HADRUMETUM

Enciclopedia dell' Arte Antica (1973)

Vedi HADRUMETUM dell'anno: 1960 - 1973 - 1995

HADRUMETUM (v. vol. iii, p. 1084)

H. Slim

È probabilmente una delle prime città che i Fenici fondarono sulle rive dell'Africa settentrionale. Posteriore ad Utica, è verisimilmente più antica di Cartagine e si crede perfino che possa risalire fino all'XI sec. a. C. Oggi questa città antica è quasi totalmente coperta dalle costruzioni di Sousse, l'erede moderna. Non può dunque rivelare che pochi elementi capaci di chiarire il suo lontano passato. Continuiamo perciò ad ignorare la data precisa della sua fondazione, il significato del suo nome e i dettagli della sua evoluzione durante i primi tempi.

Tuttavia nonostante tutte queste lacune, le nostre conoscenze su Ha. sono progredite considerevolmente durante l'ultimo decennio grazie alle scoperte archeologiche di L. Foucher, e soprattutto all'importante studio che egli ha dedicato alla storia e ai monumenti antichi di questa città.

Le più antiche testimonianze archeologiche riguardanti la città fenicia sono state raccolte nel tophet e non risalgono oltre il VII sec. a. C. Pare del resto che la città agli inizî si sia impiantata vicino al fiume e abbia utilizzato come necropoli le pendici della collina. Alla sommità di quest'ultima nella Kasbah dove è installato il museo, si è scoperta di recente una tomba punica della fine del III sec. a. C. Questa tomba comprende due camere funerarie alle quali si accede da pozzi e ha restituito un corredo molto ricco (askòs, guttus, ceramiche varie).

Prima di raggiungere l'apogeo sotto gli Antonini e i Severi, la città conobbe una storia ricca di avvenimenti, ma spesso molto tormentata. Fu saccheggiata da Agatocle. Servì di base ad Annibale quando, sbarcando dall'Italia si apprestava ad attaccare Scipione. Ottenne da Roma lo statuto di città libera per essersi staccata da Cartagine in occasione della terza guerra punica. Cesare le inflisse una grossa ammenda quando nel conflitto contro i Pompeiani la città prese la parte degli avversarî. Se d'altronde si dubita oggi che ci sia stata accanto alla città libera di Ha. una colonia romana di epoca giulia, resta acquisito che la città ottenne sotto Traiano il titolo di Colonia Concordia Ulpia Traiana Augusta Frugifera Hadrumetina.

Più tardi un hadrumetino, Clodio Albino, non riuscì ad accedere all'impero in seria concorrenza con Settimio Severo. Ma a partire dalla metà del III sec. d. C. la città comincia a declinare. Il suo ruolo di capitale della Bizacena sotto Diocleziano non deve dare illusioni. La decadenza è inevitabile.

D'altro canto se i monumenti più importanti, circo, anfiteatro, teatri, templi, terme, ecc. sono scomparsi ricoperti dalle costruzioni più o meno recenti, si sono tuttavia ritrovati i resti di numerose ville, riccamente decorate di mosaici. Al ritratto di Virgilio, al trionfo di Dioniso, al mosaico di Sorothus già noti, si aggiunge la serie dei pavimenti che ornano la Casa detta delle Maschere e del Poeta. È una casa scavata nel 1962-63 dal Foucher. I muri sono quasi tutti scomparsi, ma i mosaici sono molto ben conservati. Il più bello raffigura un poeta seduto, a fianco del quale un personaggio stante tiene una maschera; gli altri mosaici raffigurano maschere comiche, satiri e menadi. Nel complesso sono paragonabili a quelli trovati nella Casa di Virgilio. Dalla decorazione e dalla stratigrafia la maggior parte dei mosaici può datarsi all'epoca severiana. La pianta insolita dell'edificio, la vicinanza al teatro e la scelta dei temi hanno fatto pensare ad una schola di artisti o ad una casa di un mecenate del teatro.

Bibl.: L. Foucher, Hadrumetum, Publications de l'Université de Tunis (P.U.F.), 1964; id., "La maison des masques" à Sousse, Pub. Institut d'Archéologie Tunis, 165; id., Guide du Musée de Sousse, Secrétariat d'Etat aux Affaires Culturelles et à l'Information, Tunisi 1967.

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