RAMAZZOTTI, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 86 (2016)

RAMAZZOTTI, Giuseppe

Tiziana Altiero
Roberto Bertolani

RAMAZZOTTI, Giuseppe. – Nacque a Milano il 22 novembre 1898, figlio unico di Maria Ferrario e di Ausano, imprenditore della omonima fabbrica di liquori, a sua volta ultimo di tredici fratelli.

Nel 1923 sposò Angelina Buzzati-Traverso, detta Nina, sorella del famoso scrittore Dino Buzzati e del genetista di popolazioni Adriano Buzzati-Traverso, dalla quale ebbe due figlie: Alba Maria (Pupa) e Laura (Lalla).

Nella sua prefazione al libro di Ramazzotti Introduzione alla pipa (Milano 1967), Dino Buzzati, suo cognato, elenca minuziosamente i molteplici e «successivi oggetti dei suoi intensi trasporti» (p. 9): l’alpinismo, la collezione di flora alpina e di minerali, la collezione di francobolli, il gioco d’azzardo (presto abbandonato), la scienza delle costruzioni, il disegno naturalistico, la radio, la motocicletta, i regoli calcolatori, le penne stilografiche e a sfera, gli uccelli, rettili e anfibi vivi, gli esperimenti di chimica, l’entomologia, la fotografia (ripresa, sviluppo e stampa), la ripresa cinematografica a passo ridotto, i vini, lo spiritismo (tra credulità e incredulità), i microscopi e le lenti, i telescopi e i binocoli, le automobili, la barba (molto importante), l’enigmistica, i libri polizieschi, la topografia e i relativi strumenti, i Tardigradi e le pipe.

Ramazzotti discendeva da una famiglia agiata e di antica tradizione meneghina. Un antenato naturalista, Giuseppe Raiberti, era stato autore di una, a suo tempo molto nota, descrizione del gatto. Il nonno fu il fondatore della celeberrima fabbrica di liquori, che venne però ceduta dal padre. Dopo aver prestato, durante la prima guerra mondiale, servizio militare come volontario nel battaglione Mandrone sull’Adamello e sul Tonale, ufficiale di complemento degli alpini, corpo a cui rimase sempre assai legato, si laureò in ingegneria chimica e allestì un laboratorio chimico nella casa paterna in via Beretta a Milano.

In quegli anni fu attivissimo radioamatore, detentore di record di trasmissione a distanza; fiducioso nelle potenzialità del nuovo sistema di telecomunicazione, iniziò l’attività industriale di produzione di radio (la ditta si chiamava RAM, acronimo di Radio Apparecchi Milano). Come radioamatore ricevette lusinghiere lettere di apprezzamento anche dall’estero, come imprenditore, nonostante l’ottima qualità del prodotto, fu però sfortunato oppure imprudente, affidando la gestione della ditta a un socio che la portò rapidamente allo sfacelo, con grave danno del patrimonio familiare.

La passione naturalistica era ben presente già in questo periodo e lo portò a collezionare in casa molti minerali (ceduti al Museo di storia naturale di Milano) e molti animali, spesso vivi: anfibi, rettili e uccelli. Negli anni Trenta e fino all’inizio della seconda guerra mondiale ebbe una posizione importante come ingegnere della Ducati, che a quel tempo si occupava di condensatori. Data all’inizio degli anni Quaranta la nomina a presidente della Società scientifica radio brevetti Ducati.

Sempre in quegli anni iniziò la passione per la pipa, che non lo abbandonerà mai; giunse nel corso del tempo ad avere la collezione di pipe più importante d’Europa (si dice sia arrivata a oltre 4000 pezzi, per poi calare a circa 1500), oltre ad avere una competenza di prim’ordine che lo portò a produrre una serie di pubblicazioni a nome Eppe Ramazzotti, una di queste scritta assieme al cognato Dino Buzzati (Il libro delle pipe, Milano 1966). Risalgono alla metà degli anni Quaranta anche altri suoi scritti, a nome Eppe Ramazzotti, della serie Ecco-Garzanti: I treni (1945), I ragni (1945), La luna (1946), Le centrali elettriche (1946), che mettono bene in evidenza la sua poliedricità e il suo rigore.

La guerra cambiò in modo inaspettato e particolare la vita di Giuseppe Ramazzotti. A seguito di un bombardamento di Milano nel 1942 la famiglia dovette sfollare ad Abano e quindi a Belluno, dove l’altro cognato, Adriano Buzzati-Traverso, conoscendo la sua passione di naturalista e per il microscopio, gli suggerì di occuparsi di Tardigradi, microscopici animaletti che frequentemente colonizzano muschi e licheni, ma che a quel tempo risultavano poco studiati. Su questo argomento uscì una prima pubblicazione (Tardigradi presso le sorgenti termali di Abano (Padova), in Natura, 1942, vol. 33, pp. 93-98).

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 i Ramazzotti si trasferirono sul lago Maggiore, prima a Ghiffa poi a Pallanza. Qui avvenne l’incontro tra Ramazzotti ed Edgardo Baldi, allora direttore dell’Istituto italiano di idrobiologia Marco De Marchi, istituto presso il quale si era trasferito anche il cognato Adriano assieme a un allievo, Luca Cavalli-Sforza, che sposerà Alba Maria, figlia di Ramazzotti. La direzione dell’Istituto venne poi presa da Vittorio Tonolli con la vicedirezione di Livia Pirocchi, che divenne sua moglie e gli succedette nella carica. Il legame di amicizia fra Ramazzotti e i Tonolli fu forte e fruttuoso e consentì che lo studio dei Tardigradi, e non solo, divenisse duraturo, al pari dell’amore per la pipa. Ramazzotti iniziò a pubblicare articoli scientifici e voluminose monografie e, a 60 anni, divenne professore all’Università statale di Milano.

Le monografie di Ramazzotti sui Tardigradi divennero il principale riferimento a livello mondiale per coloro che si occupavano dello studio di questi animali. Molti ricercatori mandarono a lui materiale di studio dai più disparati Paesi, consentendogli di descrivere specie nuove per la scienza. Gli furono anche dedicate alcune specie, e un genere, Ramazzottius (M.G. Binda - G. Pilato, Ramazzottius, nuovo genere di Eutardigrado (Hypsibiidae), in Animalia, XIII (1986), pp. 159-166), che darà poi il nome a una famiglia: Ramazzottiidae. Per amicizia e per stima Livia Tonolli organizzò nel 1974 a Pallanza, all’Istituto italiano di idrobiologia, un congresso scientifico internazionale sui Tardigradi, per celebrare il 75° compleanno di Ramazzotti (International symposium on Tardigrades..., Pallanza... 1974, a cura di R.P. Higgins, in Memorie dell’Istituto italiano di idrobiologia. Supplemento, 1975, vol. 32, pp. 1-469). Fu il primo di una serie di congressi internazionali che si svolsero e ancora si svolgono in Europa e negli Stati Uniti.

Nella descrizione dei Tardigradi, Ramazzotti rifletté tutto il suo carattere e soprattutto pazienza, prudenza e meticolosità. Lui stesso eseguì i disegni osservando al microscopio e, da bravo ingegnere, prendendo misure su misure per riportare le giuste proporzioni nell’illustrazione. Nella parte delle sue monografie dedicata alla sistematica dei Tardigradi, per l’elencazione delle specie evitò di considerare i rapporti di affinità tra le specie stesse, ma utilizzò un po’ originalmente il loro ordine alfabetico. Nell’edizione del Phylum Tardigrada del 1962 (Verbania) questo avvenne anche indipendentemente dall’appartenenza al genere. Nelle edizioni successive elencò le specie suddivise per genere, ma sempre in ordine alfabetico all’interno del genere e con i generi elencati a loro volta in ordine alfabetico, indipendentemente dall’appartenenza alla famiglia e all’ordine. Questa rigidità svaniva tuttavia nei rapporti con gli altri studiosi e con i giovani interessati alla ricerca: Ramazzotti dimostrò estrema disponibilità e apertura con chi lo consultava.

Morì a Milano il 18 ottobre 1986.

La sua collezione di pipe, salvo qualche esemplare, fu venduta in America a un collezionista di origine tedesca e suo vecchio amico, Fritz Bailender. La collezione scelta di Tardigradi da lui studiati è depositata presso il Museo civico di storia naturale di Verona. Altro materiale da lui raccolto è depositato presso l’Istituto per lo studio degli ecosistemi (Consiglio nazionale delle ricerche), sezione di Idrobiologia (ex Istituto di idrobiologia dott. Marco De Marchi) a Pallanza (Verbania). Suoi scritti di varia natura sono raccolti nella biblioteca della Villa Buzzati di San Pellegrino (Belluno), nella cui chiesetta Ramazzotti ha voluto che le sue ceneri riposassero accanto all’amato cognato Dino Buzzati.

Opere. La bibliografia completa degli scritti sui Tardigradi si trova in G. Ramazzotti - W. Maucci, Il Philum Tardigrada. Terza edizione riveduta e aggiornata, in Memorie dell’Istituto italiano di idrobiologia, 19833, vol. 41, pp. 1-1012; ed. in lingua inglese, Abilane 1995.

Fonti e Bibl.: La fortuna delle collezioni di Ramazzotti è stata ricostruita dagli autori sulla base di informazioni personali in loro possesso.

G. Afeltra, L’estroso amico di Dino Buzzati. R., dalle pipe all’entomologia, in Il Giorno, 5 marzo 1987; M. Pellerano, Cronaca di un’intervista. Ricordando R., in Extra-extra, 1987, n. 19, pp. 1-10; R. Bertolani - E. Dematteis, G. R. (1898-1986), in Atti della Società italiana di scienze naturali e del Museo civico di storia naturale in Milano, 1988, vol. 129, pp. 532-542; L. Cavalli Sforza, G. R., naturalista, in Istituto lombardo Accademia di scienze e lettere. Rendiconti. Scienze chimiche e fisiche, geologiche, biologiche e mediche, B, 1990, vol. 124, pp. 3-7, 1990; E. Ramazzotti, La pipa: guida completa, Firenze 2001.

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