Treitschke, Heinrich von

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Storico (Dresda 1834 - Berlino 1896). Di orientamento liberal-nazionale, vide nella Prussia l'elemento determinante dell'auspicata unificazione tedesca. La sua ideologia politica antidemocratica trova compimento espressivo in Deutsche Geschichte im 19. Jahrhundert (5 voll., 1879-94).

Vita

Di famiglia protestante, legata a tradizioni patriottiche e militari, studiò a Bonn, Tubinga, Heidelberg, Lipsia, dove si laureò in economia politica con W. G. F. Roscher. Collaborò (1858) ai Preussische Jahrbücher e fu prof. nelle univ. di Friburgo in Brisgovia (1863), Kiel (1866), Heidelberg (1867), Berlino (1874), portando nell'insegnamento la fede nella sua missione di educatore delle nuove generazioni di un popolo che egli deplorava come "apolitico". Assertore convinto che "lo stato è la nazione unitariamente organizzata", guardò con simpatia al Piemonte (scrisse un saggio su Cavour, 1869; trad. it. 1873) e ripose ogni speranza in una Germania unita nello stato prussiano. Liberale convinto fino alla guerra del 1864, l'incerta politica del Bund tedesco dopo l'occupazione austro-prussiana dello Schleswig-Holstein fece mutare il suo atteggiamento politico; da quel momento egli divenne assertore di una soluzione di forza prussiana della questione tedesca.

Opere

Nel 1879 compariva il primo vol. della grande opera progettata fin dalla giovinezza, la Deutsche Geschichte im 19. Jahrhundert, che, aprendosi con un'ampia descrizione delle vicende dal 1684 al 1814, doveva narrare la formazione dello stato tedesco dal 1814 al 1870 (in realtà i 5 voll. pubblicati arrivano solo fino al 1848). L'opera conciliava in una storia della nazione, le vecchie antitesi tra cultura e tradizioni politico-militari: fu perciò salutata come un evento nazionale. Il secondo vol. della Storia provocò un'aspra reazione degli storici liberali, e da allora T. si spostò sempre più verso i circoli reazionari. La sua dottrina politica, esposta nelle lezioni di Berlino, è chiaramente antidemocratica: essenza dello stato è la potenza, suo supremo dovere l'autoaffermazione, suo contenuto la volontà nazionale. Lo stile vigoroso di T. e il suo realismo sarcastico trovarono un'eco nello spirito pubblico tedesco. Molti dei suoi giudizi entrarono nel patrimonio di idee dei partiti di destra, tanto che, a cominciare dalla prima guerra mondiale, si è voluto vedere in lui uno dei precursori del pangermanesimo e il teorico della forza svincolata dal diritto.

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