GUINEA BISSAU

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)

GUINEA BISSAU (prima del 1973: guinea portoghese)

Aldo Albonico

Storia. - La G. Bissau, a differenza dell'Angola, non ha subito negli ultimi lustri alcuna modifica essenziale nella struttura economico-sociale, che resta legata alle tradizionali culture e comunità agricole indigene. Le forme economiche capitalistiche, concentrate intorno alla principale compagnia coloniale portoghese, la União Fabril, si basavano, prima dell'indipendenza, soprattutto sul commercio, sia di esportazione dei prodotti tropicali, sia d'importazione di generi alimentari e manufatti, con una bilancia commerciale in costante passivo (nel 1971, 822 milioni di escudos). Sebbene ancora principale cliente, l'area portoghese è in costante flessione; l'Italia è il secondo interlocutore commerciale della G. Bissau. Il paese seguì l'evoluzione amministrativa delle altre province d'oltremare, ottenendo nel 1972 un nuovo statuto che concedeva una maggiore anche se limitata autonomia attraverso l'istituzione di un'Assemblea legislativa (17 membri eletti) e di una Giunta consultiva quali organi coadiutori del governatore portoghese. Qualche progresso si ebbe anche nel sistema sanitario e in quello dell'istruzione (la percentuale di scolarizzazione risultava più bassa che negli altri territori portoghesi in Africa: nel 1972 si contavano 308 scuole, di cui 304 per l'insegnamento elementare).

Tali riforme vennero stimolate dall'opposizione armata di gruppi di colore indipendentistici, che legarono le sorti della G. a quelle delle Isole del Capo Verde a seguito della forte presenza d'immigrati isolani nel continente. Fondato nel settembre 1956 da A. Cabral, il PAIGC (Partido Africano da Independência da Guiné e Cabo Verde), dopo alcuni tentativi di lotta legale tra la popolazione urbana delle Isole, decise di passare all'azione diretta nelle zone di campagna. L'attacco alla caserma di Tite, il 23 gennaio 1963, innescò un conflitto di vaste proporzioni che costrinse il Portogallo a portare le proprie forze, nel 1968, a 30.000 uomini sotto il comando del generale A. de Spínola, con un bilancio di spese militari aggirantesi intorno ai 200 milioni di escudos. Appoggiata fortemente dalla Guinea, la lotta militare del PAIGC (5000 uomini secondo fonti portoghesi) si accompagnava alla propaganda antimperialistica e anticolonialistica e al tentativo di creare, nelle zone liberate, una struttura economica alternativa attraverso la sostituzione delle tradizionali colture coloniali di esportazione con altre più rispondenti alle necessità di consumo locali. Dopo aver annunciato che elezioni popolari si erano tenute nelle zone liberate tra l'agosto e l'ottobre 1972, e nonostante l'assassinio di A. Cabral avvenuto nel gennaio 1973, il PAIGC proclamò unilateralmente l'indipendenza il 24 settembre 1973.

La nuova repubblica, limitata a due terzi del territorio e presieduta da L. Cabral, fu riconosciuta dall'ONU oltre che da una quarantina di stati, socialisti o non-allineati. Il successo della lotta armata, maggiore che negli altri territori d'oltremare anche per l'inesistenza di grandi interessi economici e dei condizionamenti politici presenti invece nell'Africa australe, fu riconosciuto dagli esponenti della rivoluzione interna portoghese del 25 aprile 1974: la legge del 10 luglio sul diritto all'indipendenza delle province d'oltremare e gli accordi di Algeri del 26 agosto tra il ministro degli Esteri portoghese Soares e il rappresentante del PAIGC, Pedro Pires, sancirono l'indipendenza della Guinea-Bissau e il suo riconoscimento in quanto stato sovrano dal 10 settembre 1974. L'unione con le Isole del Capo Verde - divenute, il 5 luglio 1975, una repubblica indipendente, in cui sono al potere esponenti del medesimo partito al governo nella G.-Bissau, il PAIGC - è per ora soltanto auspicata, a causa sia delle differenze sociali e razziali esistenti tra i due paesi sia dell'importanza strategica di quelle isole atlantiche.

Bibl.: Un principe en péril, Les Nations Unies et les territoires sous administration portugaise, New York 1970; Anuário Comercial de Portugal, Portugal Exporter, Lisbona 1974; PAIGC, História: A Guiné e as ilhas de Cabo Verde, Porto 1974; A. Humbaraci, N. Muchnik, Portugal's African wars, Londra 1974.

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