Velde, Henry Clemens van de

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Architetto e designer (Anversa 1863 - Ober Aegeri, Zurigo, 1957). Membro del circolo Les XX nel 1889, fu uno dei principali impressionisti belgi. Sin dal 1892 si consacrò al rinnovamento dell'arte decorativa e dell'architettura.

Vita e opere

Studiò pittura all'accademia di Anversa e a Parigi con C. Duran; fece parte del gruppo dei XX a Bruxelles, ma ben presto rivolse i suoi interessi verso le arti applicate disegnando mobili, stoffe, rilegature; curò anche l'impaginazione e i caratteri della rivista d'avanguardia Van Nu en Straks (1890). Influenzato dal pensiero di J. Ruskin e di W. Morris, fu tra i protagonisti della ricerca di uno stile "moderno", conforme alla mentalità e alla sensibilità del tempo. La sua casa a Uccle, presso Bruxelles (villa Bloemenverf, 1895) fu la prima occasione per cimentarsi con l'architettura. L'incarico di disegnare gli interni per il negozio Art nouveau di S. Bing a Parigi e la sua partecipazione all'Esposizione di arti applicate di Dresda (1897) gli portarono grande fama soprattutto in Germania, dove si trasferì. Oltre a costruire numerose ville con i loro arredi e alla sistemazione del museo Folkwang di Hagen (1902), svolse un ruolo importante nel dibattito sull'arte, l'artigianato e l'industria, attraverso l'incarico di consulente del granduca di Sassonia a Weimar e l'insegnamento alla Kunstgewerbeschule, della quale realizzò anche la sede (1906-11). Figura di rilievo del Deutscher Werkbund (per l'esposizione di Colonia del 1914 progettò il teatro), ebbe una posizione polemica nei confronti della standardizzazione sostenuta da H. Muthesius, ponendo come garanzia della qualità del prodotto l'individualismo creativo dell'artista. Lasciata la Germania allo scoppio della guerra, fu in Svizzera e nei Paesi Bassi prima di tornare in Belgio (1925), dove fu prof. di architettura (1926-36) all'università di Gand e fondò, dirigendola fino al 1938, la scuola di arti applicate. Tra le ultime realizzazioni architettoniche, significativo è il museo Kröller-Müller a Otterlo (primi progetti nel 1921; realizzazione 1937-54), nel quale la linea curva generatrice della forma, caratteristica della sua prima produzione, cede a una maggiore aderenza al razionalismo internazionale. Tra i suoi scritti: Die Renaissance in moderner Kunstgewerbe (1901); Kunstgewerblichen Laienpredigten (1902); Vom neuen Stil (1907).

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