Reiter, Hans Conrad Julius

Dizionario di Medicina (2010)

Reiter, Hans Conrad Julius


Batteriologo tedesco (Reudnitz, Lipsia, 1881 - Hessen 1969). Ricoprì numerosi incarichi come prof. e direttore degli istituti di igiene nelle univ. di Königsberg (1913), Berlino (1914), Rostock (1918); nel 1933 divenne capo del dipartimento per la salute del Land di Mecklenburg-Schwerin. Nel 1916, mentre era medico militare, descrisse la malattia che porta il suo nome.

Sindrome di Reiter

Patologia di origine sconosciuta, correlata alla presenza dell’antigene di istocompatibilità HLA B27, a insorgenza postinfettiva. Colpisce in maggior misura gli uomini attorno al quarto decennio di vita. Sono descritte come forme particolari una variante associata all’uretrite gonococcica (forma venerea) e un’altra, detta di tipo dissenterico, osservata a seguito di shigellosi. È caratterizzata da un’anormale risposta organica a vari tipi di infezione. Un significato importante sembra da attribuirsi, secondo alcune ricerche, a Chlamydia trachomatis, sebbene non esistano conclusioni definitive sull’eziologia.

Segni e sintomi

Clinicamente la sindrome di R. è definita da una triade sintomatologica tipica: uretrite con secrezione mucosa o mucopurulenta, congiuntivite e altre manifestazioni oculari, artrite (le articolazioni appaiono eritematose, edematose, dolenti e hanno una forte limitazione funzionale). È descritta inoltre una sacroileite monolaterale e radiologicamente si osservano gli speroni calcaneari (sporgenze ossee del tallone), conseguenti alla proliferazione del periostio. Talora compaiono o si associano manifestazioni a carico della cute e delle mucose. Le manifestazioni cutanee interessano le superfici palmoplantari e evolvono in forme cheratosiche. Nell’ambito del coinvolgimento mucoso si ricorda la balanite eritematosa. Non sempre i sintomi descritti sono presenti contemporaneamente e pertanto la diagnosi differenziale può porre alcuni problemi. L’episodio iniziale dura alcune settimane e può estendersi fino a sei mesi. Può verificarsi una guarigione spontanea, ma in oltre la metà dei casi si ha un andamento cronico o a carattere recidivante, con possibili reliquati disabilitanti di varia entità. È consigliata una terapia antiflogistica con farmaci non steroidei.