Samonà, Giuseppe

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Architetto e urbanista (Palermo 1898 - Roma 1983). Laureatosi in ingegneria a Palermo (1922), affiancò all'attività progettuale un intenso impegno didattico, presso le università di Messina (1926-30), di Napoli (1931-36) e soprattutto di Venezia (1936-71), dove come direttore (dal 1945) riuscì in modo innovativo a far convergere nell'Istituto di architettura esponenti di rilievo da campi eterogenei quali quello storico, critico e progettuale. La sua attività professionale si estese dall'edificio singolo alla pianificazione urbanistica. Alla particolare adesione al razionalismo fece seguito, nel secondo dopoguerra, una produzione oscillante tra le poetiche dell'architettura organica e la ricerca compositiva di segni geometrici o di elementi allusivi alla morfologia del contesto urbano: ufficio postale del quartiere Appio a Roma (1933-36); nuova palazzata di Messina (1938-40; 1953-58); edificio per uffici INAIL a Venezia (1952-56); sede della Banca d'Italia a Padova (1968-74); Centro civico di Gibellina (1970-80) e Teatro popolare a Sciacca (1974-85), con il figlio Alberto. Sono ancora da ricordare alcuni importanti progetti (centro direzionale di Torino, 1962; area del Tronchetto a Venezia, 1965; nuova ala della Camera dei deputati a Roma, 1967; università di Cagliari, 1972) e una vasta attività di saggista.

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