GUINEA

Enciclopedia Italiana - VI Appendice (2000)

Guinea

Anna Bordoni e Paola Salvatori
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(App. III, i, p. 801; IV, ii, p. 124; V, ii, p. 543)

Geografia umana ed economica

di Anna Bordoni

Popolazione

L'accrescimento demografico del paese prosegue intenso, soprattutto a causa dell'elevato tasso di natalità, ancora superiore al 40‰: al censimento del 1992 gli abitanti erano risultati 5.600.000; nel 1998, secondo una stima, sarebbero saliti a 7.337.000. La distribuzione della popolazione è stata, e in parte è tuttora, influenzata dall'ambiente naturale e soprattutto dal clima, per cui le pendici del Futa Gialon hanno densità doppie rispetto alla media dell'intero paese, mentre in alcune aree malsane della costa e in alcune inospitali zone dell'interno si scende al di sotto dei 10 ab./km². A partire dal periodo coloniale e ancora di più in anni recenti, sono intervenuti fattori economici a condizionare la formazione delle aree di maggiore addensamento, che coincidono oggi con i più importanti distretti agricoli e minerari e con l'area urbanizzata intorno alla capitale, Conakry.

La popolazione appartiene a etnie diverse: i Fulbe (oltre il 40%, diffusi soprattutto nella G. centrale), i Malinké (26%, prevalenti nella parte settentrionale del paese), i Sussu (11%, prevalenti nelle aree costiere), i Kissi (6%) e altre ancora.

Condizioni economiche

L'economia della G., contrassegnata per lungo tempo da un modello di sviluppo socialista, con nazionalizzazione delle terre e delle miniere, riorganizzazione dell'agricoltura su base collettivista e rigida pianificazione, risente ancora oggi di tale impostazione, nonostante che a partire dalla metà degli anni Settanta si siano registrati i primi segni di un lento processo di liberalizzazione economica e di una cauta apertura verso l'Occidente. Un'ulteriore svolta si è avuta nel 1984, allorché, con la fine dell'esperienza marxista, la G. ha modificato la sua strategia economica, restituendo le terre espropriate ai privati, favorendo gli investimenti stranieri e avviando - sotto gli auspici degli organismi finanziari internazionali - un riassetto globale dell'organizzazione economica, la quale ha, tuttavia, comportato alti costi sociali. Il cambiamento di rotta ha favorito, nella prima metà degli anni Novanta, un certo miglioramento di alcuni indicatori macroeconomici: il PIL è aumentato del 4,4% nel 1995 e un analogo incremento ha contrassegnato il 1997, l'inflazione è stata notevolmente ridotta (5,4% nel 1995), e tutti i settori produttivi risultano in crescita. Tuttavia la difficoltà di riscossione delle imposte, in un paese dove l'economia è in gran parte sommersa, ha aggravato il disavanzo pubblico, salito all'8,6% del reddito nazionale. Anche il debito estero è ancora molto elevato e alla fine del 1997 corrispondeva a 3,5 miliardi di dollari, a fronte di un PIL di 3,9 miliardi di dollari.

L'agricoltura utilizza quasi i tre quarti della forza lavoro e contribuisce per poco più di un quarto alla formazione del PIL; fornisce prodotti destinati al consumo interno (manioca, mais e sorgo) e altri prevalentemente o totalmente destinati all'esportazione (banane, arachidi, caffè). Tuttavia, malgrado i buoni progressi del settore, il paese non ha ancora raggiunto l'autosufficienza alimentare e annualmente è costretto a importare circa 335.000 t di cereali. L'allevamento, praticato ancora solo in aree limitate, ha segnato qualche progresso, almeno per quanto riguarda i bovini, grazie a tecniche più moderne.

La maggiore ricchezza del paese è rappresentata dalla bauxite, di cui la G. è il secondo produttore del mondo (14,4 milioni di t. nel 1995) con riserve che oscillano tra un terzo e un quarto del totale mondiale delle riserve accertate. Il minerale viene per la massima parte esportato (assicura il 90% delle entrate valutarie del paese) e solo in misura modesta è trasformato localmente in allumina. Esiste poi un potenziale minerario (ferro, oro e diamanti) e idraulico ancora poco sfruttato; i maggiori distretti auriferi e diamantiferi sono situati nella sezione orientale del paese, con riserve di 140.000 t per l'oro e di 35÷200 milioni di carati per le pietre preziose, di cui il 45÷60% diamanti.

L'industria è limitata a modesti impianti di trasformazione dei prodotti agricoli e della pesca, e le possibilità di crescita del settore trovano un ostacolo nella mancanza di capitale, nella scarsità di energia elettrica e nella carenza delle vie di comunicazione, tuttora in larga misura centrate sul traffico fluviale.

Nel corso degli anni Settanta e Ottanta lo squilibrio tra esportazioni (bauxite, allumina, caffè, oro e diamanti) e importazioni (tessuti, macchinari, veicoli, petrolio, cereali) si è progressivamente attenuato, e oggi la bilancia commerciale è divenuta attiva: i principali clienti della G. sono gli Stati Uniti (31%), la Francia, la Spagna e l'Irlanda; il suo maggiore fornitore la Francia (18%), seguita dalla Costa d'Avorio (16%), dagli Stati Uniti, dal Belgio e dal Giappone.

bibliografia

M. Gaud, Guinée 1994: au-delà de Conakry, in Afrique contemporaine, 1995, 73; M. Binns, Guinea, Oxford-Santa Barbara (Calif.) 1996; E. Gerardeux, M. Kourouma, La culture cotonnière en Haute-Guinée, in Agriculture et développement, 1998, 17, pp. 60-68.

Storia

di Paola Salvatori

Passata dal regime coloniale francese (abolito nel 1958) al governo autoritario di Sékou Touré (durato fino alla morte di questi, nel 1984), la G. stentò negli anni successivi a imboccare la via delle riforme. La transizione a un governo democratico, annunciata dal regime militare di L. Conté al momento del colpo di Stato (1984), risultò infatti estremamente lenta, salvo subire un'accelerazione agli inizi degli anni Novanta, in seguito all'acutizzarsi delle manifestazioni di protesta della popolazione, pesantemente penalizzata dall'introduzione di misure economiche restrittive e dalla privatizzazione di importanti settori industriali che avevano determinato una crescita della disoccupazione.

Ad alimentare le proteste, susseguitesi nel corso del 1991 e del 1992 e duramente represse dalle forze dell'ordine, furono in realtà soprattutto i ceti medi, ai quali era venuta meno, in seguito ai tagli governativi, la tradizionale sicurezza di trovare un impiego nell'amministrazione dello Stato. Quest'ultima, dal canto suo, continuò a essere caratterizzata dall'inefficienza e dalla corruzione, vanificando in parte gli sforzi del governo di stabilizzare un'economia di mercato in grado di attirare i capitali stranieri. Ad accrescere il malessere sociale contribuì anche il permanere di una forte discriminazione etnica a vantaggio dell'etnia Sussu, cui apparteneva lo stesso Conté, alla quale erano di fatto riservati gli incarichi ministeriali e militari.

Per fronteggiare l'acutizzarsi delle tensioni, il governo decise di anticipare le riforme politiche e nel dicembre 1993 si tennero le prime elezioni presidenziali multipartitiche: Conté, candidatosi per il Parti de l'unité et du progrès (PUP), espressione politica dei militari al potere, riuscì a prevalere sui rappresentanti delle forze di opposizione (raggruppate principalmente intorno al Rassemblement populaire guinéen, RPG, all'Union pour la nouvelle république, UNR, e al Parti pour le renouveau et le progrès, PRP), le quali, frammentate e discordi, erano state incapaci di esprimere una candidatura unica. Le successive elezioni del giugno 1995, il cui esito fu contestato dai partiti di opposizione, confermarono il predominio del PUP, che conquistò 71 dei 114 seggi dell'Assemblea Nazionale (19 seggi furono conseguiti dal RPG, 9 dal PRP e 9 dall'UNR); la situazione politica rimase estremamente precaria e nel febbraio 1996 venne sventato un nuovo pronunciamento militare. Nel tentativo di normalizzare la situazione, Conté decise di procedere sulla via delle riforme chiamando due esponenti della società civile ad assumere la carica di primo ministro (luglio 1996) e di ministro degli Interni (novembre 1997); ciò, tuttavia, non modificò sostanzialmente i rapporti con le forze di opposizione che rimasero estremamente conflitturali. Nel settembre 1998, in vista delle elezioni presidenziali, l'UNR e il PRP decisero di unificarsi e diedero vita all'Union pour le progrès et le renouveau, UPR. Il loro candidato, M. Bath, fu tuttavia sconfitto da Conté che in dicembre venne nuovamente eletto presidente. Sul piano internazionale divennero sempre più intense, in questi anni, le relazioni con la Francia, sia sul piano economico sia su quello degli aiuti militari.

bibliografia

N. Bari, Chroniques de Guinée. Essai sur les années '90, Paris 1994.

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