GUATEMALA

Enciclopedia Italiana (1933)

GUATEMALA (A. T., 153-154)

Piero LANDINI
Mario SALFI
Iliehard DANGEL
Richard DANGEL
Pino FORTINI
Anna Maria RATTI
José A. DE LUCA
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Il Guatemala è una delle sei repubbliche dell'America Centrale.

Sommario: Estensione e confini (p. 34); Rilievo e morfologia (p. 34); Clima e Idrografia (p. 35); Flora (p. 36); Fauna (p. 36); Etnologia (p. 36); Condizioni demografiche, agricole, industriali (p. 37); Commercio (p. 39); Comunicazioni (p. 40); Ordinamento dello stato (p. 40); Storia (p. 40); Bibliografia (p. 41).

Estensione e confini. - Il Guatemala con i suoi 109.724 kmq., occupa per superficie il secondo posto, dopo il Nicaragua, mentre come popolazione è primo fra tutti gli stati centro-americani. Confina con l'Oceano Atlantico (Mare Caribico, Golfo dell'Honduras), con l'Honduras Britannico, il Messico, l'Oceano Pacifico, il Salvador, l'Honduras. I limiti sono parzialmente naturali e dati da tratti di fiumi (Chixoy-Usumacinta; Suchiate, Río de la Paz, Sarstoon). Non è ancora risolta l'annosa questione dei limiti tra Guatemala e Honduras, volendo quest'ultima repubblica giungere al Río Motagua, dalla confluenza del Manague sino alla foce.

Rilievo e morfologia. - Nel Guatemala si possono distinguere le seguenti regioni geografiche:1. il Petén; 2. il Guatemala centrale; 3. la zona degli altipiani, a cavaliere fra il versante dell'Atlantico e quello del Pacifico; 4. la serie vulcanica; 5. la zona costiera del Pacifico. A ciascuna di queste regioni corrispondono caratteri ambientali ben definiti.

Il Petén (el Petén) si presenta come una zona essenzialmente pianeggiante, chiusa a est dai monti dell'Honduras Britannico (Cockscomb), a sud dai rilievi dell'Alta Verapaz, a occidente dalle zone elevate del Chiapas. L'aspetto generale del Petéu è quello di un paesaggio carsico, con frequenti doline a fondo piatto, con abbondante idrografia sotterranea. La maggior parte della regione, ancora oggi poco conosciuta e pochissimo popolata, è ricoperta da una lussureggiante vegetazione, che nelle zone centrali, a clima meno umido, cede il posto alla savana.

Aspetti profondamente diversi sia dal punto di vista altimetrico sia da quello geologico presenta il Guatemala centrale. La sezione di nord-ovest è, la più montuosa: separati verso sud dalle valli ove scorrono i ríos Cuilco, Saleguá, Negro o Chixoy (bacini dei fiumi Chiapas e Usumacinta), vi s'innalzano gli Altos de Cuchumatanes, imponente anfiteatro di montagne, composte di arenarie e conglomerati posteriori al Carbonico, con cime superiori ai 3800 m., con altipiani erbosi al di sopra dei 3000 m.; le zone più abitate sono quelle occidentali e meridionali, ove la fascia demograficamente più ricca è quella compresa tra 1500 e 2500 m. Oltrepassata la valle del Río Negro o Chixoy, si entra nella zona montuosa di Alta Verapaz: i sistemi composti di rocce molto antiche si fanno più complessi e nell'insieme meno elevati. Tra la valle del Polochic a nord e quella del Motagua a sud, corre, un po' arcuata nel senso dei paralleli, un'importante catena, la cui sezione centrale più alta (si oltrepassano i 3000 m.) prende il nome di Sierra de las Minas. La parte occidentale, meno elevata, è sezionata dagli affluenti di destra del Chixoy, che formano numerosi bacini, quali quelli di Cubulco, Rabinal, Salamá: quest'ultimo permette le comunicazioni tra la regione di Alta Verapaz e il Guatemala meridionale. La sezione orientale della catena si chiama Sierra del Mico. La catena è composta di rocce cristalline, fasciate a sud da una lunga striscia di terreni serpentinosi, con la quale è da mettere in relazione la valle del Motagua, il massimo fiume guatemalteco. Questa è chiusa a sud da una serie di sistemi montuosi diretti da ovest verso est (Cordigliera del Merendón, Sierra del Espirito Santo, Montañas de Omoa), composti in gran parte da rocce cristalline. La valle si allarga notevolmente nel bacino di Zacapa, ricco di alluvioni quaternarie, le quali riappaiono dopo Amates e accompagnano il fiume fino alla foce. Il Guatemala si affaccia all'Oceano Atlantico soltanto nella stretta fascia costiera che guarda il Golfo de Amatique: ivi si getta il Río Dulce che raccoglie le acque del Lago di Izabal (o Golfo Dulce). Sulla sponda meridionale del lago è sorta Izabal (o Yzabal), unita per mezzo di rotabile, attraverso la Sierra del Mico, con la bassa valle del Motagua. Nella sezione meridionale del Golfo de Amatique è Puerto Barrios, allacciato per ferrovia alla capitale, il porto principale dello stato; a sud-est si apre il vasto delta del Motagua.

Verso il Pacifico si estende, chiusa a sud-ovest dalla serie vulcanica, la regione degli altipiani, la più densamente popolata. La sezione di nord-ovest è la più alta, superandosi quasi ovunque i 2000 m.: quivi sono regioni di alto valore economico, come quella di Quezaltenango (m. 2380), la seconda città dello stato. Più verso sud-est le altezze vanno diminuendo: siamo in una zona tra i 600 e i 1800 m., ricca per vegetazione e colture; nella sezione centrale sono sorte le due capitali del Guatemala: Antigua e Guatemala la Nueva. La parte meridionale del Guatemala, ricca di apparati vulcanici, presenta un aspetto ancora più vario.

La serie di questi ha inizio col vulcano Tacaná (m. 4064), posto sul confine con il Messico. Segue più a sud-est il Taiumulco, la più alta montagna di tutta l'America Centrale: presenta due cime, l'orientale a 4110 m., l'occidentale a 4210. Nell'alto bacino del Río Naranjo si ha il vulcano S. Antonio (m. 2450); 17 km. a sud di questo s'innalza in Lacandón (m. 2748); ai margini degli Altos di Guatemala si erge il Chicaval (m. 2830). Col Cerro Quemado o vulcano di Quezaltenango s'inizia la serie dei vulcani accoppiati. Questo è alto m. 3179 e presenta una struttura e una monologia molto complicate; possiede numerosi crateri e diverse fumarole e solfatare attive. A sud ovest del vulcano di Quezaltenango s'innalza il vulcano Santa María (m. 3768), che anteriormente all'eruzione del 1902 presentava un magnifico profilo conico, innalzantesi ardito dalla pianura costiera. Prima di quell'anno non si aveva nozione di alcuna attività da parte di questo vulcano, a eccezione di una sorgente di acqua minerale (CO2) ai piedi del cono. Ma nell'ottobre del 1902 una spaventosa eruzione mise a soqquadro le regioni circostantì, già abbastanza provate dai violenti terremoti del gennaio e dell'aprile dello stesso anno, che avevano distrutto quasi interamente la città di Quezaltenango e paesi vicirii. In seguito a questa eruzione, di tipo essenzialmente esplosivo, si formò un cratere ellittico, largo 1 km. in alto, 500-600 m. in basso e profondo 200-250 m.; nel 1903 nel fondo si era già formato un laghetto. Nel 1922 il vulcano ebbe una nuova fase di attività che riprese in questi ultimi anni: nel 1929 una nuova eruzione, di cui i primi violentissimi sintomi si ebbero il 2 e il 3 novembre, metteva a soqquadro le fertili regioni circostanti; il 4. novembre correnti di lava scesero a grande velocità lungo i fianchi del vulcano, obbligando i cittadini di Quezaltenango ad abbandonare le case: numerose le vittime e ingenti i danni alle piantagioni (soprattutto caffè).

A sud del Lago di Atitlán si ergono numerosi imponenti coni vulcanici: il vulcano S. Pedro della Laguna, alto 3024 m., e più a sud-est i vulcani di Atitlan, che giustamente da K. Sapper sono considerati come la causa fondamentale della formazione lacustre omonima. Son tre: Gran Volcán de Atitlán al Sur (m. 3525); Volcán medio de Atitlán (m. 3153), che presenta nella falda occidentale a m. 3030 s. m. una fumarola molto notevole; volcán septentrional de Atitlán o Tolimán, a m. 3130.

Nell'alto bacino del Río Guacalate s'innalzano i vulcani più attivi e più famosi del Guatemala: sulla sponda destra s'incontra anzitutto il vulcario Fuego (m. 3835), imponente per altezza e per struttura, con due crateri; presenta numerose fumarole; si ricordano numerosissime eruzioni di cui 5 nel sec. XVI, 7 nel sec. XVII; 7 nel successivo, altrettante nel XIX. A nord, dopo una sella di circa 3000 m. di altezza, s'innalza il vulcano Acatenango, che presenta due sommità principali: il Pico Chico (Tres Hermanos) al Nord (m. 3890, con un cratere mal conservato) e il Pico Mayor (o Acateuango; m. 3960) provvisto di ben cinque crateri. Non si hanno notizie storiche circa eventuali eruzioni, ma la perfetta conservazione del cono giustifica l'ipotesi di eruzioni non molto remote. Sulla sinistra del Río Guacalate si innalza il vulcano Agua (m. 3752), che tanta parte ha avuto nella storia dell'antica città capitale. Chiamato anticamente Huhuahu ha preso il nome attuale dalla catastrofe avvenuta nella notte dal 10 all'11 settembre 1541, quando il cratere, riempitosi d'acqua in seguito a piogge torrenziali e indebolito da scosse di terremoto, si squarciò dalla parte della Ciudad Vieja, lasciando cadere sulla città acqua, melma, tronchi d'albero e causando la morte di centinaia di persone. Tra la pianura costiera e il Lago di Amatitlán s'innalza l'apparato vulcanico del Pacaya (m. 2544), massiccio molto complicato, distinto in due zone: la settentrionale, più antica (m. 1900), è composta di un vulcano, molto rovinato dall'erosione, con due crateri; nella zona meridionale si osserva un gran numero di correnti laviche: andesiti ornoblendiche e pirosseniche, basalti, feldspati, formano le rocce del più interessante apparato vulcanico dell'America Centrale. Del Pacaya si ricordano numerose importanti eruzioni. Connesse con l'attività vulcanica del Pacaya sembrano essere state le violentissime scosse di terremoto, che, nel periodo dal dicembre 1917 al gennaio 1918, hanno parzialmente distrutto Guatemala, la capitale.

Con il Pacaya termina la serie centrale guatemalteca dei vulcani. Con il Cerro de la Gavia (m. 1500) e il Cerro Raxón (m. 1800) incomincia la serie salvadoregna: tra il bacino del Michatoya e quello del Marguerita s'innalza il vulcano Tecuamburro; a nord s'incontra la piccola laguna di Ixpaco (m. 1120), dalle acque lattigino e per la grande quantità di zolfo in sospensione. Sono da mettersi in relazione con la presenza di tale vulcano le numerose scosse di terremoto che hanno funestato Cuilapa nel 1870 e nel 1913, e anche i violenti movimenti sismici che hanno arrecato gravi danni fra il giugno e il luglio del 1930 alla regione compresa tra il precedente vulcano e quello di Moyuta, che sorge tra il Río Marguerita e il Río de la Paz. Il vulcano più grande del Guatemala meridionale è quello di Suchitán o di santa Catarina Mita (m. 2042); a nord di questo s'innalza il vulcano Ipala (m. 1670), che sorge sull'altipiano con un gran campo di lava, provvisto d'un magnifico lago craterico.

Il Guatemala è una terra molto provata dai fenomeni sismici. Nel corso del sec. XX ricorderemo la catastrofe sismica del 1902, cui seguì l'eruzione del Santa Maria, che arrecò gravissimi danni a Quezaltenango e centri vicini; quella del dicembre 1917-gennaio 1918, che distrusse quasi interamente Guatemala città; le manifestazioni sismiche del giugno-luglio 1930, che tanto danno hanno prodotto nel dipartimento di Santa Rosa (Cuilapa, Moyuta, Chiquimulilla, Taxisco, ecc.), mentre scosse meno disastrose erano avvertite in tutto il Guatemala e nel Salvador settentrionale.

Verso l'Oceano Pacifico abbiamo il quinto individuo geografico ben definito del Guatemala: la pianura costiera, limitata verso nord-est dalla muraglia della serie vulcanica già ricordata. Essa incombe sulla zona pianeggiante con pendio ripidissimo, data la piccola ampiezza della fascia: si scende da oltre 2500 m. a una media altitudine di 250 m. su una distanza proiettata di 20-25 km. soltanto. La pianura costiera è composta da rocce del Quaternario, formate dalle alluvioni dei numerosi fiumi che scendono al mare, commiste ad abbondante materiale vulcanico. La costa è bassa, sabbiosa, rettilinea; presenta cordoni sabbiosi che racchiudono verso la terraferma strette e allungate lagune, a guisa di veri canali in comunicazione col mare.

Clima e idrografia. - Situato tra 13°54′ e 17°48′ di latitudine nord, il Guatemala rientra nel dominio dei climi caldi, tropico equatoriali. L'altimetria, modificando le temperature e le precipitazioni, permette di dividere la regione nelle seguenti fasce: 1) tierra caliente, dal livello del mare ai 600 metri, con temperature medie annue superiori ai 230, adattissima a tutte le colture di carattere tropicale ed equatoriale; 2) tierra templada, che si spinge fino ai 1800 m., con temperature oscillanti fra 23° e 17°. Si può dividere a sua volta in due fasce: la prima tra 600 e 1200 m., con temperature di 23°-20°; la seconda tra 1200 e 1800 m., con 20°-17°, molto adatta alla coltivazione del caffè (fino ai 1500 m. in media). Segue 3) la tierra fría, al di sopra dei 1800 metri sino ai 3000; le temperature si mantengono in questa zona superiori ai 100; vi sono possibili le coltivazioni proprie della zona temperata.

Caratteristica del clima guatemalteco è la scarsa escursione annua della temperatura tanto nelle zone piane quanto in quelle elevate: siamo di fronte a climi equatoriali e sub-equatoriali di pianura e di montagna. Così Chimax (Cobán), a m. 1306 di altezza, ha una temperatura media annua di 18°3, il mese più freddo è il dicembre con 15°8, quello più caldo è il giugno con 19°9 (escursione 4°1); Guatemala, a m. 1480, con 18°6 di media annua, presenta 16° nei mesi più freddi (dicembre e gennaio) e 20°8 nel mese più caldo (maggio), con una escursione di 4°8; Quezaltenango, a m. 2350, ha una temperatura media annua di 14°6, una minima di 11° (gennaio), una massima di 16°9 (maggio) con una escursione di 5°9. Le zone pianeggianti hanno temperature medie equatoriali: Quiriguá (Izabal), a m. 95, ha una media annua di 25°2; il novembre 21°2, il maggio 28°5, con una escursione di 7,3.

Le precipitazioni sono di solito abbondantissime, quasi sempre superiori ai 1000 mm. Secondo la quantità media annuale, le regioni più intensamente piovose sono quelle che si affacciano all'Oceano Atlantico e la sezione pianeggiante settentrionale (Petén). Un'oasi di precipitazioni particolarmente intense è offerta dal dipartimento di Alta Verapaz, ove numerose stazioni presentano oltre 5000 mm. di pioggia all'anno: Chinasayup, a m. 875 s. m., ha 5234 mm. annui di pioggia; Setal, a 730 m. s. m., 5288 mm.; Trece Aguas, a m. 725 s. m., 5617 mm. Il medio bacino del Motagua presenta invece zone con piovosità inferiore ai 1000 mm., mentre il versante del Pacifico si presenta molto provvisto di precipitazioni. La quantità di pioggia aumenta con l'altitudine: S. José, sul mare, ha 1410 mm.; Retalhuleu, a m. 250 s. m., 2772 mm.; San Luis (Quezaltenango), a m. 650 s. m., ha 4895 mm.; S. Amalia (Quezaltenango) a m. 800 s. m., mm. 4309. La zona degli altipiani ha precipitazioni meno abbondanti: Guatemala, a m. 1480 s. m., ha 1316 mm. di pioggia all'anno; Quezaltenango, a m. 2350 s. m., 671 mm. soltanto. Per quanto riguarda la distribuzione stagionale, sul versante atlantico, aperto ai venti alisei, la piovosità appare distribuita molto regolarmente in ogni mese dell'anno: Puerto Barrios nel periodo maggio-ottobre riceve il 56% della quantità complessiva di precipitazioni; Setal il 59%; Chimax (Alta Verapaz) il 65%. Invece sul versante del Pacifico, una stagione intensamente piovosa si alterna con una relativamente secca: a San Luis nel periodo considerato cade l'82% del totale annuo; l'88% a Quezaltenango, e ben il 64% a San José.

I fiumi del Guatemala si dirigono a due versanti principali: quello dell'Atlantico e quello del Pacifico. Per evidenti ragioni morfologiche i fiumi che si gettano nel Pacifico non sono navigabili per l'asprezza del loro pendio, né hanno portata regolare: sono magnificamente utilizzabili per la produzione di energia idroelettrica. Ben più importanti sono quelli del versante dell'Atlantico, tra cui distingueremo quelli che si gettano nel Golfo di Campeggio e quelli che mandano le acque al Golfo di Honduras. Dei primi (Chiapas e Usumacinta) il Guatemala non possiede che i bacini sorgentiferi, mentre il bacino dei secondi è interamente entro i limiti dello stato. I maggiori sono: il Motagua, il principale fiume guatemalteco, lungo oltre 400 km., e il Río Polochic, che con il suo affluente, il Cobán, è lungo 300 km.: si getta con ampio delta nel Golfo Dulce o Lago di Izabal, che ha per emissario il Río Dulce.

Sul versante del Pacifico, in relazione con gl'imponenti apparati vulcanici, si trovano due grandi laghi: il Lago di Atitlán, privo di emissarî, a m. 1555 sul mare, con 270 kmq. di superficie, un perimetro di 120 km. e una profondità superiore ai 320 metri, guardato verso sud dai vulcani S. Pedro e Atitlȧn; e il Lago di Amatitlán (bacino del Michatoya) a m. 1180, con una superficie di 30 kmq., con 50 km. di perimetro, una profondità massima di 34 m., guardato a ovest e a sud dai vulcani Santa María, Agua e Pacaya.

Flora. - L'altitudine ha un'evidente influenza sulla distribuzione della vegetazione. Sul versante atlantico, dietro la cimosa costiera dei paletuvieri, si sviluppa rigogliosissima la foresta tropicale, con alberi di alto fusto (legni preziosi, piante da caucciù, ecc.) e foltissimo sottobosco con epifite. La foresta si estende anche nel Petén, con larga rappresentanza di palme, e inoltre campeggio, acagiù, mogano; solo nel centro del paese, meno umido, la foresta cede alla savana. Nelle regioni più alte invece la foresta è composta di aghifoglie, pini, abeti, cedri giganti, cipressi, inoltre querce; il sottobosco è costituito da felci, arbusti di Vaccinium, ecc. Il versante pacifico, più secco, è rivestito in basso da una foresta a galleria con sottobosco di arbusti fitti, spesso spinosi.

Fauna. - La fauna del Guatemala fa parte di quel complesso faunistico che gli zoogeografi indicano col nome di regione neotropica (America Meridionale e Centrale).

Le Scimmie annoverano varie specie di cebi; i Pipistrelli varie grosse specie di vampiri. Gl'Insettivori che mancano nella regione neotropica sono rappresentati nel Guatemala solo da una specie del genere Sorex la cui presenza è interpretata come dovuta a recente immigrazione. Tra i Carnivori citeremo il giaguaro, varî procioni, qualche martora; fra gli Artiodattili il pecari e fra i Perissodattili il tapiro. Molte le specie di Rosicanti tra cui varî topi, il paca. Gli Sdentati hanno varî armadilli e formichieri; i Marsupiali l'opossum e qualche specie affine.

Gli Uccelli vi sono riccamente rappresentati con molte forme comuni alle regioni dell'America Settentrionale, ma ancora con moltissime forme proprie alla fauna neotropicale. La fauna erpetologica è molto ricca, specialmente di Ofidî, Iguane e altri Lacertilî e Testuggini terrestri. Egualmente ricca è la fauna degli Anfibî e dei pesci d'acqua dolce.

Gl'Invertebrati contano innumerevoli forme d'insetti, aracnidi, molluschi terrestri e d'acqua dolce.

Etnologia. - L'elemento indiano conta, secondo il censimento del 1921, compresi i meticci, 1.300.000 individui (circa il 65% della popolazione totale) e, quando si faccia astrazione dalle tribù Xinca del Guatemala meridionale, si compone totalmente di tribù Maya, giacché le colonie Nahua, dalla cui lingua proviene il nome del paese (quauhtematlan "sul luogo dove si abbatte la legna"), sono state completamente assorbite nel resto della popolazione. La popolazione Maya che fa ancora uso della lingua materna conta circa 700.000 individui e si suddivide nei gruppi seguenti: sugli altipiani meridionali i Quiché e i Cakchiquel (420.000); nei distretti occidentali i Mam (120.000), in quelli settentrionali i Pokomchi, i Kekchi e i Pokoman (130.000); nella valle del Río Motagua abitano i Chorti (20.000) appartenenti al gruppo Chol. In numero circa eguale sono gl'Indiani ispanizzati. Dileguata ormai l'antica civiltà che l'archeologia ci mostra aver raggiunto un grado tanto elevato (v. maya), i Maya sono oggi in maggioranza contadini. Il mais costituisce il cibo principale, accanto ai fagioli neri conditi con sale e chile; la caccia e la pesca hanno importanza secondaria. L'indiano, benché restio alle fatiche, crea con grande attività delle radure nella foresta per estendere le sue piantagioni.

Abitano in case rettangolari con tetto a spioventi; nei viaggi si servono di paraventi primitivi coperti di foglie. La maggior parte degli Indiani è cattolica, benché la mancanza di cultura religiosa faccia sopravvivere in mezzo a essi buon numero delle usanze e delle credenze antiche. Questo si spiega con il fatto che la loro base economica è, come secoli fa, la coltivazione del mais, con la quale la vecchia religione aveva parecchie attinenze. La divinità del mais è ancora generalmente venerata; essa è elargitrice di tutti i beni e viene invocata nelle preghiere come "nostro padre e nostra madre". Il panteon religioso dei Kekchi è completato da un gran numero di divinità della natura (Tzultacá), che risiedono sulle montagne, sui passi, nelle caverne, nei fiumi, nelle sorgenti, negli alberi. Dalle loro liti proviene il temporale; quando esse fumano si formano le nuvole. Chi passa accanto a una sorgente calda vi depone con rispettoso timore un piccolo fascio di rami secchi, come scongiuro contro la febbre che si attribuisce a tali sorgenti. Alcuni di questi esseri si nascondono sotto nomi cristiani, così lo Tzultacá Xucaneb (la montagna più elevata di Alta Verapaz) comparisce spesso col nome di San Pablo. La divinità più importante è, come già si è detto, quella del mais, chiamata Cagua (il Signore); egli ha un nemico che è legato nell'interno della terra e provoca i terremoti. Gli stregoni godono dappertutto ancora di grande autorità. Nella coltivazione sono osservate molte usanze speciali. Prima della semina del mais si esercita astinenza coniugale per 13 giorni, costume che è seguito anche per altre imprese importanti. In alcune regioni appartate l'atto sessuale è compiuto in mezzo al campo per assicurare un raccolto abbondante. Il significato economico del mais spiega la parte importante che esso ha anche nei racconti mitici; infatti come i pastori ariani raccontavano del ratto dei buoi e dell'avvenuta loro riconquista, così gl'indiani riferiscono come il mais fosse stato una volta nascosto da uno Tzultacá in una caverna e come fosse stato liberato in seguito con l'aiuto di altri dei per il bene degli uomini e degli animali.

Condizioni demografiche, agricole, industriali. - La popolazione del Guatemala nel 1880 era di 1.224.602 ab., saliti a 1.364.678 nel 1893, a 2.004.900 secondo il censimento del 1921, a 2.165.000 secondo una valutazione del gennaio 1931. Nel 1921 il 35,206 era dato da Ladinos e il 64,8% da Indios. La densità media è di 18 abitanti per kmq. (1921), ma i contrasti fra regione e regione sono molto forti (v. tabella). Alle zone pianeggianti del nord, dell'Atlantico e del Pacifico, e alle zone montuose, corrispondono i dipartimenti più vasti e meno popolati (esempio tipico il Petén). Spopolata è la tierra caliente che guarda l'Atlantico (dipartimento di Izabal 2 abitanti per kmq.). I dipartimenti della sezione costiera del Pacifico, che presentano buona parte del territorio nella prima fascia della tierra templada, hanno una densità molto vicina a quella generale dello stato (Escuintla 15, Retalhuleu 21). In condizioni molto migliori è tutta la zona degli altipiani, che vedono sorgere anche le città principali.

Gl'Italiani in Guatemala sommano (1927) a 1000 individui (650 maschi e 350 femmine) ed esercitano professioni e mestieri varî (oltre 400 persone sono addette all'industria, al commercio e ai trasporti, 100 risultano impiegati, i professionisti sono una decina). Importante è pure la colonia tedesca, forte di circa 1000 persone, che abitano soprattutto nelle piantagioni del versante del Pacifico e nel dipartimento di Alta Verapaz: si dedicano principalmente alla coltivazione e al commercio del caffè.

Le caratteristiche essenzialmente agricole del paese sono messe in rilievo dalle cifre della tabella più sotto inserita. La media delle persone impiegate nell'agricoltura è del 74%; i valori più bassi sono dati dai due dipartimenti storici della repubblica (Guatemala e Sacatepéquez), ove l'agglomeramento urbano è più sensibile, e dal Petén, che presenta ancora oggi un'economia primordiale. I centri capoluoghi dei dipartimenti (calcolando solo la popolazione urbana del municipio) sono molto modesti, quando si eccettui la capitale, l'unico grande centro dell'America Centrale; seguono Quezaltenango e La Antigua.

Il Guatemala è un paese essenzialmente agricolo. La superficie occupata dalle terre arabili misurava nel 1930 456.412 ettari; i prati naturali e i pascoli coprivano 287.982 ettari; le colture arborescenti 133.281. Tra i cereali il primo posto è occupato dal mais, con una superficie di 140-170.000 ett. e una produzione oscillante fra 1-1,5 milioni di quintali; si coltiva in tutti i dipartimenti; esso basta per il consumo degli abitanti. Come secondo cereale ricorderemo il frumento (superficie 7-9000 ettari; produzione intorno ai 50.000 quintali, notevole diminuzione rispetto alla produzione prebellica), coltivato specialmente nei dipartimenti più montuosi (Totonicapán, Quezaltenango, San Marcos, Huehuetenango, ecc.). Terzo cereale è il riso, con una superficie tra1-2000 ettari e una produzione tra 10-20.000 quintali: è coltura caratteristica dei dipartimenti meridionali (Jalapa, Santa Rosa, Jutiapa, ecc.).

Ma l'economia guatemalteca è basata su alcuni prodotti tropicoequatoriali, oggetto di grande esportazione, soprattutto sul caffè. La superficie coltivata in questi ultimi anni appare in aumento (72.714 ettari nell'anno 1927-1928;107.572 nel 1929-1930); la produzione oscilla fra 400 e 500.000 quintali annui. Il caffè è coltivato in tutti i dipartimenti, ma la preferenza assoluta è offerta dai dipartimenti del Pacifico (fascia superiore della tierra caliente e fascia inferiore della tierra templada) soprattutto da quelli di San Marcos, Quezaltenango, Sololá, Santa Rosa, ecc. Nel bacino dell'Atlantico emerge il dipartimento di Alta Verapaz. La coltivazime è in parte in mano alla fiorente colonia tedesca. Il caffè è ancora oggi la base fondamentale economica dello stato. Un altro cespite di guadagno è dato dai banani, che coprono una superficie di 24.728 ettari con una produzione di 9-10 milioni di quintali. È una coltura tipica del dipartimento di Izabal, a clima sub-equatoriale costantemente umido, che dà l'80% della produzione totale. La maggior parte dei banani è di proprietà della United Fruit Company. L'esportazione è ingente, aggirandosi su 11,4 milioni di quintali, attraverso i porti dell'Atlantico (Puerto Barrios, e Livingston). Di notevole interesse è anche la coltivazione del cacao, in continuo aumento come superficie. È una coltura tipica dei dipartimenti del Pacifico (tierra caliente) soprattutto di Retalhuleu ed Escuintla: si trova pure in Alta Verapaz. La canna da zucchero (dai 10 ai 12.000 ettari coltivati) è anch'essa uno dei prodotti principali del versante del Pacifico (Escuintla, Quezaltenango, Sololá, Amatitlán, ecc.). Monopolio guatemalteco è la gomma da mastica chicle largamente esportata negli Stati Uniti.

Notevole è il patrimonio zootecnico: più diffusi sono i bovini (296.985 nel 1922, 416.397 nel 1930), abbondanti specie nei dipartimenti intensamente agricoli dell'occidente e del sud (Escuintla, Santa Rosa, Quezaltenango, Retalhuleu, Jalapa, Jutiapa, ecc.). L'allevamento ovino, che avverte in questi ultimi anni una diminuzione (240.501 nel 1928,183.537 nel 1930), prevale nei dipartimenti essenzialmente montuosi (Huehuetenango, Quezaltenango, San Marcos, Totonicapán), per la maggiore diffusione dei pascoli.

Ingente è il patrimonio forestale, soprattutto nella regione del Petén: secondo calcoli ufficiali il manto boschivo coprirebbe il 24% dell'intera superficie dello stato. L'immenso Petén, tanto modesto per demografia, agricoltura e patrimonio zootecnico, è invece la zona più ricca per legnami preziosi, soprattutto per il mogano.

Le industrie sono molto modeste e a tale riguardo il Guatemala è ancora oggi un paese essenzialmente importatore di manufatti tessili e meccanici. Tra le industrie alimentari ricorderemo fabbriche di birra molto fiorenti nella città di Guatemala (Castillo Hermanos), che producono anche acque minerali e ghiaccio. La ditta ha recentemente acquistato le fabbriche di birra di Quezaltenango e tiene il monopolio per la produzione. L'industria tessile ha i suoi più importanti stabilimenti presso Quezaltenango (fabbrica di Cantel): nel complesso l'industria cotoniera conta 20.000 fusi e 250 telai; lavora cotone importato e copre il 40% circa del consumo. Nella città di Guatemala esistono una importante fabbrica di cemento e piccole officine meccaniche per la riparazione delle macchine adoperate nelle industrie del caffè e dello zucchero: industrie queste strettamente connesse con l'agricoltura; lo zuccherificio conta 5 grandi raffinerie moderne. Molto diffusa tra gl'indigeni l'industria tessile casalinga (lana e seta naturale). Fiorente è l'ebanisteria, favorita dall'abbondanza del legname; così pure la fabbricazione di cappelli di paglia e di cesti per il raccolto del caffè. Anche dal punto di vista minerario il paese non ha notevole importanza. Esistono miniere d'oro, d'argento, di piombo argentifero, di ferro, di rame, ecc.; importanti cave di marmo si hanno nel dipartimento di Zacapa. Notevoli ricchezze possiede il Guatemala nel campo del petrolio e dei calcari bituminosi: la zona più interessante è situata fra Cobán, Huehuetenango, S. Cruz del Quiché, Salamá; vanno pure ricordati il dipartimento di Jalapa e il Petén. Attualmente però l'unico minerale importante per il commercio internazionale è l'oro. In continuo sviluppo è l'industria idroelettrica.

Commercio. - Il commercio guatemalteco presenta un andamento favorevole nel senso che il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni. Per il periodo 1925-1929 si ha infatti il seguente movimento (un quetzal guatemalteco equivale a un dollaro degli Stati Uniti, e a 19 lire italiane): importazioni, in media all'anno: 22.8 milioni di quetzales; esportazioni: 29,1 milioni di quetzales. L'eccedenza media annua è adunque di 6,3 milioni.

All'esportazione prevalgono in maniera assoluta il caffè, le banane, lo zucchero, la gomma chicle, il legname, ecc. Come valore il caffè rappresenta in media il 70-80% del totale delle esportazioni. È dunque il prodotto fondamentale: le vicende delle esportazioni del caffè si ripercuotono immediatamente su tutta la vita economica del paese. Le importazioni riguardano principalmente i tessuti di cotone, seguiti dai generi alimentari, dai manufatti di ferro e acciaio, dalle bevande alcooliche, dai combustibili (carbone e petrolio).

La guerra ha arrecato profonde modificazioni nella direzione della corrente dei traffici di esportazione e di importazione. Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna sono i principali paesi che commerciano con il Guatemala. Essi importarono nel 1913 in Guatemala per l'86% del totale delle importazioni; la loro aliquota complessiva accenna a una leggiera diminuzione in questi ultimi anni. Gli Stati Uniti mantengono sempre il primo posto, avvertendo un formidabile aumento durante la guerra mondiale, per la scomparsa completa della Germania, e una graduale riduzione nel periodo postbellico, quando ritorna alla ribalta la concorrenza dei paesi continentali europei. La Germania occupava il 2° posto nel 1913; le sue vendite si ridussero a zero durante la guerra, ma dopo il 1919 la ripresa fu vigorosa, riconquistando, benché attenuata, la posizione prebellica. La Gran Bretagna avverte un notevole aumento nell'immediato periodo postbellico, ma negli ultimi anni la discesa è graduale. Dopo gli Stati Uniti, la Germania e la Gran Bretagna seguono per importanza la Francia (2,9% nel 1930), l'Italia (2,8%), il Messico (2,3%), il Giappone (2,3%), l'Olanda (1,5%), il Belgio (1,4%), ecc. La corrente delle esportazioni dal Guatemala avverte profonde modificazioni. Nel periodo prebellico il principale cliente era la Germania (53%), seguita dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. La guerra annulla quasi completamente i due paesi europei e la massa delle esportazioni (soprattutto caffè) si dirige verso gli Stati Uniti. Cessate le ostilità la Germania aumenta di anno in anno le sue importazioni dal Guatemala (da 0,5% nel 1920 a 40% nel 1929), contendendo agli Stati Uniti il primato. La Gran Bretagna perde quasi interamente d'importanza, mentre al terzo posto troviamo l'Olanda con ben il 16% nel 1930.

Analizzando il commercio italo-guatemalteco si nota che l'Italia importa dal Guatemala quantità insignificanti di merci, mentre le sue esportazioni verso il paese centro-americano vanno aumentando sempre di più. Nel 1930 la partecipazione italiana alle importazioni in Guatemala è stata del 2,8%, valore modesto se si pensa alla capacità di produzione italiana e al potere assorbente del Guatemala. I valori più alti sono dati dai tessuti di lana, cotone, seta e dai cappelli di lana, dai vini e dai medicinali. Per i cappelli di feltro l'Italia è il principale fornitore, seguita dalla Germania e dagli Stati Uniti.

Comunicazioni. - Date le caratteristiche essenzialmente montuose del paese e la scarsa navigabilità dei fiumi, le ferrovie hanno raggiunto una grande importanza. Attualmente la rete ferroviaria guatemalteca misura km. 1240: è tutta a scartamento ridotto, salvo il Ferrocarril de los Altos, che da San Felipe porta a Quezaltenango. Il patrimonio ferroviario appartiene in gran parte all'International Railway of Central America (Ferrocarriles Internacionales de Centro America), salvo il Ferrocarril de los Altos, di proprietà dello stato, e la Compañia del Ferrocarril Verapaz y Agencías del Norte, di proprietà tedesca. Di proprietà della United Fruit Company sono, poi, le numerose linee locali, situate nelle piantagioni di banane nel basso bacino del Motagua.

La linea diretta, congiungente i due massimi porti guatemaltechi, è la San José-Guatemala-Puerto Barrios. Esistono attualmente due linee internazionali, una per il Messico, e una per il Salvador. Quest'ultima, finita nel 1929-30, ha grande importanza soprattutto per Puerto Barrios.

In continuo sviluppo è la rete stradale (carreteras): attualmente si contano oltre 2400 km. di strade camionabili, con un patrimonio di veicoli di 2500 vetture da turismo, 250 autobus e 800 autocarri. La massima parte delle relazioni commerciali si fa via mare, attraverso i porti dell'Atlantico (Puerto Barrios, Livingston) e quelli del Pacifico (San José, Champerico, Ocós). Il porto fondamentale resta sempre Puerto Barrios. La bandiera più rappresentata è quella degli Stati Uniti; delle flotte europee quella che presenta il maggior numero di navi è la norvegese, seguita dalle flotte tedesca e inglese. La partecipazione della bandiera italiana è notevole nei porti del Pacifico, toccati dalle navi italiane che da Genova e Trieste, attraverso il Canale di Panamá, raggiungono i porti degli Stati Uniti e del Canada nel Pacifico.

La marina mercantile ha scarsa importanza; il Lloyd's Register non ne fa menzione separata. Le relazioni con l'estero sono assicurate da compagnie straniere; Puerto Barrios, nell'Atlantico, è collegato a New York mediante la United Fruit Co., con Plymouth mediante la Hapag, con Liverpool e con Avana mediante la Pacific Steam Navigation Co. (britannica), alla quale il Guatemala ha corrisposto, per lungo tempo, 500.000 franchi di sovvenzione postale. L'Assemblea nazionale legislativa ha approvato, il 30 maggio 1931, la convenzione fra il governo e la Compañia agricola de Guatemala per la costruzione di un porto moderno sul litorale del Pacifico - che è più popolato - a circa venti miglia fra gli attuali scali di San José (al Sud) e Champerico (al Nord). Lo scopo perseguito è di aumentare la coltivazione della banana, fornendo al frutto i mezzi meccanici per il sollecito e accurato imbarco; l'art. 6 della convenzione accorda alla flotta della compagnia assuntrice l'esonero di tutti i diritti portuali, di faro, pilotaggio, ecc. Può darsi che ciò apra l'adito alla creazione di una marina nazionale.

Notevole è anche lo sviluppo preso dall'aviazione. La Compañía Nacional de Aviación esercita le linee da Guatemala a Quezaltenango, a Cobán, a Flores, e la Companêa Mexicana de Aviación (Pan American Airways) esercita la linea dal Messico a Guatemala. I servizî telefonici, telegrafici e le stazioni radio dipendono dallo stato.

V. tavv. v-x.

Ordinamento dello stato. - La costituzione della repubblica è quella del dicembre 1879, modificata il 30 dicembre 1927. Il presidente deve avere almeno 30 anni ed è eletto per 6 anni a suffragio popolare; è senza responsabilità personale; è inamovibile; esercita il potere esecutivo; è comandante delle forze armate; non può sciogliere l'assemblea nazionale, non può essere rieletto che dopo 12 anni. L'assemblea nazionale è composta di 67 membri (i ogni 30.000 ab.), eletti ogni quattro anni a suffragio popolare e rinnovabili per metà ogni due anni. L'assemblea esercita il potere legislativo. È elettore ed eleggibile ogni cittadino che abbia compiuto 21 anni e che sappia leggere e scrivere. Il Co1isiglio di stato è composto di 7 membri dei quali tre eletti dall'assemblea nazionale e quattro nominati dal presidente. I ministri sono nominati e congedati dal presidente e sono responsabili verso di lui.

Il paese è ecclesiasticamente diviso in due vescovati (Guatemala e Quezaltenango) e nel vicariato apostolico di Verapaz e Petén.

Tutti gli uomini validi, che paghino almeno 50 pesos di contribuzioni annue, sono tenuti al servizio militare, dal 18° al 30° anno nell'esercito attivo, e dal 30° al 50° anno nella milizia.

Bilanci e debito pubblico. - Il bilancio del Guatemala si basa fondamentalmente sui dazî doganali che da soli dànno più dei 3/5 dell'entrata; la spesa principale è quella sopportata per il servizio del debito pubblico:

Al 31 dicembre 1930 il debito pubblico ammontava complessivamente a 16,2 milioni di quetzales, di cui oltre 12 milioni di debito estero e il resto di debito interno (solo in minima parte fluttuante).

Moneta e credito. - Il sistema monetario del Guatemala è stato completamente riformato col decreto 26 novembre 1924, che ha sostituito al peso o dollaro-argento, che era dal 1870 l'unità monetaria nominale, una nuova unità: il quetzal-oro corrispondente al dollaro-oro degli Stati Uniti, e ha provveduto a stabilizzare la carta moneta inconvertibile, allora in circolazione, al tasso di 60 pesos-carta per 1 quetzal, stabilendo il progressivo ritiro dei pesos-carta e destinando al rimborso particolari fondi. La Caja Reguladora, investita dal 1924 del controllo sulla circolazione, è stata trasformata, con legge 30 giugno 1926, nella Banca centrale del Guatemala, cui è stato attribuito per 10 anni il monopolio dell'emissione e sono state assegnate funzioni di tesoreria per conto del governo.

Al 31 dicembre 1930 la circolazione ammontava a 6,5 milioni di quetzales, di cui 5,4 milioni in biglietti della Banca centrale e 1,1 in biglietti delle vecchie banche di emissione (che nel 1926 ammontavano a 7,9 milioní) non ancora rimborsati. Le riserve in oro al 30 giugno 1930 ammontavano a 2,7 milioni e quelle in divise estese a 0,9 milioni. Nel Guatemala circola liberamente il dollaro degli Stati Uniti.

Storia. - Conquistato il Messico, Hernán Cortés (dicembre 1523) inviò Pietro di Alvarado a conquistare il territorio guatemalteco. L'Alvarado trovò resistenza soprattutto nei popoli quiché, i più antichi abitatori della regione che erano stati sopraffatti dai Cakchiquel. Questi, che al sopraggiungere degli Spagnoli dominavano la regione, si mostrarono invece ospitali agli stranieri. Debellata la resistenza dei Quiché, Alvarado poté quindi dirsi padrone del territorio. Egli fondò allora una città a Iximché o Tecpán-Quauhtemalȧn (donde il nome "Guatemala") che nell'atto di fondazione (25 luglio 1524) si chiamò Santiago de los Caballeros de Guatemala. Morto Alvarado, primo governatore (4 luglio 1541), successe a lui la sua vedova, Beatrice de la Cueva, e quindi, morta anche Beatrice, il fratello di lei Francesco e il vescovo Marroquín (17 settembre 1541) i quali ricostruirono la città distrutta da una inondazione. Nel 1542 la Giunta accettò per governatore Alonso de Maldonado, designato dal viceré del Messico. Nello stesso anno furono promulgate le nuove leggi, con le quali fu ordinata la creazione di una Audienza che doveva essere stabilita dentro i confini del Guatemala e del Nicaragua; e che ebbe per primo presidente il governatore Maldonado. Nel 1548 il governo fu affidato ad A. López de Cerrato, il quale (1549), dichiarò liberi la maggior parte degli schiavi. Fu sostituito da Antonio Rodríguez de Quesada (1554); e, successivamente, da Giovanni Núñez de Landecho, che fu destituito e sostituito da Francesco Briseño. Nel 1570 prese possesso del governo Antonio González, nel 1573 Pietro di Villalobos; nel 1578 García de Valverde, sotto il cui governo la giunta promosse la fondazione dell'Università. Nel 1588 fu nominato governatore Pietro Mayén de la Rueda, che diede inizio alla costruzione del porto di lztapa. Gli succedettero, tra i più notevoli, Alonso Criado di Castilla (1598), sotto il cui governo fu fondato il porto di Santo Tomás e fu cominciata la conquista pacifica di Taguzgalpa e di Tologalpa; D. Antonio Peraza, conte di Gomera (1611), che fondò la città di questo nome; Alvaro de Quiñones y Osorio (1634) che fondò la città di S. Vicente de Lorenzana; Martino C: de Mencos (1659), sotto il cui governo fu introdotta a Guatemala la tipografia dal vescovo F. Payo Enríquez de Ribera, che fu poi arcivescovo e viceré del Messico (1660). Seguirono fra gli altri Sebastiano Alvárez (1667) che fece una spedizione a Nicaragua; Toribio J. de Cosío (1706), che sottomise gl'Indiani zendal; D. Francesco Rodríguez de Rivas (1712); Pietro A. Echevers (1724); D. Pietro de Salazar (1765) che procedette all'espulsione dei gesuiti; D. Martino de Mayorga (1773), durante il governo del quale la capitale, distrutta da un terremoto, fu trasportata al borgo de la Ermita; Giuseppe Tomás (1794), che diede forte impulso al miglioramento della nuova città; D. Carlo di Urrutia (1818) che cedette il suo mandato il 7 marzo 1821 al brigadiere D. Gabino Gainza.

L'esempio dell'indipendenza del Messico spinse i patriotti del Guatemala a chiedere a Gainza una riunione che fu convocata il 15 settembre 1821. In essa si decise di proclamare l'indipendenza dello stato, di convocare un congresso e di nominare una giunta provvisoria. Lo stesso giorno fu redatto da José Cecilio del Valle l'Atto d'indipendenza, che fu mandato in tutte le provincie insieme con la convocazione per l'Assemblea costituente; ma prima che questa fosse riunita, la Giunta indisse un plebiscito, che ebbe per risultato l'annessione di Guatemala all'Impero messicano, il 5 gennaio 1822. La provincia del Salvador che si era opposta fu occupata dal generale messicano Vincenzo Filísola. Ma ripartito Filísola per il Messico, in preda all'anarchia, si riunì, il 23 giugno 1823, il Congresso nazionale costituente dell'America Centrale; e il 1° luglio fu proclamata l'indipendenza - di fronte alla Spagna come al Messico - del nuovo stato, denominato "Provincie Unite dell'America Centrale". Il nuovo stato, organizzato come repubblica federale, comprendeva il Guatemala, la Costa Rica, l'Honduras, il Nicaragua e il Salvador: ciascuno dei quali a sua volta costituito in stato. Il Guatemala si costituì come tale l'11 ottobre 1825, nominando suo capo costituzionale Giovanni Barrundia il 12 ottobre; il 28 novembre fu promulgata la costituzione. Ma il fatto che la città di Guatemala era a un tempo sede del presidente della federazione delle Provincie Unite, e sede del governo particolare dello stato di Guatemala, che non era stabilito un distretto federale e che quindi coesistevano nella stessa città due autorità con attribuzioni in parte contrastanti, suscitò ben presto questioni fra il presidente federale Arce e Barrundia, che finirono con l'incarceramento di quest'ultimo. E, poco dopo, cominciò anche nelle Provincie Unite dell'America Centrale il fenomeno caratteristico di tanta parte dell'America Latina: cioè la lotta dei caudillos, il restringersi della vita politica a competizioni personali, il susseguirsi della dittatura e delle rivoluzioni. Cominciò Francesco Morazán, che divenuto padrone del Salvador e dell'Honduras, marciò contro il Guatemala, conquistandone la capitale il 12 aprile 1829. Poi, contro il Morazán, liberale, federalista, si levò lo Jambo Rafael Carrera (v.), che aveva l'appoggio dei conservatori, disgustati delle riforme liberali promosse nello stato di Guatemala dal nuovo capo di esso, Mariano Gálvez. Carrera si impadronì di Guatemala (31 gennaio 1838). Morazán dovette scendere a patti. Poi, il 13 aprile 1839 Carrera penetrò di nuovo nel Guatemala e pose a capo del potere Mariano Rivera Paz, che dichiarò rotto il patto federale. Il distretto de los Altos si dichiarò indipendente; però Carrera marciò contro Quezaltenango e obbligò questa provincia a riunirsi allo stato di Guatemala. Dal 1841 al 1844 si alternarono alla presidenza Rivera Paz e Venanzio López fino a che fu eletto lo stesso Carrera, il quale emanò il 21 marzo 1847 un decreto secondo il quale la repubblica di Guatemala si dichiarava totalmente indipendente dagli altri stati dell'America Centrale. Il 15 agosto 1848 il Carrera si dimise e fu sostituito da Giovanni A. Martínez, ma nel 1851 il Carrera ritornava al potere. Carrera scacciò il presidente dell'Honduras Trinidad Cabañas e, dopo aver dichiarato la guerra a questo paese, s'impossessò del castello di Omoa il 24 agosto 1853; l'anno seguente venne nominato presidente a vita della repubblica di Guatemala e il suo potere divenne assoluto e dittatoriale. Egli portò soccorso al Nicaragua contro l'invasione del nordamericano William Walker, dichiarò rotte le relazioni del Guatemala col Salvador (1862), il che produsse una guerra finita col trionfo del Carrera. Morto nel 1865 il Carrera, il 14 aprile 1865 fu nominato presidente Vicente Cerna, che fu rieletto alla fine del suo mandato nel 1869. Scoppiò poco dopo una rivolta, a capo della quale erano il generale Miguel García Granados e il colonnello Justo Rufino Barrios, uniti dall'atto di Patzicia (dal luogo dove fu sancito) col quale si nominava Miguel García Granados presidente provvisorio. Dopo aver sconfitto Cerna, i rivoluzionarî entrarono nella capitale il 30 giugno 1871. Convocata l'Assemblea costituente fu eletto presidente effettivo Barrios (8 maggio 1873) che favorì l'istruzione, l'agricoltura, il commercio e le opere pubbliche, e, nel campo politico, favorì lo svolgimento delle istituzioni liberali e democratiche. Il Barrios rimase al potere sino al 1885; e gli successe come presidente Emanuele Lisandro Barillas che si eresse presto (1887) a dittatore, quantunque egli ristabilisse poco dopo di nuovo l'ordine costituzionale. Il i marzo 1888 infatti convocò il congresso. Barillas propose alle repubbliche sorelle il progetto di un'unica rappresentanza diplomatica e, dopo che si furono riuniti i delegati di tutte a Tegucigalpa il 15 ottobre 1889 fu adottato il (Pacto de Unión provisional de los Estados de Centro America). Finito il mandato di Barillas fu eletto presidente, nel 1892, José M. Reina Barrios, morto assassinato nel 1898. Gli successe Manuel Estrada Cabrera. Egli, dopo aver dominato la vita politica ed economica del suo paese per molti anni, fu rovesciato il 14 aprile 1920 da una rivolta che portò alla sua incarcerazione. Gli succedette Carlo Herrera, durante la presidenza del quale si era formata, il 15 settembre 1921, la Repubblica dell'America Centrale, costituita dal Guatemala, Honduras e S. Salvador. Herrera fu sostituito il 15 marzo 1922 dal generale José M. Orellana, il quale si staccò dall'unione; nel 1928 fu eletto presidente il generale Lazzaro Chacón, che si dimise nel 1930, assumendosi la presidenza il ministro della Guerra, D. Baudillo Palma. Questi fu deposto da un colpo militare che diede l'incarico al generale Orellana, il cui passaggio al potere fu molto fugace, per essersi rifiutato di riconoscerlo il governo degli Stati Uniti. Finalmente il 3 gennaio 1931 l'assemblea nazionale elesse presidente José M. Reina Andrade.

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