SANARELLI, Giuseppe

Enciclopedia Italiana (1936)

SANARELLI, Giuseppe


Medico, nato a Monte San Savino (Arezzo) il 24 settembre 1864. Si laureò a Siena (1889), dove fu libero docente d'igiene (1893), poi professore titolare (1895). Fondò e diresse l'istituto d'igiene sperimentale nell'università di Montevideo (1895-1898). Fu poi chiamato alla cattedra d'igiene a Bologna (1898) quindi a Roma (1915). Deputato al parlamento per le legislature XXI-XXIV. Sottosegretario di stato per l'Agricoltura, l'Industria e il Commercio (1906-1909). Nominato senatore del regno-nel 1920.

Nei primordî della sua carriera studiò a Pavia con C. Golgi e a Monaco di Baviera con M. v. Pettenkofer, quindi nell'Istituto Pasteur di Parigi fu allievo di L. Pasteur e di E. Mečnikov. La sua produzione scientifica comprende oltre cento pubblicazioni di biologia, istologia, microbiologia, patologia, ecc. Nel 1892, segnalando la semipermeabilità delle membrane di collodio, introdusse in biologia la tecnica dei filtri e dei sacchi di collodio che lo condusse alla scoperta dell'ultrafiltrazione; nel 1896 descrisse infatti il primo ultravirus patogeno, da lui denominato Virus mixomatogeno e quindi da A. Lipschütz Sanarellia cuniculi, agente causale d'una malattia trasmissibile dei conigli. In una serie di memorie sperimentali (1892-1894) dimostrò che la febbre tifoide non dev'essere considerata come un'infezione intestinale o enterogena, ma un'infezione ematogena a reazione intestinale. I suoi lavori sul colera (1916-1924) stabilirono sperimentalmente che il vibrione colerigeno non giunge all'intestino attraverso lo stomaco, ma penetra nell'organismo per i linfatici delle fauci, specialmente per le tonsille, donde passa nella circolazione linfatica e sanguigna arrivando da tergo alle pareti intestinali, per un caratteristico fenomeno d'attrazione da lui chiamato enterotropismo; quivi i vibrioni si moltiplicano e determinano l'enterite colerica cui segue l'attacco algido, tipico del colera umano, ch'egli pure ha riprodotto sperimentalmente.

Da questi studî giunse (1916) alla scoperta dell'allergia emorragica - chiamata poi fenomeno di Sanarelli nell'abbondante letteratura che l'ha confermata - a cui sono dovuti gli stati algidi che s'osservano non solo nel colera ma anche nell'appendicite e in qualche enterite. Analogamente dimostrò. (1924) che il cosiddetto carbonchio interno o alimentare è un processo enteritico di origine ematogena e setticemica. Nel campo tubercolare si consacrò allo studio dei fattori ereditarî giungendo alla nuovissima concezione dell'eredo-immunità (1916-1931) da lui opposta alla teoria dell'eredo-disposizione. Nel 1924 dimostrò la possibilità della vaccinazione per via nasale, sviluppata poi da altri autori specialmente nella vaccinazione antidifterica con l'anatoxina. Riuscì per il primo (1927) a isolare e coltivare gli spirocheti del contenuto intestinale; stabilì inoltre che questi e i bacilli fusiformi, i quali si trovano ivi associati ad essi in più di 60 manifestazioni morbose, provengono da un unico ceppo da lui denominato Heliconema Vincenti, in onore di H. Vincent che per il primo descrisse tale simbiosi.

Opere principali: Tubercolosi ed evoluzione sociale (Milano 1913); Manuale d'igiene generale e coloniale (Firenze 1914); Les entéropathies microbiennes (Parigi 1926); Il fattore ereditario nella tubercolosi (Roma 1930); Il colera (Milano 1931); Contagion et héredité tuberculeuse (Parigi 1931).

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