GREAT CASTERTON

Enciclopedia dell' Arte Antica (1973)

GREAT CASTERTON

J. Liversidge

Il forte romano a G. C., nel Rutland, si trova proprio ad E della Ermine Street, a N del passaggio sul fiume Gwash.

L'aggere e i due fossati racchiudono un'area di 435 × 630 piedi e l'occupazione cominciò verso il 47 d. C. La scoperta del taglio di un altro fossato attraverso le più antiche costruzioni in legno all'interno dimostra che questo forte fu in seguito ridotto alle dimensioni di circa 395 × 590 piedi. Sfuggì alla distruzione durante la rivolta di Budicca del 60 d. C. ma il vallo interno fu approfondito e allargato in questo periodo. L'occupazione probabilmente continuò fino a verso il 70-80 d. C. Sono state scavate costruzioni in legno di due periodi e un recinto a palizzata è stato trovato fuori della porta SE.

La città si stende a SO del forte. Originariamente può essere stata un vicus accanto alla Ermine Street con una probabile mansio vicino all'attraversamento del fiume e con un edificio termale del tardo I sec. d. C. costruito in pietra vicino alla chiesa. Non tutta quest'area occupata nel periodo più antico fu inclusa nella città a forma poligonale di circa 18 acri, che si sviluppò in periodo flavio. Nel tardo II sec. d. C. furono costruite delle difese consistenti in un fossato e in un muro di pietra fronteggiante un terrapieno. Poco si conosce dell'impianto della città: non è stata identificata una rete stradale e non sono noti edifici pubblici, e le case più antiche pare siano state costruite in legno. Intorno al 360 d. C. furono aggiunti alle mura bastioni rettangolari sporgenti e il fossato fu spostato più in avanti. L'occupazione del luogo probabilmente continuò durante il V sec. d. C. Fuori della città fu scavato un forno per ceramica del III sec. d. C.

Una villa suburbana fu trovata vicino al fiume, 850 m a NE della città. Pare che sia stata iniziata al principio del IV sec. d. C. come riunione di edifici di una fattoria, il cui padrone probabilmente viveva ancora dentro le mura cittadine. Una rimessa lignea per carriaggi, un granaio con intelaiatura lignea e fondazioni di pietra, un'aia circolare per l'essiccazione ed un'altra costruzione rettangolare appartengono a questo periodo più antico e indicano una produzione granaria su una notevole scala. Intorno al 350-365 il granaio e il pavimento per essiccare furono smontati. La rimessa per carri fu ricostruita in pietra e più tardi incorporata nell'ala meridionale di una piccola abitazione in pietra consistente di una grande stanza con pavimento a mosaico e due piccole ali. La casa fu gradualmente ampliata fra il 370 e il 380 d. C. Molti ambienti vennero riscaldati con ipocausti a canali e fu costruita un'ala meridionale comprendente bagni ed un lungo corridoio con pavimento tessellato. In un certo momento dopo il 388 d. C., forse nel V sec. d. C., la villa fu incendiata. Parte delle rovine furono usate per magazzino e fu costruito un piccolo forno per seccare il grano. Gli abitanti a quest'epoca, tuttavia, vivevano ancora una volta probabilmente dentro il rifugio delle mura cittadine.

Bibl.: P. Corder, The Roman Town and Villa at Great Casterton, Rutland, Ist, 2nd, 3rd Reports, Nottingham 1951-61; Journ. of Rom. Stud., LI, 1961, pp. 119; 175; LVI, 1966, p. 203.