Barzizza, Guiniforte

Enciclopedia Dantesca (1970)

Barzizza, Guiniforte

Pier Giorgio Ricci

, Figlio dell'umanista Gasparino, nacque in Pavia al principio del 1406 e morì a Milano nel 1463, dopo un'onorata vita di cortigiano, prevalentemente presso i Visconti. Intorno al 1440 ebbe dal duca Filippo Maria Visconti l'incarico di stendere un nuovo commento in volgare della Commedia. Non sappiamo se egli l'abbia terminato; ma ci resta la parte riguardante l'Inferno, preceduta da una lettera in latino a Giovanni d'Abbiate, cortigiano del duca.

Il commento ci è stato conservato da due manoscritti:della Nazionale di Parigi (lt. 1469 e It. 2017), e con l'aiuto dei medesimi pubblicato nel 1838 dal romagnolo G. Zaccheroni, il primo rappresentante del collegio di Imola nel Parlamento italiano. S'avverta peraltro che l'edizione venne condotta prima che entrasse nella Nazionale di Parigi il secondo manoscritto, trovato dal filologo marsigliese Gaston De Flotte " sulle rive della Dordogna, in antico castello, tra i rimasugli di vecchie tele ", secondo la testimonianza dello Zaccheroni, e in tristissime condizioni ridotto. Esemplare di gran pregio, in origine ricco di tre illustrazioni miniate per ciascun canto, era infatti stato " trastullo un tempo di ragazzi, che, mutilandone le figure, lo fecero in brani ". Tale lo stato del codice quando capitò tra le mani dello Zaccheroni, che per suo conto ne aggravò le condizioni, privandolo di altre ventun carte, contenenti altrettante miniature, oggi conservate, per suo lascito, nella Biblioteca Comunale di Imola. Né l'edizione accrebbe i meriti dello Zaccheroni, reo di aver " cacciate le mani nel suo testo, correggendo a suo capriccio, aggiungendo del proprio, sopprimendo ciò che a lui non piaceva ".

Il testo della Commedia, sul quale il B. condusse la sua esposizione, sembra discendere dai manoscritti della tradizione β e, più precisamente, da quelli del ramo e; ma, profondamente alterato e corrotto, non sembra possa recare alcuna testimonianza interessante. D'altra parte il commento non contiene alcunché di nuovo, né ha caratteri originali. V'è palese l'intento di illustrare il testo sotto l'aspetto storico, filosofico, teologico, chiarendone l'allegoria; ma per lo più si tiene al solo transunto letterale. Anzi, v'è da osservare che le illustrazioni storiche sono spesso rese manchevoli da certe preoccupazioni morali del B., il quale, nell'intento di evitare ogni scandalo, più volte confessa di non aver citato nomi che potevano rinnovare odio o recare infamia ad alcun discendente dei personaggi ricordati da Dante. S'aggiunga che le illustrazioni storiche mancano tra loro di proporzione: fin troppo estese quando si tratti di personaggi mitologici, biblici, classici, e per contro brevissime e inefficaci quando si tratti di personaggi vicini a D.; onde è da confessare che il commento del B. riesce, per questo rispetto, di gran lunga inferiore a quelli trecenteschi, dei quali largamente tuttavia si valse.

Bibl. - Lo Inferno della Commedia di D. A. col commento di Guiniforto delli Bargigi, tratto da due manoscritti inediti del secolo decimo quinto, con introduzione e note dell'avvocato Giuseppe Zaccheroni, Marsiglia-Firenze 1838; edizione aspramente giudicata da G. Finazzi, Di G. B. e di un suo commento sull'Inferno di D. recentemente pubblicato, Bergamo 1845, e da E. Lamma, Del commento all'Inferno di G.B. e di un ignoto manoscritto di esso, in " Giorn. d. " III (1896) 112-124, 148-162, 287-314. I due manoscritti che ci hanno conservato il commento sono stati descritti da L. Auvray, Les manuscrits de D. des Bibliothèques de France, Parigi 1892, 112-127; cfr. anche A. Marsand, I manoscritti italiani della Regia Biblioteca parigina, ibid. 1835-38, n 747, e G. Mazzatinti, Inventario dei manoscritti italiani delle biblioteche di Francia, Roma 1886-88, 1237, e anche E. Pellegrin, La Bibliothèque des Visconti et des Sforza, Parigi 1955, 392. Per le carte trattenute dallo Zaccheroni e poi donate alla Biblioteca comunale di Imola, cfr. R. Galli, I manoscritti e gli incunaboli della biblioteca comunale di Imola, Imola 1894, 32; delle quali carte dette un'edizione diplomatica il Lamma, già cit. Delle miniature che ornano il secondo codice parigino venne dato un primo saggio nel 1895, ma la riproduzione completa delle sopravvissute s'ebbe soltanto dopo il rinvenimento di quelle che erano rimaste in mano dello Zaccheroni: Une illustration de l'Enfer de D.: LXXI miniatures du XVe siècle. Réproduction en phototypie et description par C. Morel, etc., Parigi 1896. La lettera a Giovanni d'Abbiate, trascurata dallo Zaccheroni, si può leggere in Gasperini Barzizii bergomatis et Guiniforti filii opera, Roma 1723, II 76, e in Auvray, Cit., 170-175.

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