GUAIACO

Enciclopedia Italiana (1933)

GUAIACO (voce indigena di Haiti; lat. scient. Guajacum officinale L.; fr. gaïac; sp. guayaco; ted. Guajakbaum; ingl. guaiaktree)

Fabrizio Cortesi

Albero della famiglia Zigofillacee, alto 6-10 m., con rami rigonfî ai nodi e coperti da una scorza grigio-cinerina liscia. Le foglie sono opposte, persistenti, paripennate, a stipole caduche, con 2-3 paia di foglioline articolate sulla rachide, asimmetriche alla base, obovate o subtrapezoidali. I fiori azzurri sono disposti in piccole cime alla base delle foglie; il frutto è una capsula biloculare setticida, cordiforme. È pianta dell'America Centrale, Antille, Colombia e Venezuela.

La droga è costituita dal legno (lignum sanctum, l. guajaci) durissimo, pesante, bruno o verdebruno, in pezzi grossi pesanti fino a 50 kg.; per la sua durezza e la speciale costituzione il legno non si può fendere, perciò si trova in commercio la rasura o raspatura di color bruno che inverdisce alla luce. Il legno sfregato ha grato odore ma il sapore è acre e aromatico; esso è impregnato dalla resina di guaiaco cui deve il colore, il sapore e le proprietà terapeutiche; questa è costituita dagli acidi guaiacico, guaianico, guaiacinico, guaiacolico, ecc. La droga era conosciuta dagl'Indiani da tempi remotissimi; gli Spagnoli ne appresero l'uso che si diffuse in Europa nel secolo XVI, attribuendosi a questa pianta proprietà meravigliose per curare la sifilide.

Viene usato anche il G. sanctum L., specie assai affine alla precedente, che vive nella Florida e alle isole Bahama, ma che contiene una resina meno attiva. Altri Guajacum pure americani fornivano il lignum nephriticum delle antiche farmacopee.

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