Impastato, Giuseppe

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Giornalista e attivista politico italiano (Cinisi, Palermo, 1948 - ivi 1978), vittima della mafia. Giovanissimo, in aperto conflitto con il padre – gravemente colluso, come altri membri della famiglia, con la mafia locale – ha maturato un forte impegno politico, aderendo nel 1965 al Partito socialista italiano di unità proletaria e fondando il periodico L'idea socialista, per poi avvicinarsi ai locali gruppi comunisti e, dagli anni Settanta, a Lotta continua. In quegli stessi anni si batte al fianco delle classi subalterne rivendicandone i diritti e tentando di difendere il territorio dalle speculazioni della criminalità organizzata: fondatore nel 1975 del centro culturale Musica e cultura e, nel 1977, dell’emittente autofinanziata Radio aut, li trasforma in centri di aggregazione giovanile e luoghi di controinformazione da cui addita scempi ambientali, abusivismi, soprusi, connivenze e clientelismi, denunciando il ruolo di mediazione sociale svolto dalla mafia nel tessuto disagiato del Sud e le sue collusioni con politici e amministratori locali. Candidatosi nel 1978 alle elezioni comunali nelle fila di Democrazia proletaria, nel maggio dello stesso anno, nel corso della campagna elettorale, viene ucciso e il suo corpo martoriato da una carica di tritolo collocata sulla ferrovia Palermo-Trapani in modo da simulare un attentato suicida, essendo la matrice mafiosa dell’omicidio riconosciuta solo nel 1984 grazie all’infaticabile impegno della madre Felicia Bartolotta (Cinisi 1916-2004) e del fratello minore Giovanni Impastato (n. Cinisi 1953); nel 2002 è stato riconosciuto mandante del suo omicidio e condannato all’ergastolo il boss mafioso T. Badalamenti, mentre gli esecutori materiali non sono mai stati identificati. Eletto consigliere comunale con il 6% dei voti una settimana dopo la morte, a tutt’oggi modello per le nuove generazioni del Sud  di una lotta contro la mafia capillare e infaticabile che muove dai microcosmi della famiglia e delle comunità locali per spezzare i lacci dell’omertà e porre l’informazione e la denuncia al servizio del territorio, a I. è stato intitolato il Centro siciliano di documentazione già fondato nel 1977, mentre nel luglio 2010 si è costituita l’associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, che ha condotto importanti battaglie legali e promosso eventi di approfondimento e di sensibilizzazione. Delle numerose e dense opere sulla vita dell'attivista si citano qui - oltre alla pellicola I cento passi diretta nel 2000 da M.T. Giordana - il documentario La voce di Impastato (2013) di I. Vadori e il testo Oltre i cento passi (2017), rapporto sullo stato delle mafie e delle antimafie in Italia di Giovanni Impastato, anch’egli impegnato nella lotta alla criminalità organizzata; nel 2018, nella ricorrenza del quarantennale della morte, Vadori ha inoltre pubblicato il libro-inchiesta La voce di Impastato. Da Peppino Impastato a Mafia capitale, l'Italia sotto inchiesta.

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