Globalizzazione

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

globalizzazione

Salvatore Rossi

Fenomeno economico connesso con la crescita dell’integrazione tra le diverse aree del mondo. La g. è il risultato di 4 fattori: il commercio fra nazioni si estende geograficamente e coinvolge una maggior quantità e varietà di prodotti; il risparmio, in tutte le forme in cui può essere detenuto (fondi liquidi, depositi bancari, titoli obbligazionari o azionari ecc.), circola più facilmente e liberamente attraverso le frontiere, alla ricerca di impieghi più redditizi; le persone si spostano anch’esse più facilmente e liberamente da un Paese all’altro, alla ricerca di migliori opportunità di lavoro; le idee si muovono più rapidamente anche a grandi distanze (fisiche e culturali), alla ricerca di più pronte ed estese applicazioni pratiche.

La prima e la seconda globalizzazione: caratteristiche e differenze

Nella vita delle moderne economie industriali, una prima importante ondata di g. si osservò nell’ultimo trentennio dell’Ottocento e nei primi anni del Novecento, fino allo scoppio della Prima guerra mondiale. Seguirono un acuto e diffuso riflusso protezionistico, durato fino al termine della Seconda guerra mondiale, e una graduale riapertura nei decenni successivi. Dagli anni 1990 è iniziata una nuova ondata di g., di intensità ed estensione paragonabili alla precedente. Vi sono importanti differenze fra i due episodi. Il commercio internazionale ha cambiato natura: un secolo fa avveniva principalmente fra Paesi diversi per livello tecnologico e dotazione di risorse naturali, e consisteva in scambi di manufatti contro materie prime, oggi avviene soprattutto fra Paesi similmente avanzati, e consiste per lo più nello scambio di prodotti simili (manufatti, ma anche servizi). Il fenomeno è causato dalla preferenza dei consumatori per la varietà, a sua volta favorita, nel suo esplicarsi e soddisfarsi, dalla maggiore velocità di circolazione delle informazioni e dei modelli di consumo. Anche i flussi internazionali di capitale hanno cambiato natura: un secolo fa consistevano essenzialmente in grossi investimenti industriali di pochi grandi capitalisti, oggi sono spesso impieghi finanziari a breve termine di una moltitudine di risparmiatori, anche piccoli, che possono accedere alle necessarie informazioni grazie al progresso tecnologico. Quest’ultimo, consentendo la trasmissione di immagini a grande distanza, rivela agli occhi di masse di diseredati dei Paesi meno avanzati o più poveri le opportunità di lavoro e di benessere offerte dai Paesi più ricchi, inducendo un nuovo intensificarsi delle migrazioni. Ma è nella diffusione della conoscenza scientifica e tecnologica, quindi nella circolazione di idee suscettibili di applicazioni produttive, che la presente ondata di g. si caratterizza di più rispetto a quella del secolo passato, determinando un fenomeno del tutto nuovo: il formarsi di catene globali della produzione, che legano insieme numerose imprese, situate in Paesi anche molto distanti fra loro, nella fornitura di componenti di beni o servizi destinati a servire il mercato mondiale. Fattore unico sottostante i diversi aspetti della presente ondata di g. è l’avvento delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, con la caduta dei costi di trasmissione delle informazioni che esse consentono; quest’ultima è stata molto più rapida di quella, pure osservata, dei costi del trasporto fisico di cose e persone, che aveva invece dominato l’ondata di g. a cavallo fra Ottocento e Novecento.

Le conseguenze della globalizzazione

Intorno alle conseguenze sociali ed economiche della g. si fronteggiano opinioni diverse. Da taluni le viene imputato, nei Paesi in ritardo di sviluppo, danni ecologici, sfruttamento del lavoro e perdita d’identità culturale; nei Paesi avanzati, il rischio che settori produttivi ‘tradizionali’ (tessile, abbigliamento, arredo) vengano messi in crisi dalla concorrenza di Paesi in cui il costo del lavoro è molto basso. Altri vedono nella g., all’opposto, l’occasione per far uscire vaste masse di esseri umani dalla povertà e uno stimolo per i Paesi avanzati a specializzarsi in produzioni più complesse e tecnologiche.

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