gallo, rimase orfano in giovane età. Trovò ospitalità presso il fratello maggiore Gaetano, negoziante di libri e musica e, per un certo periodo, impresario di vestiari e addobbi per le rappresentazioni liriche del teatro Regio e di teatri minori.

Grazie all'aiuto del fratello il G. iniziò lo studio della musica e del violino, divenendo in poco tempo abile strumentista e buon strumentatore, tanto da essere scritturato come violinista nell'orchestra del teatro Regio. Prima di questo incarico si era cimentato nella strumentazione di composizioni ad uso di bande cittadine o di chiese e nella composizione di musica sacra, in special modo messe e vespri. Nel 1821 si arruolò come soldato volontario nel corpo musicale del primo reggimento della brigata "Savoia", del quale il 21 ott. 1829 fu nominato capomusica. Si sposò con Domenica Terriano, che morì poco dopo il matrimonio. Circa un anno dopo, il 24 maggio 1834, passò a seconde nozze con Caterina Roggeri, dalla quale ebbe quattro figli: un bimbo morto a pochi mesi d'età e tre bambine, Aldegonda, Basilide e Cleofilde.

Nel 1831 il G. ricevette dal re Carlo Alberto l'incarico di scrivere la nuova Marcia reale d'ordinanza; secondo A. Vessella, avrebbe partecipato con la sua marcia a un concorso indetto nel 1834 e lo avrebbe vinto, ricevendo in premio la somma di 50 lire. Comunque sia, la composizione fu scelta e adottata ufficialmente come marcia dell'esercito sardo.

La fama del G. è praticamente legata a quest'unica composizione che ebbe un pieno successo, tanto da essere trascritta per le più disparate formazioni, divenendo in poco tempo inno della casa reale sabauda e quindi del Regno d'Italia. Sulla sua scelta un curioso aneddoto fu riportato da tutte le cronache: il G. compose non una ma due marce, in modo che la commissione potesse scegliere la migliore. La prima era un lavoro del quale egli era pienamente soddisfatto, la seconda lo convinceva assai meno; con sua grande sorpresa il sovrano scelse proprio quest'ultima, ritenendola più adatta e orecchiabile. Aneddotica a parte, la composizione non presenta tratti salienti o di grande levatura, sebbene il suo incipit ricordi quello della sinfonia dell'opera Cenerentola di G. Rossini, mentre la seconda parte tradisce alcune similitudini con la marcia All'etra, al ciel dal Mosè dello stesso Rossini. Il brioso andamento ritmico e l'indubbia immediatezza melodica, nonostante alcune serrate critiche, bastarono però a decretarne la popolarità.

Congedatosi dall'esercito, il G. fu attivo per molti anni al teatro Regio di Torino con la qualifica di "primo violino e direttore della musica dei balli" (1831-48); fu anche nominato professore di violino della cappella reale e tenne tale incarico sino al 1855. Scrisse inoltre la musica di alcuni balli rappresentati al teatro Regio.

Si ritirò infine a La Morra, nelle Langhe, dove morì il 22 genn. 1862.

Fonti e Bibl.: C. Lozzi, La "Marsigliese" degli Italiani e la marcia reale, Milano 1896; G. Roberti, La musica negli antichi eserciti sabaudi, in Riv. musicale ital., III (1896), 4, pp. 700-743; T. Calissano, G. G. autore della marcia reale, Saluzzo 1900; Come nacque la marcia reale, in Corriere della sera, 18 ott. 1931; C. Caravaglios, Il centenario della marcia reale, Roma 1934; Ricordo di G., in La Stampa della sera, 1° ag. 1934; A. Vessella, La banda dalle origini fino ai nostri giorni, Milano 1935, pp. 169 ss., 321-330; G. Oberto, Il violinista G. G., autore della marcia reale, in La Sentinella d'Italia (Cuneo), 12 genn. 1936; E. Roggeri, Come nacque la marcia reale, in Gazzetta del popolo, 14 ott. 1939; R. Monterosso, La musica nel Risorgimento, Milano 1948, pp. 142 s.; Storia del teatro Regio di Torino, II, A. Basso, Il teatro della città dal 1788 al 1936, Torino 1976, pp. 168, 251 s., 716; G. Berutto, Il Piemonte e la musica, Torino 1984, p. 100; L'arcano incanto. Il teatro Regio di Torino, Torino 1991, p. 567; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 577; Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, p. 500; Enc. della musica Rizzoli Ricordi, p. 255; La musica, Diz., I, p. 726; Diz. encicl. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 67.

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