Russo-giapponese, guerra

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Conflitto (1904-05) sanguinoso che scaturì dalle ambizioni imperialistiche rivali dell’Impero Russo e del Giappone nella Manciuria e in Corea.

All’inizio del 1904 i contrasti tra Russia e Giappone per la prevalenza nell’Estremo Oriente asiatico erano giunti a un punto di tensione che lasciava prevedere lo scoppio delle ostilità. Dopo un infruttuoso scambio di note diplomatiche, i Giapponesi, forti dell’appoggio della Gran Bretagna e dell’acquiescenza degli USA, senza previa dichiarazione di guerra attaccarono la flotta russa a Port Arthur (8-9 febbraio 1904). Il 1° maggio successivo batterono i Russi sul fiume Yalu, costringendoli alla ritirata, e alla fine del mese assediarono Port Arthur; il 10 agosto affondarono gran parte della flotta zarista di stanza in quel porto e quattro giorni più tardi anche quella di Vladivostok. Infine attaccarono i Russi sulla terraferma, sconfiggendoli presso Liaoyang (24 agosto - 4 settembre). Dopo la capitolazione di Port Arthur (2 gennaio 1905), l’esercito zarista subì una serie di sconfitte, culminate nella disfatta di Mukden (10 marzo), e fu costretto a una rapida ritirata verso il nord. Intanto il governo russo, non potendo utilizzare la flotta del Mar Nero a causa delle convenzioni internazionali che vietavano alle navi da guerra il transito attraverso gli Stretti, inviò in Estremo Oriente la flotta del Baltico. Il 20 maggio la flotta russa entrò nel Mar Orientale della Cina e il 27 nello stretto di Tsushima subì una drastica sconfitta che pose fine alla guerra. Con il trattato di pace di Portsmouth (5 settembre 1905) la Russia riconosceva la preponderanza giapponese in Corea, cedeva al Giappone l’affitto sulla penisola del Liaodong, con le basi di Dairen e Port Arthur, e la parte meridionale dell’isola di Sachalin.

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