HANOÏ

Enciclopedia Italiana (1933)

HANOÏ (A. T., 95-96)

Guillaume Capus

Capitale del Tonchino e capitale amministrativa dell'Indocina Francese, situata a 21°2′ N. e 106° E. sulla riva destra del fiume Rosso a 150 km. dalla sua foce. Conta una popolazione di 121.230 ab. dei quali 7000 Europei e 4000 Cinesi. Dall'epoca della sua fondazione al principio della nostra era, la città attuale ha portato diversi nomi. In origine, villaggio, aveva il nome di Langdo, ma allorché nell'865 fu circondata di fortificazioni, venne chiamata Dai-lathnah. Fu sede di diverse dinastie cinesi.

Nel 1638 alcuni negozianti olandesi risalirono con la loro nave Ryp fino alla capitale, che portava allora il nome di Ke-cho, creandovi un'agenzia commerciale. Furono poi imitati dagl'Inglesi i quali vi rimasero dal 1678 al 1697. Nel 1803 alcuni ufficiali francesi al servizio dell'imperatore Gialong fecero ricostruire le fortificazioni sul sistema di Vauban e la città riprese il nome di Thang-long; nel 1831 essa divenne sede della provincia di Hanoï. La duplicità del governo annamita e la necessità di aprire il Fiume Rosso alla libera navigazione portarono all'intervento armato della Francia. Il 19 novembre 1873 il luogotenente di vascello Francis Garnier occupava la cittadella, restituita poi alle autorità annamite il 20 gennaio 1874, mentre alla Francia veniva accordata una concessione territoriale e la fondazione di un consolato. Il 26 aprile 1882, essendo divenuto necessario un intervento armato, il capitano di vascello Henri Rivière s'impossessò di nuovo della cittadella ma, come Francis Garnier, venne ucciso durante il combattimento; la cittadella smantellata fu restituita agli Annamiti. Il 1° ottobre 1888 per decreto reale la concessione francese veniva estesa a tutta la città di Hanoï e la provincia prendeva il nome di Ha-dong.

La città, divenuta nel 1902 sede ufficiale del governo generale e dei servizî generali, è oggi anche residenza del comandante superiore delle truppe, del Residente superiore del Tonchino e del vescovo cattolico della missione del Tonchino centrale. La città comprende tre quartieri: il quartiere francese, il quartiere abitato dagl'indigeni e la cittadella.

La città indigena accoglie una popolazione attivissima di commercianti e di artigiani: le sue strade, che sono assai pittoresche, prendono nome dai mestieri che vi si esercitano: via della seta, dei panieri, delle stuoie, del rame ecc.

Hanoï è capolinea delle ferrovie dirette a Haïphong, Nacham, (Langson), Laokay e Yün-nan e Vinh, nonché dei servizî fluviali per tutto il Tonchino. La città è collegata alla riva sinistra del Fiume Rosso dal ponte Doumer lungo 1800 m.: ha una stazione meteorologica e una radiotelegrafica, un campo di fortuna per aeroplani a Bachmai e una base per idrovolanti al Grande Lago: ha numerosi edifici per i servizî pubblici, scuole, musei e teatri. Vi sono anche nella città e nei dintorni numerosi templi e pagode, tra cui uno dei più pittoreschi si eleva in un isolotto nel mezzo del Lago Piccolo in località amenissima. (V. tavv. CVII e CVIII).