Blobel, Günter

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Biologo cellulare e molecolare tedesco naturalizzato statunitense (Waltersdorf, od. Niegoslawice, Polonia, 1936 - New York 2018).

Vita

Laureatosi in medicina presso l'Università di Tubinga (1960), lasciò successivamente la Germania per trasferirsi negli Stati Uniti, dove conseguì il PhD presso la University of Wisconsin, Madison, nel 1967. Nel corso dello stesso anno entrò nella Rockefeller University di New York, dove iniziò la sua collaborazione con il gruppo di G. Palade che, da un paio di decenni, stava studiando la struttura delle cellule e i principi che regolano il trasporto all'esterno delle cellule delle proteine neosintetizzate (queste ricerche fecero conseguire a Palade il premio Nobel per la medicina o la fisiologia nel 1974). B. ha seguito la tradizione degli studi del laboratorio di Palade e ha dimostrato che le proteine destinate a essere trasportate all'esterno della cellula contengono un segnale intrinseco che le guida verso e attraverso la membrana cellulare. Le ricerche di B., per le quali gli è stato conferito, nel 1999, il premio Nobel per la medicina o la fisiologia, hanno avuto grande importanza nella ricerca biomedica. La comprensione dei processi mediante i quali le proteine, dopo la sintesi, raggiungono le loro precise localizzazioni ha permesso di capire, per es., che il sistema immunitario usa segnali topogenici nella produzione di anticorpi e che in alcune malattie ereditarie il difetto è dovuto proprio a errori nei segnali di trasporto cellulare. B. ha devoluto l'intero ammontare del suo premio Nobel per la ricostruzione a Dresda della Frauenkirche e della Sinagoga, e per il restauro a Fubine Monferrato del suo centro storico. Nel 2000 il governo tedesco gli ha conferito il Grosse Bundesverdienstkreuz mit Stern. Nel 2001 è stato eletto all'Orden pour le Mérite.

Attività

Nel 1971 B. formulò la prima versione di quella che fu chiamata ipotesi del segnale. Basandosi su approfonditi esperimenti biochimici, nel 1975 stabilì che il segnale è formato da una sequenza di amminoacidi, parte integrante della proteina sintetizzata, e suggerì che la proteina appena sintetizzata sui ribosomi entrasse nel reticolo endoplasmatico attraverso un canale. Negli studi successivi, insieme ai suoi collaboratori, chiarì ulteriormente i vari passi di questo processo e confermò l'universalità dell'ipotesi del segnale, in quanto lo stesso meccanismo opera in cellule vegetali, animali e di lievito. Nel 1980 formulò il principio generale secondo cui ciascuna proteina presenta nella sua struttura intrinseca l'informazione necessaria per raggiungere la propria localizzazione, informazione che deriva da specifiche sequenze (dette segnali topogenici) atte a indicare se la proteina neosintetizzata debba raggiungere un particolare organello, essere trasportata all'esterno della cellula o rimanere integrata nella membrana cellulare.

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