Mahler, Gustav

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Compositore e direttore d'orchestra austriaco (Kaliště, Boemia, 1860 - Vienna 1911). Sensibile interprete di un mondo in crisi e prossimo alla dissoluzione, M. portò il linguaggio romantico a uno sviluppo estremo, aprendo la strada alla musica del Novecento. Artista dalla personalità problematica, come direttore d'orchestra raggiunse in vita una fama straordinaria, per il suo stile interpretativo nel quale introdusse criteri innovativi nell'orchestrazione, ma anche nella messa in scena e nella regia operistica. La valutazione della sua produzione come compositore fu invece spesso ostacolata da pregiudizi e incomprensioni, tanto che il suo apporto al rinnovamento del linguaggio musicale fu riconosciuto solo dopo il secondo conflitto mondiale. M. compose dieci sinfonie (di cui l'ultima incompiuta), caratterizzate da una ricerca timbrica e strumentale particolarmente innovativa e da una dilatazione fino a dimensioni insolite del numero dei movimenti, della loro durata e dell'organico impiegato; compose inoltre numerosissimi Lieder.

Vita

Allievo di J. Epstein, R. Fuchs e F. Krenn a Vienna, ove si diplomò nel 1878, iniziò nel 1880 a soli 20 anni l'attività direttoriale passando con crescente successo nei maggiori centri musicali europei; fu dapprima direttore del Hoftheater di Kassel, quindi nel 1886 a Praga, procedendo contemporaneamente nella sua attività di compositore che, iniziata con Das klagende Lied, proseguì con un primo ciclo di Lieder, i Lieder eines fahrenden Gesellen (1884) e la prima sinfonia Titan (1884-88). Chiamato a Lipsia per dirigervi un ciclo di opere wagneriane, entrò in piena rivalità con A. Nikisch; passò poi a Budapest (1888-91), quindi ad Amburgo, ove strinse amichevoli rapporti con H. von Bülow, di cui divenne successore nel 1893, avendo tra l'altro tra i primi discepoli Bruno Walter. Nel 1897, nominato direttore artistico del teatro dell'Opera Imperiale di Vienna, destò unanimi ed entusiastici consensi per le memorabili esecuzioni di opere sia del repertorio classico sia di nuovi compositori come Strauss, Wolf e Puccini. È di questi anni il periodo più fecondo della sua attività produttiva: nascono infatti la Quarta, la Quinta, la Sesta, la Settima e l'Ottava sinfonia, oltre a numerosi Lieder. Lasciata Vienna nel 1907, visse gli ultimi anni tra l'Austria e gli Stati Uniti, alternando l'attività di compositore a quella direttoriale, che gli procurò riconoscimenti negli ambienti musicali di tutto il mondo.

Opere

Artista dalla personalità problematica, M., che ottenne unanimi consensi per la sua attività di direttore, non vide invece subito riconosciuta la sua opera di compositore, la cui valutazione fu ostacolata da pregiudizi e incomprensioni d'ogni genere. A lungo considerato inattuale, la sua posizione storica andò poi gradualmente chiarendosi nell'ambito della tradizione del sinfonismo tedesco e l'importanza della sua opera cominciò a delinearsi dopo il secondo conflitto mondiale, venendo riconosciuto il suo apporto al rinnovamento del linguaggio musicale. Da allora il giudizio su M. è passato dal riconoscimento dei valori più genuini della sua concezione musicale a un'esaltazione talora eccessiva, restando aperto il problema di una definitiva chiarificazione del vero significato della sua opera, rappresentata da un patrimonio di composizioni ragguardevole, sia per la mole delle singole composizioni sovente caratterizzate da un grandioso dispiego dei mezzi espressivi, sia per gli indiscutibili valori poetici presenti in molte delle sue pagine più ispirate. Restano infatti 10 sinfonie (l'ultima, incompiuta, è stata ricostruita dal musicologo Deryck Cooke), cicli di liriche vocali-strumentali (Kindertotenlieder, Das klagende Lied, Das Lied von der Erde, Rückert Lieder, Des Knaben Wunderhorn, oltre ai già citati Lieder eines fahrenden Gesellen) e pagine minori. Nelle composizioni sinfoniche (ispirate a un oscuro pessimismo, ove, in un drammatico oscillare di sentimenti, la visione ironica e amara dell'esistenza viene a tratti contrapposta a un sommesso e intimo lirismo, che tende a sciogliersi in un malinconico canto di speranza) si rispecchiano i caratteri più eloquenti e sofferti dell'esasperata personalità romantica di M.; in esse peraltro, più che l'originalità o il gusto della tematica, accusate di sentimentalismo e banalità dei temi (accuse che trovarono uno strenuo oppositore in A. Schönberg), si fa ammirare la felicità espressiva e la novità della scrittura orchestrale, caratterizzata non soltanto dall'introduzione di nuovi impasti timbrici, ma da un'insolita e originalissima utilizzazione degli strumenti tradizionali. Idealmente ricollegate alla tradizione che, dai classici viennesi, conduce direttamente all'esperienza sinfonica di Brahms e di Bruckner, le sinfonie, che costituiscono il nucleo centrale dell'opera mahleriana, tendono all'enormità sia nella lunghezza dei movimenti sia nell'ampiezza dei mezzi adunati (ad eccezione della Quinta, Sesta e Settima esclusivamente strumentali e in cui non compaiono elementi programmatici concettuali, le sinfonie di M. si giovano anche dell'intervento di voci solistiche o corali); esse appaiono spesso legate a un intento programmatico e, secondo la concezione wagneriana per cui "la parola è il veicolo dell'idea musicale", si spiegano i costanti riferimenti a testi letterari, nonché a immagini di carattere figurativo. Raggiunto il vertice della potenza sonora nell'Ottava sinfonia, la cosiddetta Sinfonia dei Mille per l'eccezionale organico in cui un'immensa orchestra viene contrapposta a un doppio coro, M. ha lasciato nel ciclo Das Lied von der Erde, ispirato a liriche cinesi, una delle sue pagine più ispirate e poeticamente sentite. Non meno vigorosa, seppure stilisticamente diversa dalle precedenti composizioni per la semplificazione dei mezzi espressivi, si rivela la Nona sinfonia, opera in cui si avverte quasi un presagio di morte. Soprattutto in queste ultime composizioni, nella cosiddetta Trilogia della morte o del commiato, ove pare si possano cogliere i presentimenti della tragedia del primo conflitto mondiale e del crollo dell'impero asburgico, M., mediante una scrittura armonica rivoluzionaria, è pervenuto al superamento e alla disintegrazione del linguaggio musicale romantico. Considerato all'epoca "inattuale", in confronto a R. Strauss, solo in tempi relativamente recenti a M. è stato riconosciuto il ruolo di antesignano della musica del Novecento, ovvero di "attuale" scopritore di nuovi importanti orizzonti musicali.

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