Glicerina

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Alcol alifatico trivalente, di formula CH2OHCHOHCH2OH, diffuso in natura poiché entra nella costituzione di tutti i grassi e gli oli. Si forma inoltre in piccola quantità nella fermentazione alcolica degli zuccheri ed è perciò presente nelle bevande alcoliche di fermentazione non distillate. È un liquido sciropposo, incolore, di sapore dolciastro, più pesante dell’acqua (densità 1,26 g/cm3), difficile da far cristallizzare; fonde a 17,9 °C, a pressione normale bolle a 290 °C, distilla inalterato a pressione molto ridotta, ma si altera con il riscaldamento decomponendosi in parte in acroleina. La g. è solubile nell’acqua e nell’alcol in tutti i rapporti ed è solvente di molte sostanze organiche; è insolubile negli idrocarburi.

Trova numerose applicazioni: nella preparazione di liquidi antigelo, inchiostri, resine, nitroglicerina, nell’apprettatura dei tessuti, in cosmetica (saponi, creme, come solvente per profumi delicati, ecc.), nell’ammorbidimento del cuoio, per inumidire tabacco, per la sofisticazione di vini, birra, liquori, per la disidratazione dell’alcol. In terapia, è impiegata come emolliente e disidratante (diluita o no in acqua, oppure mescolata ad alcol o tintura di iodio); contro la stipsi (supposte, clisteri ecc.); può inoltre costituire il veicolo o il solvente di altre sostanze, in varie preparazioni galeniche (estratti, tinture, sciroppi).

Esteri della g. sono i gliceridi, fra i quali assumono particolare importanza quelli formati con gli acidi grassi medi e superiori, in quanto costituiscono i grassi e gli oli, straordinariamente diffusi nel regno animale e vegetale. Tra i gliceridi naturali la maggior parte è caratterizzata dalla presenza nella molecola di un residuo acido a numero pari di atomi di carbonio. I più diffusi sono i gliceridi dell’acido oleico, palmitico e stearico (base di quasi tutti gli oli e grassi vegetali e animali), ma sono anche abbondantemente presenti in natura quelli dell’acido caprinico (nel burro e nel formaggio), dell’acido laurico, dell’acido miristico, dell’acido arachico, dell’acido cerotico, tutti presenti in oli, cere, grassi. Possono esistere cinque tipi di gliceridi e precisamente due monogliceridi (nei quali uno solo dei gruppi alcolici, o primario o secondario, risulta esterificato), due digliceridi (nei quali risultano contemporaneamente esterificati due gruppi alcolici, primario e secondario o entrambi i primari), e trigliceridi in cui tutti e tre i gruppi sono esterificati. Si distinguono poi ancora i gliceridi semplici, che contengono un solo tipo di acido, e i gliceridi misti, nei quali i gruppi alcolici risultano esterificati da acidi differenti. I vari gliceridi prendono in genere il nome dall’acido che contengono: per es., tripalmitina (o palmitina), (tri)oleina, tributirrina, palmitodistearina ecc. I gliceridi si trovano abbondanti in natura, specie quelli contenenti acidi a numero medio o alto (4-18) di atomi di carbonio, che formano le sostanze grasse; si conoscono anche gliceridi formati con acidi a basso numero di atomi di carbonio, ma essi non entrano nella composizione dei grassi; così, i gliceridi formati con l’acido acetico hanno proprietà solventi e plastificanti. I gliceridi formati da acidi grassi solidi o liquidi a temperatura ambiente si presentano allo stato solido o liquido e la preponderanza degli uni o degli altri nei prodotti naturali dà luogo ai grassi o agli oli. I gliceridi costituiti da alte percentuali di acidi poliinsaturi, per es. l’acido linoleico, generalmente di origine vegetale, vengono denominati oli siccativi a causa della caratteristica proprietà di essiccare rapidamente se sparsi su una superficie in strato sottile; per tale motivo sono largamente usati nella preparazione delle vernici. I gliceridi non saturi, sia vegetali sia animali (oli di pesce), che allo stato naturale sono liquidi, possono venire induriti mediante idrogenazione catalitica ed essere impiegati per la fabbricazione della margarina.

Il glicerolato è una preparazione farmaceutica per uso esterno, avente la g. come eccipiente. Si ha il glicerolato liquido (o glicerito o glicerolito) quando la sostanza medicamentosa risulta disciolta o miscelata alla g., e il glicerolato semisolido quando la sostanza è incorporata nel glicerolato d’amido, miscela, dalla consistenza gelatinosa, di salda d’amido e glicerina. I vari glicerolati prendono in genere poi nome dalla sostanza medicamentosa in essi contenuta: per es., glicerolato di ioduro di potassio, al magistero di bismuto ecc.

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