IZAR, Guido

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 62 (2004)

IZAR, Guido

Giuseppina Bock Berti

Nacque a Milano l'8 nov. 1883 da Antonio, originario dei Pirenei, e da Adele Bellani. Dopo aver concluso gli studi superiori, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Pavia, ove fu allievo interno presso l'istituto di patologia speciale medica dimostrativa diretto da L. Devoto. Nello stesso istituto - alla cui direzione era succeduto l'allievo di Devoto, M. Ascoli -, subito dopo la laurea, conseguita l'8 luglio 1908, entrò a far parte dell'organico come secondo assistente, avviandosi così alla carriera accademica. Quando Ascoli, nel 1910, assunse la direzione dell'Istituto di patologia speciale medica e medicina interna dell'Università di Catania, l'I. lo seguì, e, conseguita nel 1911 la libera docenza in patologia medica, svolse funzioni di aiuto per lunghi anni. Durante il primo conflitto mondiale fu chiamato a dirigere, col grado di capitano medico, il laboratorio batteriologico di Villa Vicentina.

Nel 1926, l'I. vinse il concorso a cattedra di patologia medica bandito dall'Università di Sassari e fu chiamato in quella di Messina, ove divenne titolare degli insegnamenti di patologia speciale medica e clinica medica con direzione dei relativi istituti. Ordinario nel 1929, qui insegnò poi stabilmente e diresse la clinica medica generale e terapia medica per dieci anni. In questa stessa Università dall'anno accademico 1932-33 inaugurò, nell'ambito dell'insegnamento della clinica medica generale, un corso libero di medicina del lavoro, specialità che aveva coltivato alla scuola di Devoto. Chiamato nell'anno accademico 1939-40 dalla facoltà medica di Siena a succedere a E. Greppi nella direzione della cattedra di clinica medica generale e terapia medica, in tale sede l'I. concluse la sua carriera didattica: fuori ruolo dal 1° nov. 1954, la facoltà medica, su parere favorevole del ministero della Pubblica Istruzione, gli conferì l'incarico di un corso monografico di terapia medica fino al 1° nov. 1959, quando fu collocato a riposo per raggiunti limiti di età.

All'attività didattica e clinica l'I. affiancò una costante e proficua operosità scientifica: dall'esperienza quotidiana dello studio del malato seppe trarre gli spunti più significativi per l'impostazione di ampi temi generali di ricerca, che affrontò con metodo sperimentale. Autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche, si occupò di svariati argomenti di patologia e di clinica medica.

Una particolare attenzione dedicò ad alcuni problemi di biochimica e di patologia clinica: dopo una prima ricerca, pubblicata in collaborazione con Ascoli quando era ancora studente (Intorno all'azione di colloidi inorganici sull'autolisi, in Boll. della Società medico-chirurgica di Pavia, XXI [1907], pp. 828 s.), dimostrò sperimentalmente che la capacità posseduta dalla polpa del fegato di distruggere l'acido urico è strettamente dipendente dalla presenza di ossigeno, in mancanza del quale la reazione, anche completamente avvenuta, regredisce al punto di partenza (Riformazione quantitativa, in estratti di fegato, di acido urico aggiunto e distrutto, in Biochimica e terapia sperimentale, I [1909-10], pp. 5-13, in collab. con M. Ascoli); definì, con numerosi riscontri fisiopatologici sull'uomo, il ruolo acceleratore dell'autolisi epatica svolto da alcuni idrosoli inorganici (Sull'azione biologica di alcuni idrosoli inorganici, ibid., pp. 74-131); studiò l'effetto esercitato da composti metallici sul ricambio azotato, mettendo in luce, in particolare, l'aumento, anche notevole, dell'azoto urinario determinato dal mercurio (Azione di idrosol e sali d'argento nel ricambio azotato, ibid., pp. 145-168; Influenza di alcuni composti di mercurio sul ricambio azotato, ibid., pp. 309-326); sempre in collaborazione con Ascoli fornì la dimostrazione sperimentale, e ne dette comunicazione in numerose sedute presso la Società medico-chirurgica di Pavia, che il processo di uricopoiesi si svolge a opera di un fermento contenuto nel sangue e di un cofermento presente nel fegato e nella milza, e non nel rene (Contributi alla conoscenza dell'uricopoiesi, ibid., pp. 241-246, 358-367, 462-466, 503-511).

Un settore che attrasse in modo particolare l'attenzione dell'I. fu quello della sierologia: a un primo lavoro sul siero dei soggetti affetti da sifilide (Su di una proprietà specifica del siero dei sifilitici, ibid., pp. 544-547), l'I. fece seguire una serie di pubblicazioni relative a una reazione messa a punto con Ascoli - la cosiddetta reazione meiostagmica o meiostagminica - per la sierodiagnosi di varie altre malattie infettive, di alcune parassitosi (La reazione meiostagmica nella tubercolosi, febbre tifoide, anchilostomiasi, cisti da echinococco, ibid., II [1910-11], pp. 81-84) e soprattutto dei tumori (La reazione meiostagminica nei tumori maligni, ibid., pp. 1-6; La reazione meiostagmica, ibid., pp. 223-228). La metodica, subito nota negli ambienti sanitari nazionali ed esteri come un prezioso sussidio diagnostico in campo oncologico, si basava sul fenomeno fisico e fisico-chimico della precipitazione di particolari sostanze presenti nel siero di sangue dei soggetti portatori di tumori correlate all'esaltato ricambio lipoideo dei tumori stessi e rappresentava una vera reazione immunologica in grado di svelare l'esistenza di una neoplasia (La sierodiagnosi dei tumori maligni con la reazione meiostagmica, ibid., pp. 322-331, in collab. con M. Ascoli; Sierodiagnosi del cancro, in La Riforma medica, XLII [1926], pp. 697-700; si veda anche Enc. Italiana, XXII, pp. 782 s., s.v. Meiostagmica, reazione).

Notevole interesse dedicò l'I. allo studio delle malattie infettive (Mutazioni morfologiche culturali e biologiche in vitro e in vivo del micrococco di Bruce per azione dei sali di chinino, in La Riforma medica, XXXII [1916], pp. 848 s.; Osservazioni sulla meningite cerebro-spinale epidemica, in Annali di clinica medica, VIII-IX [1917], pp. 1-24; Sui fattori determinanti le variazioni di agglutinabilità del micrococco di Bruce, in Boll. della Società di biologia sperimentale, I [1926], pp. 31-33; Sulla terapia della brucellosi, in Progressi di terapia. Riv. medica mensile, XI [1933], pp. 370-377; Onde corte e brucellosi umana, in Gazz. medica lombarda, XCIII [1934], 8, pp. 1 s.; Sifilide polmonare, in La Riforma medica, LXXIX [1965], pp. 141-144) e parassitarie, in particolare della leishmaniosi all'epoca molto diffusa in Sicilia (La leishmaniosi viscerale nell'adulto in Italia, ibid., XLVI [1930], pp. 1575 s.) e soprattutto della amebiasi cosiddetta "nostrale", spesso di difficile individuazione e diagnosi differenziale nei climi temperati (Sulla dissenteria da amebe, in Ann. di clinica medica, V [1914], pp. 271-282; Reperto anatomo-patologico di un caso di ascesso epatico consecutivo a dissenteria da Entamoeba tetragena, ibid., pp. 284-297, in collab. con C. Basile; Forme rare di amebiasi latente e cronica, in Il Morgagni, LXIV [1921], 4, pp. 120-124; Sulla patogenesi dell'epatite amebica, in Annali di clinica medica, XV [1925], pp. 231-244; Sui mezzi di esplorazione diretta del fegato nell'amebiasi epatica colliquata, in Rass. internazionale di clinica e terapia, VI [1925], pp. 145-154; Amebiasi infantile, in La Riforma medica, XLVIII [1932], pp. 1435 s.; Colecisti e amebiasi, in Biologia e medicina, VIII [1932], pp. 337-345; Acetilarsano e amebiasi intestinale, in Rass. internazionale di clinica e terapia, XX [1939], pp. 794-798).

L'I. si occupò di vari settori della medicina interna, recando contributi di ordine patogenetico, diagnostico e terapeutico (Epatoterapia e funzione splenica, in La Riforma medica, XLVI [1930], pp. 1267-1269, in collab. con U. Polerà; Particolare comportamento dei leucemici alla roentgenterapia con impregnazione di thorotrast, ibid., XLIX [1933], pp. 703-708, in collab. con E. Castronovo; Sull'esame della contrattilità splenica, in Rass. internazionale di clinica e terapia, XX [1939], pp. 5-8; Ipertensione solitaria con esito in nefroangiosclerosi maligna, ibid., pp. 256-261; Nefrosclerosi da arteriosclerosi in saturnismo cronico, in Gazz. degli ospedali e delle cliniche, LXII [1941], pp. 295-297; Pneumotorace spartaneo, ibid., LXIII [1942], pp. 3-8; Sulla terapia medica della calcolosi urinaria, in La Riforma medica, LXIII [1949], pp. 1 s.) con particolare riguardo al metabolismo e alle malattie del ricambio (Influenza delle iniezioni di proteine eterogenee ed estratti di organi sul tasso glicemico, in Biochimica e terapia sperimentale, XI [1924], pp. 429-435, in collab. con M. Termini - P. Moretti; Azione delle piccole dosi di zucchero sulle reazioni serologiche, I, Azione sulle proprietà devianti e agglutinanti, ibid., pp. 468-478, in collab. con S. Fortuna; Insulina, lecitina, colesterina e ricambio idrocarbonato, in Il Policlinico. Sez. pratica, XL [1933], pp. 883 s., in collab. con G. Caizzone; Sui rapporti tra glicemia, azotemia e cloruremia, in Rass. internazionale di clinica e terapia, XIX [1938], pp. 1023-1026; Lysopanket diabète, in Polylysatothérapie, Milano 1950, pp. 135-141; Le neuropatie diabetiche, in La Riforma medica, LXXIX [1965], 11, pp. 281-284).

Dell'I. debbono ancora essere ricordati la collaborazione a Medicina interna. Manuale pratico per medici e studenti (per cura di A. Ceconi - F. Micheli), con la trattazione di alcune malattie infettive e parassitarie (malaria, febbre ittero ematurica, tripanosi, leishmaniosi, spirochetosi, amebiasi, bartonellosi, rinosporidiosi) nel capitolo Malattie acute da infezione (I, Torino 1940, pp. 407-518); le monografie: Amebiasi (Catania 1922), con presentazione di A. Castellani; Uricemia: fisiopatologia-clinica (ibid. 1924); Guida alla storia clinica ed agli esami speciali (ibid. 1924); Metastasi amebiche (ibid. 1925), esauriente messa a punto della clinica dell'affezione con particolare riguardo alle epatiti e agli ascessi epatici, per la cui individuazione mise in evidenza il prezioso reperto semeiologico della ricerca di punti dolorosi negli spazi intercostali destri lungo la linea ascellare media, noti nella letteratura specialistica come "punti di Izar"; nonché i volumi Nosografia delle nostre colonie (Milano 1935), Lezioni di clinica medica (ibid. 1939), Patologia medica (Torino 1948).

Durante la sua permanenza a Catania l'I. fondò nel 1916 un Club medico-culturale e nel 1921 un Dispensario antitubercolare per reduci di guerra. Aveva aderito al partito fascista: a Messina ricoprì la carica di fiduciario della sezione professori universitari dell'Associazione fascista della scuola. A Siena fu presidente del locale Comitato provinciale dei donatori di sangue e direttore della Scuola professionale per infermieri. Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Corona d'Italia, gli furono conferite la medaglia di bronzo ai benemeriti della Sanità pubblica e, nel 1923, la medaglia d'oro al merito clinico del "premio Baccelli".

L'I. morì a Siena il 15 ag. 1967.

Membro di numerose accademie e società scientifiche, fu vicedirettore della sezione delle scienze biologiche dell'Accademia Gioenia di scienze naturali di Catania e, nel 1949, presidente dell'Accademia dei Fisiocritici di Siena.

Nel 1908 aveva sposato Margherita Marini, dalla quale ebbe l'unica figlia Lia.

Fonti e Bibl.: Necr., in Annuario dell'Università degli studi di Siena, a.a. 1966-67, Siena 1967, p. 366; Annuario degli Istituti scientifici italiani, Roma 1918, pp. 389 s.; Flockungs-Trübungsreaktion, in Klinische Wochenschrift, III (1924), p. 360; Prof. G. I., in Riv. di terapia moderna e medicina pratica, XX (1929), pp. 28 s.; Il prof. G. I., in Acta medica Italica, III (1936), 1, pp. 81-88; P. Rondoni, Il cancro. Istituzioni di patologia generale dei tumori, Milano 1946, p. 798; L. Sterpellone, Eponimia medica, Roma 1976, p. 222; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte [1880-1930], I, München-Berlin 1962, pp. 690 s.

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