SIRIANNI, Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 92 (2018)

SIRIANNI, Giuseppe

Marco Gemignani

– Nacque a Genova il 18 aprile 1874 da Gaetano e da Maria Merlano.

Dal 20 ottobre 1888 fu allievo della Regia Accademia navale di Livorno e, completati i periodi di imbarchi addestrativi e di istruzioni a terra, il 16 giugno 1894 fu promosso guardiamarina nel corpo dello stato maggiore generale. Sirianni fu destinato inizialmente alla corazzata Andrea Doria e negli anni successivi si imbarcò su altre navi della Regia marina che operarono prevalentemente nel Mediterraneo e nel Mar Rosso. Il 1° dicembre 1896 ebbe il grado di sottotenente di vascello e il 1° luglio 1899 quello di tenente di vascello e, mentre si trovava a bordo dell’ariete torpediniere Calabria, fu inviato in Cina per concorrere alla repressione della rivolta dei Boxer durante la quale ebbe il comando di un distaccamento di marinai dal 6 giugno 1900 al 19 marzo 1901. In quell’occasione Sirianni si guadagnò il titolo di cavaliere dell’Ordine militare di Savoia, per il suo concorso nella liberazione del quartiere delle legazioni a Pechino assediato dai rivoltosi.

Rimpatriato, dal 15 gennaio 1902 al 6 agosto 1903 fu aiutante di bandiera del comandante militare marittimo della base della Maddalena, in Sardegna, e dopo altri imbarchi ottenne dal ministero dell’Interno un attestato di benemerenza per l’azione filantropica svolta il 23 febbraio 1905 a Bari durante una violenta alluvione.

Il 26 giugno 1906 divenne ufficiale istruttore supplente del Tribunale militare del I dipartimento militare marittimo e il 30 luglio 1907 fu nominato comandante in seconda della carboniera e cisterna per nafta Sterope. Dopo altri incarichi prese parte alla guerra di Libia al comando della torpediniera Pegaso e poi della similare Perseo, con la quale la notte fra il 18 e il 19 luglio 1912, insieme ad altre quattro navi, penetrò nello stretto dei Dardanelli per attaccare la flotta ottomana. Anche se l’operazione non portò risultati tattici concreti, per la perizia e il coraggio mostrati ebbe la promozione per merito di guerra a capitano di corvetta e la medaglia d’argento al valore militare.

Nella fase iniziale della prima guerra mondiale, al comando del cacciatorpediniere Impetuoso svolse alcune ardite missioni che gli valsero una seconda medaglia d’argento al valore militare e il 16 maggio 1916 si imbarcò sulla nave da battaglia Vittorio Emanuele come comandante in seconda e sottocapo di stato maggiore della divisione navale. Il successivo 1° giugno fu promosso capitano di fregata e, dopo altre destinazioni a bordo, il 12 maggio 1918 divenne comandante del reggimento Marina impiegato a terra per la difesa del settore alla foce del fiume Piave. Il 16 settembre seguente ebbe la promozione a capitano di vascello per merito di guerra e, per come impiegò il reparto ai suoi ordini specialmente durante l’offensiva finale, ottenne tre croci al merito di guerra e la nomina a ufficiale dell’Ordine militare di Savoia.

Il 28 settembre 1919 fu trasferito a La Spezia dove rivestì l’incarico di capo ufficio della difesa costiera, poi di presidente del tribunale militare marittimo e infine per due volte, intervallate da un breve periodo di imbarco, quello di capo di stato maggiore del comando in capo. Il 10 novembre 1921 divenne comandante della nave da battaglia Giulio Cesare e il 1° dicembre 1923 della Regia scuola meccanici di Venezia. Il 10 marzo 1925 fu nominato membro e segretario del Consiglio superiore di marina; il successivo 1° maggio fu promosso contrammiraglio e nove giorni dopo ebbe l’incarico di sottosegretario di Stato per la marina, allorché Benito Mussolini assunse per sé quello di ministro ad interim della stessa, in sostituzione del grande ammiraglio Paolo Thaon di Revel. In tale incarico Sirianni si adoperò per fissare le direttive di sviluppo della forza armata, attenendosi agli studi fatti svolgere da Thaon di Revel riguardo alla strategia navale italiana per gli anni futuri e al tipo di naviglio necessario.

Con regio decreto del 24 maggio 1926 divenne senatore e il 16 novembre seguente ebbe il grado di ammiraglio di divisio-ne. Il 16 settembre 1929 fu nominato ministro della Marina e proseguì la sua opera, sebbene talvolta ostacolato da Mussolini. Ebbe pure modo di partecipare, con brevi interruzioni dal 18 gennaio al 23 aprile 1930, alla conferenza navale che si svolse a Londra per la riduzione degli armamenti.

Il 16 agosto 1932 divenne ammiraglio di squadra e il 5 novembre 1933 cessò dall’incarico di ministro della Marina. Il 23 seguente fu collocato fuori quadro perché messo a disposizione del ministero delle Corporazioni come presidente dell’azienda parastatale Cogne Acciai Speciali.

Il 1° maggio 1935 fu promosso ammiraglio di squadra designato d’armata e il 1° giugno 1936 ottenne di essere collocato in ausiliaria, nonostante non avesse ancora raggiunto i limiti d’età; si ritirò dunque a vita privata limitando la sua attività a quella di senatore.

Con regio decreto del 25 gennaio 1940 gli venne conferito il grado di ammiraglio d’armata. Il 27 agosto 1945 fu deferito dall’Alta Corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo in quanto nominato senatore durante la dittatura, ma la richiesta di condanna venne rigettata.

Fu collocato a riposo il 1° giugno 1946 e inscritto nei quadri della riserva navale.

Morì a Pieve Ligure, in provincia di Genova, il 13 agosto 1955.

Fonti e Bibl.: Roma, Ministero della Difesa, Archivio dell’Ufficio storico della Marina militare, Biografie ufficiali, b. S 2, f. 10; Raccolta di base, bb. 497, f. 4, 1373, f. 1, 2398, f. 11, 2521, f. 9, 2522, f. 1, 2525, f. 2, 2605, f. 1, 2607, f. 1, 2661, f. 2, 3267, ff. 1, 3, 3291, f. 1.

G. Fioravanzo, La Marina Militare nel suo primo secolo di vita (1861-1961), Roma 1961, pp. 56, 86; R. Bernotti, Cinquant’anni nella Marina militare, Milano 1971, pp. 12, 57, 80, 146, 148, 150, 172, 186, 216; M. Gabriele - G. Friz, La politica navale italiana dal 1885 al 1915, Roma 1982, pp. 113 s., 195; F. Micali Baratelli, La Marina Militare italiana nella vita nazionale (1860-1914), Milano 1983, pp. 313, 424; G. Giorgerini, Da Matapan al Golfo Persico. La Marina militare italiana dal fascismo alla Repubblica, Milano 1989, pp. 181, 188, 196, 208 s., 214, 216 s., 251, 259, 263 s., 268 s., 273, 276, 288, 302 s., 423, 428, 430 s., 495, 589; O.O. Miozzi, Ordine militare d’Italia, Roma 1991, pp. 143, 190; A. Santoni, Storia e politica navale dell’età contemporanea, Roma 1993, p. 183; L. Fulvi et al., Le fanterie di Marina italiane, Roma 1998, pp. 24 s., 30 s., 35, 139; R. Nassigh, La Marina italiana e l’Adriatico. Il potere marittimo in un teatro ristretto, Roma 1998, pp. 203 s.; S. Minardi, Il disarmo navale italiano (1919-1936), Roma 1999, pp. 56, 60 s., 81, 87 s., 125, 128, 153, 162, 165, 187, 204, 215, 221, 225 s.; O.O. Miozzi, Le medaglie d’argento al valore militare, I, Roma 1999, pp. 210, 420; C. Paoletti, La Marina italiana in Estremo Oriente 1866-2000, Roma 2000, pp. 6, 39 s., 42, 232; G. Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta. 1940-1943, Milano 2001, pp. 142, 146, 154; E. Pellegrini, G. S. ministro della Marina (1874-1955), Roma 2004, pp. 9 s., 16 s., 19, 21, 25 s., 32, 39 s., 51 s., 59, 64, 73 s., 79 s., 87 s., 91 s., 97 s., 101 s., 105, 108 s., 112, 117, 121 s., 133 s., 137 s., 141 s.; P.P. Ramoino, Romeo Bernotti, Roma 2006, pp. 24, 61, 68, 71 s., 78, 93; S.J. Buchet - F. Poggi, Il contributo della Regia Marina nella guerra del 1911-1912 contro l’Impero Ottomano, Roma 2012, pp. 188, 196, 267; P. Alberini - F. Prosperini, Uomini della Marina 1861-1946. Dizionario biografico, Roma 2015, p. 493; M. Gemignani - J.M. Kowalski, Regia Marina et représentation de la Rome antique dans le discours mussolinien, in La construction du militaire, a cura di B. Deruelle - A. Guinier, II, Paris 2017, pp. 312 s., 315 s.; Archivio storico del Senato, Banca dati multimediale I senatori d’Italia, III, Senatori dell’Italia fascista, ad nomen (http://notes9.senato.it/ web/senregno.nsf).

TAG

Ordine militare di savoia

Marina militare italiana

Stretto dei dardanelli

Prima guerra mondiale

Paolo thaon di revel