Farel, Guillaume

Dizionario di Storia (2010)

Farel, Guillaume


Riformatore francese (Gap, Delfinato, 1489-Neuchâtel, Svizzera, 1565). Studiò a Parigi, e subì presto l’influenza dell’umanesimo religioso di Lefèvre d’Étaples; deciso e conseguente, tentò subito, d’accordo col vescovo G. Briçonnet, di riformare la Chiesa di Meaux; ma la sua aspra polemica contro il culto della Vergine e dei santi fece fallire il tentativo e costrinse il vescovo a esiliarlo. Cominciò così la sua vita di predicatore itinerante: nel 1523 fu a Basilea, ospite di Ecolampadio, ma ne venne espulso (1524) per la violenza della sua predicazione; vagò ancora per la Svizzera francese, e incontrò Zwingli. Partecipò alla riunione di Berna (1528), predicò in molti posti con grande foga, riuscì a creare dappertutto nuclei di riformati; nel 1532 partecipò con A. Saunier e l’Olivetano al sinodo valdese di Cianforan. Lo stesso anno fu a Ginevra: espulso, vi ritornò, e qui per molti anni esercitò la sua attività; abile e impetuoso ebbe successo e nel 1537 ottenne persino, per sé e i fratelli, il diritto di cittadinanza. Poi comparve Calvino, che F. sostenne nelle prime lotte e col quale fu anche esiliato; poi, poco a poco, accanto alla personalità del nuovo riformatore, la figura di F. venne perdendo rilievo e colore. Staccandosi da Zwingli, egli finì con l’accogliere la teologia di Calvino: e ritiratosi a Neuchâtel (1552) vi stabilì una Chiesa di tipo strettamente calvinista.

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