GRIGNOLINO

Enciclopedia Italiana (1933)

GRIGNOLINO

Giovanni Dalmasso

. È uno dei vitigni da vino piemontesi più interessanti, se non dei più coltivati. Il nome (secondo taluni) deriverebbe dall'abbondanza di vinaccioli (detti in dialetto piemontese grignòle) che presentano i suoi acini. La zona tipica di coltivazione del grignolino è la parte dell'Astigiano comprendente soprattutto i comuni d'Antignano, Revigliasco, Vaglierano, Mongardino, Vigliano, Montermarzo, Castellalfero, Portocomaro; è un po' coltivato anche nel Casalese (Moncalvo, Frassinello, Vignale).

Il vitigno ha germogli tomentosi, biancastri, con lievi sfumature rosse; foglie più che medie, generalmente trilobate; con la pagina superiore glabra, rugosa, verde-cupo; l'inferiore con tomento biancastro; seno peziolare quasi sempre chiuso; seni laterali piuttosto profondi, chiusi. Il grappolo è di grandezza un po' più che media, cilindrico, serrato; con acini medî o meno, un poco ellittici, quasi sempre di color rosso-violaceo o grigio-rossastri anche alla vendemmia; buccia piuttosto sottile; polpa un po' croccante, di sapore semplice, gradevole. La maturazione è un po' dopo la media (3ª epoca). Vuole esposizioni calde, terreni buoni. La sua fruttificazione è piuttosto irregolare: talora abbondante, ma più spesso scarsa. La sua poca resistenza alle avversità naturali e anche qualche difficoltà per la maturazione hanno a poco a poco ristretto la sua coltura, riducendo quindi la produzione di questo vino, che ha pregi non comuni. Esso infatti è leggiero, ma sapido, fresco, profumato, d'un colore rosso granato chiaro, vero tipo di vino da pasto fino, suscettibile anche, con moderato invecchiamento, di divenire un ottimo vino superiore.